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Accademia Nazionale dei Lincei <Rom> [Hrsg.]
Monumenti antichi — 30.1925

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Pace, Biagio: Ricerche cartaginesi
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https://doi.org/10.11588/diglit.12552#0110

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ricerche cartaginesi

188

a Mozia, si deve abbassare la cronologia pure di
qualche decennio, portandola al principio del sec. iv;

16) Vaso «à biberon», o piccola bocca ad un
manico, con bocchino sul ventre M> L'imitazione di
questo vaso da tipi ellenistici è chiara. Esso ha però
uno sviluppo particolare nei paesi punici. Mancando a
Mozia può datarsi per non prima del principio del
sec. tv;

17) Brocchetta ovoide, derivata dall'oenochóe a
bocca trilobata, con collo impiccolito, ansa che tende
a diventar verticale.

Vedi forme in Merlin-Drappier, Arcl-aì-Keraib,
forme pn. 19-22;

18) Aryballos, con collo terminante in bordi allar-
gati, derivante dall'aryballos o bottiglia a fungo.

Merlin-Drappier, forma n. 23;

19) Lampada in forma di piattello con bordi
ripiegati anteriormente sì da formare due golette per
il passaggio degli stoppini.

Merlin-Drappier, forma n. 60;

20) Lampada chiusa superiormente, con tre buchi,
di cui uno per riempirla d'olio, due per gli stoppini.
E l'incunabulo della posteriore lampada africana.

IV Periodo - Secolo ut-
Come forme, dominano in questo periodo le più
comuni del precedente, in particolar modo, l'urna a
coda, l'anfora a base conica, i «biberons», ecc.

21) Sono caratteristici di questo periodo gli « un-
guentaria », a ventre affusolato o ovoide, derivazione
alquanto lontana dall' « oenochoc » a bocca trilobata;

22) « Askoi ». Vasi a fiasco in forma di uccelli

0 animali.

Rinvenuti in Cartagine e al Lilibeo. L'origine della
forma è orientale," ma ha avuto sviluppo, com'è noto,
anche in Grecia.

In questo periodo si osserva inoltre uno sforzo
- dianzi non tentato - di decorazione policroma. Mentre

1 periodi precedenti sono segnati dalla presenza, come
vasellame di lusso, di vasi d'importazione, rispettiva-
mente ceramiche corinzie, e buccheri utruschi per l'epoca
più antica, e poi attici a figure nere e rosse o a sem-

(1) Ben Attar, tombe nn. 143, 145 bis, 207; Merlin e Drap-
pier Ard-el Kheraib, forme nn. 27-29.

plice vernice nera brillante, e da ultimo, di prodotti
italioti (2> in questo estremo periodo s'inizia e trionfi
una bella ceramica indigena, la quale decora princi-
palmente i suoi vasi, principalmente: vasi a biberon,
unguentari ed askoi (forme nn. 20-22).

Questa decorazione comincia ad apparire timida-
mente in un certo numero di anfore e di vasi a « bi-
beron» della fine del sec. iv <') e consiste essenzial-
mente in un rivestimento di un preparato bianco lucido,
sul vaso già cotto, che viene quindi a dare uno sfondo
da decorare. I motivi decorativi - in bruno e rosso
mattone tendente al violetto - sono principalmente
geometrici - linee ondulate, circoli concentrici, linee
di punti, ecc. arricchiti da fogliame di edera e talvolta
da una disposizione di elementi che riproduce nel ventre
del vaso, un viso umano come in funzione apotro-
paici.

Questi vasi sono stati rinvenuti principalmente a
Cartagine (+), ma anche in Sicilia, a Lilibeo La loro
origine affine alle belle ceramiche Alessandrine del tipo
di Hadra, secondo l'opinione del Pottier W, mi sembra
assolutamente accettabile.

Oltre questi - che sono il fiore ultimo della cera-
mica punica - la lavorazione indigena decade nella fab-
brica di terrecotte volgari per uso comune.

Le ultime forme ci sono documentate dagli scavi
di Gauckler nel ceramico di Cartagine e nella necro-
poli dell'Odeon. Coi vasi a « biberon » e gli unguen-
tari, abbondano le coppe. Porrne identiche si trovano
a Gouraya, Mahdia, Monastir, Lenita, Salakta, El-Alia
e in altri siti di Cartagine W. Nel santuario di Salambò
(v. col. 155) sono state raccolte in gran numero urne a
spalla obliqua e a fondo piatto, identiche a quelle a
punta, meno l'appendice terminale.

L'industria ceramica cartaginese, non ritroverà forme
e tecniche sue proprie che alcuni secoli dopo - verso il

(2) Queste constatazioni valgono cos'i per Cartagine che per
Mozia. Cfr. parimenti i lavori di Gauckler e di Whitaker.

(3) Merlin, Ard-el-Keraìb, p. 12 e seg.; Anziani, op. cit.,
p. xxix, seg.

(4) Pottier, Mommi. Piot, XX, p. 170 e seg.; Delattre,
La necropoli voisine de la colline de SU-Monique, 2< amile de
fouilks, p. 6, fig. 9: Miscellanea Sdamai, Palermo, 1907, pag. 53;
Merlin, La nècropole, p. 8; e fig. 61. Hauteccf.ur, Cut. du Musèe
Alaoni, suppl. tav. cu, 3, p. 301, n. 368 e n. 570.

(5) Mon. Piot, XX, p. 174-176.

(6) Pace, Notilie. degli scavi, 1919, p. 81, ove li avevo ri-
tenuti alessandrini.

(7) Bull. areb. du Camiti, 1899. p. ccvn segg.
 
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