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Michiel, Marcantonio; Frimmel, Theodor von [Oth.]
Der Anonimo Morelliano (Marcanton Michiel's notizia d'opere del disegno) (Band 1): Text und Übersetzung — Wien: Graeser, 1888

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https://doi.org/10.11588/diglit.72081#0011
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EINLEITUNG.

VII

quali in ogni bene costituita città vogliono essere coltivate e
protette. Forte stimolo mi si aggiungeva a fare quest' edizione
dal vedere che dopo ancora d' essere stato posto in chiara veduta
da scrittori celebri il fervore de' Veneziani nell' accogliere e
favorire le arti stesse e nell' istituire gallerie di pitture e musei
di anticaglie, nuove ricordanze degne di esser sapute questo
scritto medesimo pure porgeva; per le quali viensi a indubitata-
mente conoscere che su questo fatto non se ne sa poi tanto,
da credere che molto ancora non ne rimanga all' oscuro.
E, per vero dire, quale e quanto grande complesso di notizie,
ο già divolgate, o recondite, non fa d' uopo che si esponga, se
questo argomento con piena scrittura trattare si voglia! Da
remotissimi tempi cominciò in Venezia Γ arte del dipingere;
siccome ognuno conosce, per poco che dell' antichità della
scuola nostra informato sia. Di quella si servirono li buoni
antichi per abbellire le chiese e insieme per mettere dinanzi
agli occhi de' fedeli le istorie principali della Religione, non
che per adornare le abitazioni private, seguendo in questo 1' uni-
versale costume; ma usaronla ancora sino dal secolo tredi-
cesimo per tramettere all' età seguenti la rimembranza degli
avvenimenti gloriosi della Republica facendo dipingere nel palazzo
pubblico la venuta di Papa Alessandro III a questa città (Sa-
bellic. Ennead. Lib.XVI, Sanud,o Vite de' Dogip, 538, Bardi Vittoria
ec., p. 64). Quanto poi a monumenti antichi non aspettarono
eglino a farne conto e a raccoglierli quando, ricondotte le lettere e le
arti a buona coltura per tutta Italia, biasimo ne veniva a coloro
che la patria sprovveduta di essi e disadorna lasciavano, piuttosto
che lode singolare a quelli che adoperavansi nel farne incetta:
ma sino dal principio del secolo stesso, profittando dell' acquisto
di Costantinopoli, parte nobilissima dello spoglio loro hanno
voluto che consistesse in opere antiche d'arte e suppellettili
specialmente per lavoro preziose; le quali siccome retaggio
legittimamente avuto, con giusta ambizione dalla posterità
conservate sino a' tempi nostri, famose divennero e ricercate.
Nel secolo che venne appresso tanto era invalso l'uso
della pittura, che all' occasione della fiera dell' Ascensa da' nostri
e da' forestieri commercio anche di quadri far si soleva (Zanetti
della Pittura Veneziana, p. 4). Con raro esempio poi statue,
 
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