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0 S 5E R V À Z l Ó N 1
OSSERVAZIONÌ,
>.vsi jìA- ;
R I S P O S T Ai
iis non carent vuol dire^
cbe ne son Piene le Opere dt que
Santi? Altro ciò non signisica, se
non cbe tali Opere non vanno e-
senti da stmili disetti, e cbe ancU
ivi si può trovare qualche cosa di
non vero, Poca satica si dura ad
esagerare, quatido si vuol rendere
cdioso , chi ò oggetto della collera
nosira: ma è egli ciò secondo le
Regole della Caritdj e della Giu•
siizia ? In quanto poi allo ftejso
dìre, cbe le Opere di que Santi non
sono esenti da quel dtsetto : altro
non è quefto, fe non un ripetere
il già detto da altri Cattolici, e
Maeftri del buon Gufto nella Cbie•
sa di Dio, Sto a vedere, che og•
gi diventi un peccato il replicare
ciò , cbe a gran caratteri lasciò
scritto nel Lib. XI, de Luogbi
Teoiogici il dottìftsimo Vescovo 5
Teologo, e samofo Scrittore, Mel-
chior Cano, E tanto men si do•
vea rilevar quefta partita, da cbe
il Pritanio rtsonde tali disetti neW
ardire, o nella troppa credulità 5
non dei Padri, ma di altre per•
sone, daglt errori pofcia delle qua•
U satis lìibi non caverunt piissimi
alioquin & celebres viri. Di gra-
zta non voglia tl Cenfore scredi-
tar la Scuola Romana con sarla
credere ignorante di quejìe Veri-
o screditar la Cbiefa Cattoli•
ca con sarla pajjare prejso dè no-
stri
0 S 5E R V À Z l Ó N 1
OSSERVAZIONÌ,
>.vsi jìA- ;
R I S P O S T Ai
iis non carent vuol dire^
cbe ne son Piene le Opere dt que
Santi? Altro ciò non signisica, se
non cbe tali Opere non vanno e-
senti da stmili disetti, e cbe ancU
ivi si può trovare qualche cosa di
non vero, Poca satica si dura ad
esagerare, quatido si vuol rendere
cdioso , chi ò oggetto della collera
nosira: ma è egli ciò secondo le
Regole della Caritdj e della Giu•
siizia ? In quanto poi allo ftejso
dìre, cbe le Opere di que Santi non
sono esenti da quel dtsetto : altro
non è quefto, fe non un ripetere
il già detto da altri Cattolici, e
Maeftri del buon Gufto nella Cbie•
sa di Dio, Sto a vedere, che og•
gi diventi un peccato il replicare
ciò , cbe a gran caratteri lasciò
scritto nel Lib. XI, de Luogbi
Teoiogici il dottìftsimo Vescovo 5
Teologo, e samofo Scrittore, Mel-
chior Cano, E tanto men si do•
vea rilevar quefta partita, da cbe
il Pritanio rtsonde tali disetti neW
ardire, o nella troppa credulità 5
non dei Padri, ma di altre per•
sone, daglt errori pofcia delle qua•
U satis lìibi non caverunt piissimi
alioquin & celebres viri. Di gra-
zta non voglia tl Cenfore scredi-
tar la Scuola Romana con sarla
credere ignorante di quejìe Veri-
o screditar la Cbiefa Cattoli•
ca con sarla pajjare prejso dè no-
stri