2$2 P R 1 M O E S A M E
Jìr'tsìotele, se a chìus occhi diam sede al Dacier nella Presaxìone aU
la Poetica dello stejjo Aristotele tradotta in Francese. ll cjual' erudito
Autore mi fi rende credibile, che sia ftato molto impaziente di ripe-
scar le cofe, che fono nel VASTO^ e GRAN FOJSIOO del Caftel-
vetro ; poichè dopo alcune altre parole soggtugne, che dice qualche co-
sa di buono^ ma che non paga il tempo, che fi perde in cercarla. Se
quesìi fentimenti del Dacier ft abbracc'tassero cosi alla buona^ bisogne-
rebbe dire^ che avejsero il cervello di piombo tutti coloro, che ftima•
no^ POCHÌ efsere coloro, che abbiano scrhto intorno alle cofe Poeti-
che in modo, che POSSANO PARAGONARSl ALL hCChLLEN-
ZA del Casìelvetro. Ora chi non direbbe, che il moderno Arisiar-
co, sparlando cosi fieramente del Castelvetro, s’è esposto alle risa
di tutti, perchè non ha saputo; o se ha saputo, perchè ha osato
di calpestare l’autoritk irresragabile di Monsignor Fontanini, che ci
ha dato un giudizio si vantaggioso, e si differente dal suo, intorno
al merito del Castelvetro?
Contuttociò non fu il Castelvetro senza disetti; ma potran ve*
dere i Lettori nella Vita di lui, che questi suoi difetti non gli ha
dissimulati chi per derisione maligna vien continuamente appeliato
dal Gritico Panegirifta dell' Eretico. Nè ha esso Autore presa parte
alcuna intorno al punto Letterario della controversia, che ebbe il
Castelvetro col Caro; anzi ha detto abbastanza per far’intendere,
ch’egli disapprovava la guerra da lui mossa a quel Letterato, come
ha anche riconosciuto il Signor Anton Federigo Seghezzi nella Vi-
ta dello stesso Caro: Vita, che non sara piaciuta ai Critico, per-
chè tessuta con quella lodevol modestìa ed amore della verita, che
è il principale ornamento de’ Libri, e non gia con gli odj e con le
parzialita, non gia coil’orgogiio, e con gli scherni, cotne possono
i Lettori trovare ne Libri pubblicati dai Critico medesimo. E v mi
i) è venuto da ridere in leggere aila pag. 357. dove egli paria della
controversia suddetta con le seguenti parole : Jssuì salta in campo s
Avvocato del Caftelvetro, ajserendo, chs il Caro prima su di pover$
e b„jso ft ato, Chi parla in tal guisa^ verrà certamente dalla Cafa
An'tcia. Ma la guerra ossenfiva incivtlmente mojsa dal Caftelvetro al
CarOy su ella sorse di quartì di nobiltà, e non di cose Letterarie?
Quasi che veramente 1’ Autor deila Vita avesse messo in campo ii
basso stato del Caro nella contesa suddetta. Ma è ii Critico, che si
buria de’suoi Lettori, con far loro credere ciò, che non è. L’Au*
ter suddetto in raccontando , come il Caro decadesse daiia grazia
Jìr'tsìotele, se a chìus occhi diam sede al Dacier nella Presaxìone aU
la Poetica dello stejjo Aristotele tradotta in Francese. ll cjual' erudito
Autore mi fi rende credibile, che sia ftato molto impaziente di ripe-
scar le cofe, che fono nel VASTO^ e GRAN FOJSIOO del Caftel-
vetro ; poichè dopo alcune altre parole soggtugne, che dice qualche co-
sa di buono^ ma che non paga il tempo, che fi perde in cercarla. Se
quesìi fentimenti del Dacier ft abbracc'tassero cosi alla buona^ bisogne-
rebbe dire^ che avejsero il cervello di piombo tutti coloro, che ftima•
no^ POCHÌ efsere coloro, che abbiano scrhto intorno alle cofe Poeti-
che in modo, che POSSANO PARAGONARSl ALL hCChLLEN-
ZA del Casìelvetro. Ora chi non direbbe, che il moderno Arisiar-
co, sparlando cosi fieramente del Castelvetro, s’è esposto alle risa
di tutti, perchè non ha saputo; o se ha saputo, perchè ha osato
di calpestare l’autoritk irresragabile di Monsignor Fontanini, che ci
ha dato un giudizio si vantaggioso, e si differente dal suo, intorno
al merito del Castelvetro?
Contuttociò non fu il Castelvetro senza disetti; ma potran ve*
dere i Lettori nella Vita di lui, che questi suoi difetti non gli ha
dissimulati chi per derisione maligna vien continuamente appeliato
dal Gritico Panegirifta dell' Eretico. Nè ha esso Autore presa parte
alcuna intorno al punto Letterario della controversia, che ebbe il
Castelvetro col Caro; anzi ha detto abbastanza per far’intendere,
ch’egli disapprovava la guerra da lui mossa a quel Letterato, come
ha anche riconosciuto il Signor Anton Federigo Seghezzi nella Vi-
ta dello stesso Caro: Vita, che non sara piaciuta ai Critico, per-
chè tessuta con quella lodevol modestìa ed amore della verita, che
è il principale ornamento de’ Libri, e non gia con gli odj e con le
parzialita, non gia coil’orgogiio, e con gli scherni, cotne possono
i Lettori trovare ne Libri pubblicati dai Critico medesimo. E v mi
i) è venuto da ridere in leggere aila pag. 357. dove egli paria della
controversia suddetta con le seguenti parole : Jssuì salta in campo s
Avvocato del Caftelvetro, ajserendo, chs il Caro prima su di pover$
e b„jso ft ato, Chi parla in tal guisa^ verrà certamente dalla Cafa
An'tcia. Ma la guerra ossenfiva incivtlmente mojsa dal Caftelvetro al
CarOy su ella sorse di quartì di nobiltà, e non di cose Letterarie?
Quasi che veramente 1’ Autor deila Vita avesse messo in campo ii
basso stato del Caro nella contesa suddetta. Ma è ii Critico, che si
buria de’suoi Lettori, con far loro credere ciò, che non è. L’Au*
ter suddetto in raccontando , come il Caro decadesse daiia grazia