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Real Museo Borbonico — 15.1856

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Tavola I - LVI [Text und Tafeln]
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https://doi.org/10.11588/diglit.10077#0064
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YOL. XV. TAV. VII. a XIV. il
Ognun sa che la pietra servita alla costruzio-
ne tanto di questi colossali edilizi, che di tutta la
città, è una specie di travertino abbondantissimo
nel suolo del circondario pestano (1), tagliata in
grossi pezzi, e secondo il solito delle antiche co-
struzioni connessi senza malta. Sono elevate le sue
mura in un circuito poligono di circa due miglia
e mezzo, tramezzato da quadrate torri che le ser-
vivano di fortificazione e da quattro porte 9 delle
quali una solamente sfuggì alle menzionate vicen-
de : questa è surmontata da un arco che presenta
al di fuori scolpita una Sirena, e al di dentro un
Delfino, emblemi della dedicazione della città a Net-
tuno. Appena varcata questa porta, eh' è al setten-
trione della città, tu vedi questi tre grandiosi edi-
lìzi di ordine dorico : e li diresti interi e ben con-
servati , se loro non mancasse il tetto. Noi ci oc-
comandante di artiglieria di Re Carlo iii., fece disegnarle ancor egli, levando
la pianta della città ; e di questi disegni profittò poscia il P. Paoli per farne la
pubblicazione in Roma con apposite dissertazioni. È commendevole non pertanto
F opera del sig. Major, che riprodusse que' monumenti sui disegni di alcuni eru-
diti inglesi. E merita luogo distintissimo l'altra bell'opera che porta il titolo di
Ruines de Paestum edita nel 1799 dall'architetto sig. De Lagardette } che pub-
blicò i disegni di quelle ruine da lui ritratti esattamente sopra luogo nel 1794,
nella quale con molta critica e dottrina parla della fondazione sibaritico-trezenia
della città di Pesto.

(1) Alla distanza di circa un miglio e mezzo da' tempi quando si vuole andare

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