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CAPITOLO I.

Antichità e Pwgj della Città dì Rimino.

N.

on v'è alcun Istorico antico romano, il quale non saccia menzio-
ne di questa illustre Città. Senza bisogno di ricorrere alle sole di An-
nio Viterbiense, facendone autore Ercole, ba dei pregj di nobiltà, i
quali non sono così facilmente comuni alle altre città. Egli è certo die
Tito Livio (a) dice che fu satta colonia dei Romani sotto il Conso-
lato di P. Sempronio ed Appio Glaudio, cioè a dire tre secoli incir-
ca avanti l'era volgare; e lo stesso autore (b) assicura che Rimino
su una delle diciotto colonie, che diedero ajuto ai Romani travagliati
da Annibale . È probabile che prendesse il nome di Ariminum dal
fiume che passa per mezzo della medesima, il qnale in latino viene
appellato Ariminvs.
Ridotta sotto il potere dei Romani, era l'ultima città dell'antica
Italia, la quale terminava al Rubicone. Questo siume scorreva nell'
antico Contado, dieci miglia all'incirca lungi dalla medesima, andan-
do verso Cesena . Questa situazione la rendeva soggetta alle scorrerie
degli antichi Galli, Teutoni, ed altri popoli, e quindi a continui ti-
moni onde Lucano ebbe a cantare (e)
„ 0 male vicini» haec moenia condita Gallisi
„ O tristi damnata loco! Pax alta per omnes
„ Et tranquilla quies populos: nos praeda sutentum 9
„ Primaque castra sumus. Melius Fortuna dedisset
,5 Orbe sub Eoo sedem, gelidaque sub arcto
„ Errantesque domos, Latii quam claustra tueri.
„ Nos primi Senonum motus, Cimbrumqne ruentem
„ Vidimus, et Marteni Lybies, cursumque furoris
„ Teutonici. Quoties Romani Fortuna lacessit,
„ Hac iter est bellis. „

( a ) Lib. XV.
( b ) Lib. XXVII. Non si pretende ebe di accennare alcuni de' moltissimi pregj di
Rimino . Il tessere la Storia di questa Città è un lavoro che richiede varj anni ; ma
che coli' ajuto degli Eruditi riminesi non dispei-o di compire .
( e ) Lib.I. v. 248. Molti altri Poeti latini sanno menzione di Rimino. Vedi Oraz.
Epodon Od. V. ete.
 
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