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NUOVO BULLETTINO
della stela contenente il nome d’una defunta: TOAAIÀ ÀCKAH-
niAKH.
Rarissimo è il gentilizio Toltici qui mentovato, del quale
non conosco veruno esempio, ed è rimarchevole eziandio a con-
ferma dell’epoca cui attribuisco questa pietra sepolcrale la pre-
senza dei due nomi e l’assenza del prenome trattandosi di donna.
Anche il laconismo dell’epigrafe non accompagnato da forinola
veruna, contenente il nudo nome della persona defunta, è altro
grave indizio per giudicare che il monumentino appartenga piut-
tosto alla prima che non alla seconda metà del secolo terzo.
Se le statue isolate del Buon Pastore appartenenti ai primi se-
coli sono rarissime, cosicché Roma ne possiede quattro o cinque
esempi soltanto, non meno rare sono le stele aventi questa me-
desima rappresentanza. Ma quello che a parer mio forma il pregio
principale di questo marmo è che esso non fu probabilmente desti-
nato ai sepolcri del sotterraneo sepolcreto di s. Ermete, ove solo
più tardi, dopo essere stato rimosso dal suo primitivo posto, fu
adoperato come materiale qualunque per chiudere, orizzontalmente
disposto, un loculo. La sua forma c’insegna invece che esso do-
vette sorgere alla luce del giorno in un' area cimiteriale cristiana.
Dobbiamo per conseguenza ammettere l’esistenza d'un anti-
chissimo cimitero sopra terra nell’area medesima sotto la quale
si svolge il cimitero d’Ermete, le cui origini benché ancora al-
quante oscure, sembra risalgano all’età primordiale della predi-
cazione evangelica in Roma. Che veramente sopra quella cristiana
necropoli esistesse un gruppo di sepolcri di fedeli, me lo con-
ferma la celebre epigrafe d’Alessandro esistente attualmente nel
museo kircheriano nel Collegio romano L
Quella curiosa epigrafe la quale venne appunto in luce dal
nostro cimitero medesimo si conchiude con una preghiera diretta
dal proprietario del sepolcro ai fratelli, cioè ai cristiani suoi com-
1 Atti dell'Acc. rom. d'arch., torri. IV, pag. 43.
NUOVO BULLETTINO
della stela contenente il nome d’una defunta: TOAAIÀ ÀCKAH-
niAKH.
Rarissimo è il gentilizio Toltici qui mentovato, del quale
non conosco veruno esempio, ed è rimarchevole eziandio a con-
ferma dell’epoca cui attribuisco questa pietra sepolcrale la pre-
senza dei due nomi e l’assenza del prenome trattandosi di donna.
Anche il laconismo dell’epigrafe non accompagnato da forinola
veruna, contenente il nudo nome della persona defunta, è altro
grave indizio per giudicare che il monumentino appartenga piut-
tosto alla prima che non alla seconda metà del secolo terzo.
Se le statue isolate del Buon Pastore appartenenti ai primi se-
coli sono rarissime, cosicché Roma ne possiede quattro o cinque
esempi soltanto, non meno rare sono le stele aventi questa me-
desima rappresentanza. Ma quello che a parer mio forma il pregio
principale di questo marmo è che esso non fu probabilmente desti-
nato ai sepolcri del sotterraneo sepolcreto di s. Ermete, ove solo
più tardi, dopo essere stato rimosso dal suo primitivo posto, fu
adoperato come materiale qualunque per chiudere, orizzontalmente
disposto, un loculo. La sua forma c’insegna invece che esso do-
vette sorgere alla luce del giorno in un' area cimiteriale cristiana.
Dobbiamo per conseguenza ammettere l’esistenza d'un anti-
chissimo cimitero sopra terra nell’area medesima sotto la quale
si svolge il cimitero d’Ermete, le cui origini benché ancora al-
quante oscure, sembra risalgano all’età primordiale della predi-
cazione evangelica in Roma. Che veramente sopra quella cristiana
necropoli esistesse un gruppo di sepolcri di fedeli, me lo con-
ferma la celebre epigrafe d’Alessandro esistente attualmente nel
museo kircheriano nel Collegio romano L
Quella curiosa epigrafe la quale venne appunto in luce dal
nostro cimitero medesimo si conchiude con una preghiera diretta
dal proprietario del sepolcro ai fratelli, cioè ai cristiani suoi com-
1 Atti dell'Acc. rom. d'arch., torri. IV, pag. 43.