SEPOLCRO DIPINTO NEL CIMITERO DI COMMODILLA
183
Nel mezzo si ravvisa assai chiaramente la figura di una donna
orante che reca sul capo l’iscrizione se A MERITA; a sinistra
di chi guarda, la testa nimbata di un santo, che (come quello
di destra) doveva recare una corona, lascia vedere le prime let-
tere delie parole fcs : a destra finalmente un altro santo nella
1 FI lix 7
stessa attitudine, e sotto di esso nella fascia rossa E iscrizione
in lettere bianche: cuius NOME DS SCIT, ossia S. Adaucto.
Nè deve far meraviglia che l’iscrizione si trovi sulla fascia rossa
e non nel fondo azzurro, perchè essendo essa assai lunga non
poteva simmetricamente disporsi rispetto all’altra SCS FILIX.
D’altronde siccome molta parte del fondo è perduta, nulla im-
pedisce di credere che nel fondo stesso si trovasse la scritta
SCS ADAVCTVS, e più sotto, come spiegazione di quel nome,
la leggenda cuius nomen Deus scit.
So bene che alcuni ritengono falsa la leggenda dell’origine
del nome Aclauctus; ma questo pochissimo importa pel soggetto
che sto trattando, nè intendo punto inoltrarmi in questa discus-
sione, riservata a quelli che lavorano lontano dai monumenti
tractant fabrilia fabri.
In quanto alla descrizione particolareggiata della pittura ed
alla sua interpretazione, lascio il compito al mio carissimo col-
lega Monsignor Wilpert, che si è in modo tutto speciale e con
si splendidi risultati dedicato allo studio delle nostre pitture
cimiteriali.
Dirò soltanto che io la credo del sec. VI0, nè solo contem-
poranea all’altra vicina ove vedesi S. Pietro che riceve le chiavi
dal Redentore, ma addirittura dipinta dalla stessa mano. La
somiglianza infatti delle teste coi loro tipi iconografici, la qua-
lità del colore e dello stucco, le identiche tinte negli abiti, nel
fondo e nelle fasce che circondano la pittura, ne sono, mi pare,
argomenti sufficienti.
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Nel mezzo si ravvisa assai chiaramente la figura di una donna
orante che reca sul capo l’iscrizione se A MERITA; a sinistra
di chi guarda, la testa nimbata di un santo, che (come quello
di destra) doveva recare una corona, lascia vedere le prime let-
tere delie parole fcs : a destra finalmente un altro santo nella
1 FI lix 7
stessa attitudine, e sotto di esso nella fascia rossa E iscrizione
in lettere bianche: cuius NOME DS SCIT, ossia S. Adaucto.
Nè deve far meraviglia che l’iscrizione si trovi sulla fascia rossa
e non nel fondo azzurro, perchè essendo essa assai lunga non
poteva simmetricamente disporsi rispetto all’altra SCS FILIX.
D’altronde siccome molta parte del fondo è perduta, nulla im-
pedisce di credere che nel fondo stesso si trovasse la scritta
SCS ADAVCTVS, e più sotto, come spiegazione di quel nome,
la leggenda cuius nomen Deus scit.
So bene che alcuni ritengono falsa la leggenda dell’origine
del nome Aclauctus; ma questo pochissimo importa pel soggetto
che sto trattando, nè intendo punto inoltrarmi in questa discus-
sione, riservata a quelli che lavorano lontano dai monumenti
tractant fabrilia fabri.
In quanto alla descrizione particolareggiata della pittura ed
alla sua interpretazione, lascio il compito al mio carissimo col-
lega Monsignor Wilpert, che si è in modo tutto speciale e con
si splendidi risultati dedicato allo studio delle nostre pitture
cimiteriali.
Dirò soltanto che io la credo del sec. VI0, nè solo contem-
poranea all’altra vicina ove vedesi S. Pietro che riceve le chiavi
dal Redentore, ma addirittura dipinta dalla stessa mano. La
somiglianza infatti delle teste coi loro tipi iconografici, la qua-
lità del colore e dello stucco, le identiche tinte negli abiti, nel
fondo e nelle fasce che circondano la pittura, ne sono, mi pare,
argomenti sufficienti.