CONFERENZE DI ARCHEOLOGIA CRISTIANA
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che questo bisomo non fu mai un sepolcro vero e proprio, ma un
semplice cenotafio e che deve essere considerato come un monu-
mento commemorativo della deposizione dei due apostoli. Osservò
in fine che i documenti medioevali nei quali si accenna alla memoria
degli apostoli in mezzo alla basilica, non si possono citare contro
l'opinione tradizionale, giacché in quei documenti si accenna con-
temporaneamente anche all'altra posta dietro l'abside (cioè alla
Platonici), e si accenna a questa come ad una memoria anche più
importante dell'altra. E conchiuse riservandosi di trattare ampia-
mente tale questione nel Bullettino. 1
11 presidente Mons. Duchesne convenne anch'egli che la iscri-
zione del papa Damaso debba intendersi nel'senso della sepoltura
degli apostoli e non della abitazione in quel luogo ; ed osservò che
Damaso avrebbe detto in quella epigrafe Me habitasse prius, per
distinguere il luogo dove essi erano stati sepolti una volta da quello
ove erano sepolti al tempo in cui egli scriveva.
Il P. Felice Grossi Gondi fu pure dello stesso parere sulla natura
sepolcrale di quella memoria dicendo che ciò è indicato ed è con-
fermato dal rito del refrigerium che è assolutamente sepolcrale. Ed
osservò che questi graffiti ci mostrano per la prima volta nella epi-
grafia cristiana (esclusi i vetri) una tale parola per indicare un
banchetto. Disse poi che il sepolcro bisomo posto dietro l'abside
poteva essere un monumento commemorativo, giacché di questi
cenotafi vi sono esempi non solo fra i monumenti pagani ma
anche fra i cristiani. Aggiunse poi la osservazione che la. espres-
sione vestigia apostolorwm, la quale si trova non solo negli Atti di
S. Sebastiano ma anche nel martirologio romano piccolo del codice
di S. Gallo, potrebbe riferirsi alla memoria di una abitazione,
perchè la parola vestigium si adoperò principalmente in rapporto
ad una persona vivente anche nel linguaggio medioevale, ma che
tale memoria si poteva assai bene conciliare con quella indubitata
della deposizione dei corpi degli apostoli. E fece anche notare che
a queste agapi presso la tomba apostolica dell'Appia potrebbero
riferirsi quei vetri cimiteriali con le rappresentanze degli apostoli
Pietro e Paolo rinvenuti nel prossimo cimitero.2
1 Se ne tratterà nel fascicolo prossimo, cioè nel n. 1 del 1916.
-' Lo stesso P. Grossi Gondi scrisse poi più diffusamente su tale que-
stione nella Bom. Quartalschr., 1915, n. 4.
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che questo bisomo non fu mai un sepolcro vero e proprio, ma un
semplice cenotafio e che deve essere considerato come un monu-
mento commemorativo della deposizione dei due apostoli. Osservò
in fine che i documenti medioevali nei quali si accenna alla memoria
degli apostoli in mezzo alla basilica, non si possono citare contro
l'opinione tradizionale, giacché in quei documenti si accenna con-
temporaneamente anche all'altra posta dietro l'abside (cioè alla
Platonici), e si accenna a questa come ad una memoria anche più
importante dell'altra. E conchiuse riservandosi di trattare ampia-
mente tale questione nel Bullettino. 1
11 presidente Mons. Duchesne convenne anch'egli che la iscri-
zione del papa Damaso debba intendersi nel'senso della sepoltura
degli apostoli e non della abitazione in quel luogo ; ed osservò che
Damaso avrebbe detto in quella epigrafe Me habitasse prius, per
distinguere il luogo dove essi erano stati sepolti una volta da quello
ove erano sepolti al tempo in cui egli scriveva.
Il P. Felice Grossi Gondi fu pure dello stesso parere sulla natura
sepolcrale di quella memoria dicendo che ciò è indicato ed è con-
fermato dal rito del refrigerium che è assolutamente sepolcrale. Ed
osservò che questi graffiti ci mostrano per la prima volta nella epi-
grafia cristiana (esclusi i vetri) una tale parola per indicare un
banchetto. Disse poi che il sepolcro bisomo posto dietro l'abside
poteva essere un monumento commemorativo, giacché di questi
cenotafi vi sono esempi non solo fra i monumenti pagani ma
anche fra i cristiani. Aggiunse poi la osservazione che la. espres-
sione vestigia apostolorwm, la quale si trova non solo negli Atti di
S. Sebastiano ma anche nel martirologio romano piccolo del codice
di S. Gallo, potrebbe riferirsi alla memoria di una abitazione,
perchè la parola vestigium si adoperò principalmente in rapporto
ad una persona vivente anche nel linguaggio medioevale, ma che
tale memoria si poteva assai bene conciliare con quella indubitata
della deposizione dei corpi degli apostoli. E fece anche notare che
a queste agapi presso la tomba apostolica dell'Appia potrebbero
riferirsi quei vetri cimiteriali con le rappresentanze degli apostoli
Pietro e Paolo rinvenuti nel prossimo cimitero.2
1 Se ne tratterà nel fascicolo prossimo, cioè nel n. 1 del 1916.
-' Lo stesso P. Grossi Gondi scrisse poi più diffusamente su tale que-
stione nella Bom. Quartalschr., 1915, n. 4.