RITORNO DA ANZIO A ROATA. a37
pia, che in questo luogo viene a raggiungere la
via moderna.
Prendendo adunque la strada , che condu-s
ce a Roma, si passa dopo circa 3 miglia il rivo
dell’acqua Ferentina, che deve essere lo stesso per
il suo corso di quello detto acqua Albana nella
iscrizione citata, dove si trattò di Boville. Dopo
circa due altre miglia si giunge a Tor di Mezza
Via prima stazione postale. Ivi un acquedotto an-
tico di opera laterizia, che traeva l’acqua dal fa-
moso acquedotto di Claudio, che si vede a destra
della strada, traversa la via. Questo acquedotto,
che il Fabretti congetturò essere quello dell’acqua
Settimiana senza buone ragioni, era un semplice
condotto secondario, che portava l’acqua ad una
villa, che presso l’Appia s’ergeva, e di cui or
ora farò menzione. Aleno di un miglio dopo, si
passa avanti alla osteria delle Capannello, e dopo
poco più di un miglio si trova un bivio ; la stra-
da a destra conduce a Roma per la porta S. Gio-
vanni , e quella a sinistra per la porta Appia , o
S. Sebastiano. Poco prima di giungere a questo
bivio , si lascia a destra un poco entro terra il ru-
dere di un antico sepolcro di opera laterizia, mol-
to pittoresco, a cui danno il nome di tempio della
Salute. ,
Ma ciò, che maggiormente sorprende, è il Villa antica
. * • i it • ■ detta tornei
vedere sopra una piccola collina a sinistra un nu- Pecchia.
mero così grande di ruine, che sembrano gli avan-
zi di una città distrutta, ed il volgo l’appella Ro-
ma Focchia , supponendo contro ogni ragione , che
l’antica città giungesse fin qui. Il Riccy poi con
una opera , che egli intitolò , Dell' antico Pago Li-
monio , vi ravvisò gli avanzi di questa antica borr
gata del territorio Romano, dalla quale la Tribù
Lenionia prendeva nome. Ma gli argomenti song