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e ptae colle scale la Terra. A Camillo fu decretato il
trionfo, ed una statua equestre nel foro Romano, onore
allora molto raro: additus, dice Livio, triumpho honos
ut statuae equestres eis, rara illa aetate res, in Foro
ponerentur. E di quel trionfo rimane la memoria ne' fa-
sti , dai quali ricavasi che la presa di Pedum avvenne
nel settembre dell'anno 417:
L . FVRIVS . SP . F . M . N . CAM1LLVS
C 0 S
DE . PEDANEIS . ET . TIBVRTIBVS
111 . K . OCTOBR.
Questo fatto diè fine a quella guerra quasi civile.
Nel senatusconsulto emanato in tale circostanza si fece
de'Tiburti e de'Prenestini una categoria particolare: essi
furono multati di una parte delle terre, non tanto per-
chè erano insorti, colpa che aveano commune cogli altri
Latini , ma perchè quasi attediati del dominio romano
avevano un dì fatto lega co'Galli. E dopo quell'avveni-
mento i Tiburti più non si mossero; anzi Tibur, come
Praeneste, Neapolis, ed altre città d'Italia secondo Poli-
bio lib. VI. c. XII. fu città immune, dove gli esuli po-
tevano ritirarsi. E per questa ragione a Tibur si an-
darono a rifuggiare i tibicini fuggendo il rigore de'cen-
sori, secondo Livio lib. IX. c. XXX. 1' anno 443, fatto
di maggiore importanza di quello che a prima vista ap-
parisce, imperciocché la presenza de'tibicini era neces-
saria pe'sacrificii: Tibicines quia prohibiti a proximis
censoribus erant in aede lovis pesci , quod traditum
antiquitus erat, aegre passi, Tibur uno agniine abie-
runt: adeo ut nemo in urbe esset, qui sacriftciis prae-
cineret. Infatti diè motivo al senato di adunarsi, e fu-
rono spediti messi a Tibur perchè si procurasse che que-
sti venissero restituiti ai Romani. I Tiburtini benigna-
mente promisero di farlo: chiamarono i tibicini nella cu-
e ptae colle scale la Terra. A Camillo fu decretato il
trionfo, ed una statua equestre nel foro Romano, onore
allora molto raro: additus, dice Livio, triumpho honos
ut statuae equestres eis, rara illa aetate res, in Foro
ponerentur. E di quel trionfo rimane la memoria ne' fa-
sti , dai quali ricavasi che la presa di Pedum avvenne
nel settembre dell'anno 417:
L . FVRIVS . SP . F . M . N . CAM1LLVS
C 0 S
DE . PEDANEIS . ET . TIBVRTIBVS
111 . K . OCTOBR.
Questo fatto diè fine a quella guerra quasi civile.
Nel senatusconsulto emanato in tale circostanza si fece
de'Tiburti e de'Prenestini una categoria particolare: essi
furono multati di una parte delle terre, non tanto per-
chè erano insorti, colpa che aveano commune cogli altri
Latini , ma perchè quasi attediati del dominio romano
avevano un dì fatto lega co'Galli. E dopo quell'avveni-
mento i Tiburti più non si mossero; anzi Tibur, come
Praeneste, Neapolis, ed altre città d'Italia secondo Poli-
bio lib. VI. c. XII. fu città immune, dove gli esuli po-
tevano ritirarsi. E per questa ragione a Tibur si an-
darono a rifuggiare i tibicini fuggendo il rigore de'cen-
sori, secondo Livio lib. IX. c. XXX. 1' anno 443, fatto
di maggiore importanza di quello che a prima vista ap-
parisce, imperciocché la presenza de'tibicini era neces-
saria pe'sacrificii: Tibicines quia prohibiti a proximis
censoribus erant in aede lovis pesci , quod traditum
antiquitus erat, aegre passi, Tibur uno agniine abie-
runt: adeo ut nemo in urbe esset, qui sacriftciis prae-
cineret. Infatti diè motivo al senato di adunarsi, e fu-
rono spediti messi a Tibur perchè si procurasse che que-
sti venissero restituiti ai Romani. I Tiburtini benigna-
mente promisero di farlo: chiamarono i tibicini nella cu-