204
che nelle catastrofi successive è scomparso. Cluverio vi
ravvisò il tempio di Tiburno, e qui è d'uopo, che al-
cun poco mi dilunghi a mostrare qual fede possa pre-
starsi alle asserzioni del Sebastiani. Questo compilatore
T. I. p. 57. impudentemente asserisce, che Cluverio pel
primo nella sua Italia Antiqua giudicò , che questo
fosse il tempio di Ercole, e qui sfoggia con una lunga
digressione sul passo noto di Vitruvio, che a Minerva,
Marte ed Ercole doveano edificarsi i templi di ordine
dorico, e questo è corintio, come se in primo luogo il
precetto vitruviano fosse stato obbligatorio, in secondo
luogo, supponendolo tale , che avesse dovuto obbligare
anche quelli che aveano edificato un secolo prima di lui,
e finalmente il fatto di molti templi sacri a Minerva ,
Marte, ed Ercole edificati prima e dopo Vitruvio entro
e fuori le mura di Roma e di altre città, non servisse
a dimostrare appunto, che quel passo di Vitruvio non
ha altro peso, se non quello di farci conoscere, che quel
suo precetto era tutto suo, e per conseguenza che po-
trebbe appena allegarsi nel caso di un tempio che si
dicesse fabbricato da Vitruvio. Ma il più bello di tutto
questo sfoggio di erudizione mendicata è che Cluverio
non solo non dice, che il tempio circolare fosse quello
di Ercole, ma precisamente si oppone a coloro che a-
veano tal congettura : Sane minus suite coniicere vi-
dentur ii, qui id Herculis fuisse templum arbitrantur,
quod hodieque in sinistra Anienis ripa , apud ipsarn
aninis catarractam in rupe conspicuur rotonda for-
ma ec. e sostiene questo suo divisamento colla ragione,
che la grandezza non corrisponde a quella tanto decan-
tata del tempio di Ercole Tiburtino , riflessione giusta,
e degna di uno scrittore dottissimo, quando voglia cre-
dersi, che un solo tempio di Ercole esistesse in Tibur,
cioè quello di Hercules Victor Tiburs ; ma ho già no-
che nelle catastrofi successive è scomparso. Cluverio vi
ravvisò il tempio di Tiburno, e qui è d'uopo, che al-
cun poco mi dilunghi a mostrare qual fede possa pre-
starsi alle asserzioni del Sebastiani. Questo compilatore
T. I. p. 57. impudentemente asserisce, che Cluverio pel
primo nella sua Italia Antiqua giudicò , che questo
fosse il tempio di Ercole, e qui sfoggia con una lunga
digressione sul passo noto di Vitruvio, che a Minerva,
Marte ed Ercole doveano edificarsi i templi di ordine
dorico, e questo è corintio, come se in primo luogo il
precetto vitruviano fosse stato obbligatorio, in secondo
luogo, supponendolo tale , che avesse dovuto obbligare
anche quelli che aveano edificato un secolo prima di lui,
e finalmente il fatto di molti templi sacri a Minerva ,
Marte, ed Ercole edificati prima e dopo Vitruvio entro
e fuori le mura di Roma e di altre città, non servisse
a dimostrare appunto, che quel passo di Vitruvio non
ha altro peso, se non quello di farci conoscere, che quel
suo precetto era tutto suo, e per conseguenza che po-
trebbe appena allegarsi nel caso di un tempio che si
dicesse fabbricato da Vitruvio. Ma il più bello di tutto
questo sfoggio di erudizione mendicata è che Cluverio
non solo non dice, che il tempio circolare fosse quello
di Ercole, ma precisamente si oppone a coloro che a-
veano tal congettura : Sane minus suite coniicere vi-
dentur ii, qui id Herculis fuisse templum arbitrantur,
quod hodieque in sinistra Anienis ripa , apud ipsarn
aninis catarractam in rupe conspicuur rotonda for-
ma ec. e sostiene questo suo divisamento colla ragione,
che la grandezza non corrisponde a quella tanto decan-
tata del tempio di Ercole Tiburtino , riflessione giusta,
e degna di uno scrittore dottissimo, quando voglia cre-
dersi, che un solo tempio di Ercole esistesse in Tibur,
cioè quello di Hercules Victor Tiburs ; ma ho già no-