274
mente? Basilica vero monasteri b. Inastasti Christé
martyris una cum baptisterio, et egumenarchio cae-
terisque aedificiis per incuciaci monachorum nocturno
silenzio eocustani a [undamentis usque ad summum te-
ctum, quum audivit misericordissimus praesul, valde
dilucido velocitar currens reperii eam adhuc ardentem
et solummodo arcani eiusdem marlyris erutam in me-
dia curie iacentem: caetera vero sanctuaria seu mi-
nisteria tani in ecclesia guani in vestiario ab ipso igne
conflagrata sant. Qui nimio moerore cum suis mini-
sterialibus certatim extinguens ignem, confestim vi-
ribus totis flammiferis ruinis erutiim e novo in melio-
reni statimi praedictam ecclesiam cum vestiario , et
egumenarchio caeteraque aedificia renovavit alque re-
stauravit: et amplius in ea sanctuaria atque ministe-
ria et ornamenta niaiore quam quae ibidem combusta
sunt contulit. Leone III 1' arricchì di ornamenti e di
arredi sacri, siccome ricavasi dallo stesso bibliotecario:
nello stesso pontificato, l'anno 805, Carlo Magno donò
a questo monastero varie isole, città, e terre della ma-
remma senese, cioè Ansidonia insieme col porto Beni-
lia, porto Ercole, il Giglio , il monte lannuti il monte
Argentario il castello di Orbetello collo stagno, la pe-
sca, e le saline Massiliane, ed il monte Enti, con tutte
le loro pertinenze: l'atto di questa donazione viene ri-
portato dall'Ughelli nella sua Italia Sacra T. I. col. 50.
Fino all anno 1140 ritennero questa chiesa e fan-
nesso monastero i monaci di s. Benedetto: in quell'an-
no però Innocenzo II. la concedette a s. Bernardo ed
ai suoi monaci cistercensi, che l'hanno ritenuta fino a
questi ultimi tempi : perciò sull' architrave del portico
della chiesa si legge in tre linee l'iscrizione seguente:
mente? Basilica vero monasteri b. Inastasti Christé
martyris una cum baptisterio, et egumenarchio cae-
terisque aedificiis per incuciaci monachorum nocturno
silenzio eocustani a [undamentis usque ad summum te-
ctum, quum audivit misericordissimus praesul, valde
dilucido velocitar currens reperii eam adhuc ardentem
et solummodo arcani eiusdem marlyris erutam in me-
dia curie iacentem: caetera vero sanctuaria seu mi-
nisteria tani in ecclesia guani in vestiario ab ipso igne
conflagrata sant. Qui nimio moerore cum suis mini-
sterialibus certatim extinguens ignem, confestim vi-
ribus totis flammiferis ruinis erutiim e novo in melio-
reni statimi praedictam ecclesiam cum vestiario , et
egumenarchio caeteraque aedificia renovavit alque re-
stauravit: et amplius in ea sanctuaria atque ministe-
ria et ornamenta niaiore quam quae ibidem combusta
sunt contulit. Leone III 1' arricchì di ornamenti e di
arredi sacri, siccome ricavasi dallo stesso bibliotecario:
nello stesso pontificato, l'anno 805, Carlo Magno donò
a questo monastero varie isole, città, e terre della ma-
remma senese, cioè Ansidonia insieme col porto Beni-
lia, porto Ercole, il Giglio , il monte lannuti il monte
Argentario il castello di Orbetello collo stagno, la pe-
sca, e le saline Massiliane, ed il monte Enti, con tutte
le loro pertinenze: l'atto di questa donazione viene ri-
portato dall'Ughelli nella sua Italia Sacra T. I. col. 50.
Fino all anno 1140 ritennero questa chiesa e fan-
nesso monastero i monaci di s. Benedetto: in quell'an-
no però Innocenzo II. la concedette a s. Bernardo ed
ai suoi monaci cistercensi, che l'hanno ritenuta fino a
questi ultimi tempi : perciò sull' architrave del portico
della chiesa si legge in tre linee l'iscrizione seguente: