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Nibby, Antonio
Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de'dintorni di Roma (Tomo 3) — [Italien?]: [Verlag nicht ermittelbar], 1837

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https://doi.org/10.11588/diglit.71099#0391
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di Morrio, o Morio par che sia identico a quello di
Mamurio, che secondo la tradizione più commune era
stato il fabbro degli ancili, o scudi sacri, de'quali i Sa-
lii servivansi nelle loro danze sacre, di cui il nome era
sovente ripetuto nel carmen saliare. Veggansi Varrone
de Lingua Lat. lib. V. ed Ovidio Fast. lib. III. v. 392.
Alla epoca della fondazione di Roma Veii certa-
mente esisteva: il suo territorio era vasto; impercioc-
ché escludendo quello de'Capenati, de'Nepesini, e de'Su-
trini, che certamente un tempo furono dipendenze di
Veii, occupava tutto il tratto sulla riva destra del Te-
vere , fra il confluente del rivo oggi detto di Procoio
nuovo e la foce sinistra del Tevere nel mare. E den-
tro terra risalendo il corso del rivo sopraindicato e di
là in linea retta per i Cappuccini di Riano, e Belmon-
te, e Campagnano chiudeva dentro il cratere di Bac-
cano , i laghi di Stracciacappe già Papirano, e quello
di Martignano già Alsietino , e così andava a raggiun-
gere la riva del gran lago Sabbatino oggi di Bracciano
fino all'emissario suo naturale, ossia al corso dell'Arro-
ne, il quale da quel punto fino al mare serviva di con-
fine frai Veienti, ed i Ceriti. Il Tevere lungo tutto il
tratto sopraindicato era il confine naturale frai Veienti
ed i Latini , confine, che fu sanzionato secondo Livio
lib. I c. III. dopo la morte di Enea: Pax ita conve-
nerat ut Etruscis, Latinisque fluvius Albula , quern
nane Tiberini vocant, finis esset. Quindi il Gianicolo,
ed il Vaticano, sebbene oggi in parte siano chiusi en-
tro le mura di Roma , alla epoca della sua fondazione
non solo non facevano parte della città , ma neppure
del suo territorio.
La prima volta, che i Veienti compariscono nella
storia è sotto Romulo stesso, quando, dopo la morte di
Tazio, avendo i Fidenati, che Livio lib. I. c. XV. dice
 
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