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Continuando però la guerra , l'anno 375 fu creato dit-
tatore Tito Quinzio Cincinnato, il quale in pochi giorni
disfece compiutamente i Prenestini sull'Allia, entrò nel
loro territorio e s'impadronì rapidamente di otto castel-
li, condusse l'esercito vittorioso a Velitrae e la espugnò,
e tornato contro Preneste la forzò a capitolare. Livio
lib. VI. c. XXIX.
Non si conoscono quali fossero le condizioni che il
dittatore imponesse a quella colonia recalcitrante; certo
è che non tardò sette anni a ribellarsi di nuovo secon-
do lo storico sovraindicato c. XXXVI. Cominciarono i
Veliterni dal saccheggiare le terre dell' agro romano
loro limitrofe, e si portarono ad assalire Tusculo che era
stretta in alleanza con Roma. Le legioni romane con-
dotte dai tribuni militari li forzarono a ritirarsi dalle
vicinanze di Tusculo , 1' inseguirono fino a Velitrae , e
strinsero quella città con forte assedio: non ab Tusculo
modo submovere hostem, sed intra suamet ipsum moe-
nia compulere, obsidebanturque haud paullo vi ma-
iore Velitrae, quarti Tusculum obsessum fuerat. L'as-
sedio durò tutto 1' anno seguente che passò senza fatti
importanti. Frattanto bollivano in Roma le grandi que-
stioni delle leggi licinie che tendevano a variare la co-
stituzione della republica a segno che si stimò opportu-
no di richiamare le legioni da Velletri, onde i soldati,
come cittadini potessero dare il loro voto. L'assedio non
fu ripreso che l'anno 388, impresa secondo Livio lib. VI.
c. XLII. di esito piuttosto tardo che dubbio. Intanto la
scorreria de'Galli, le guerre contro gli Eroici, i Tibur-
tini, ed i Tarquiniesi distolsero i Romani da questo as-
sedio, che venne rimesso ad altra occasione. Anzi i Ve-
literni udendo l'anno 398 la rotta riportata dai Romani
nella guerra tarquiniese si unirono ai Privernati ed u-
scirono a far scorrerie nell'agro romano. A quella epoca
Continuando però la guerra , l'anno 375 fu creato dit-
tatore Tito Quinzio Cincinnato, il quale in pochi giorni
disfece compiutamente i Prenestini sull'Allia, entrò nel
loro territorio e s'impadronì rapidamente di otto castel-
li, condusse l'esercito vittorioso a Velitrae e la espugnò,
e tornato contro Preneste la forzò a capitolare. Livio
lib. VI. c. XXIX.
Non si conoscono quali fossero le condizioni che il
dittatore imponesse a quella colonia recalcitrante; certo
è che non tardò sette anni a ribellarsi di nuovo secon-
do lo storico sovraindicato c. XXXVI. Cominciarono i
Veliterni dal saccheggiare le terre dell' agro romano
loro limitrofe, e si portarono ad assalire Tusculo che era
stretta in alleanza con Roma. Le legioni romane con-
dotte dai tribuni militari li forzarono a ritirarsi dalle
vicinanze di Tusculo , 1' inseguirono fino a Velitrae , e
strinsero quella città con forte assedio: non ab Tusculo
modo submovere hostem, sed intra suamet ipsum moe-
nia compulere, obsidebanturque haud paullo vi ma-
iore Velitrae, quarti Tusculum obsessum fuerat. L'as-
sedio durò tutto 1' anno seguente che passò senza fatti
importanti. Frattanto bollivano in Roma le grandi que-
stioni delle leggi licinie che tendevano a variare la co-
stituzione della republica a segno che si stimò opportu-
no di richiamare le legioni da Velletri, onde i soldati,
come cittadini potessero dare il loro voto. L'assedio non
fu ripreso che l'anno 388, impresa secondo Livio lib. VI.
c. XLII. di esito piuttosto tardo che dubbio. Intanto la
scorreria de'Galli, le guerre contro gli Eroici, i Tibur-
tini, ed i Tarquiniesi distolsero i Romani da questo as-
sedio, che venne rimesso ad altra occasione. Anzi i Ve-
literni udendo l'anno 398 la rotta riportata dai Romani
nella guerra tarquiniese si unirono ai Privernati ed u-
scirono a far scorrerie nell'agro romano. A quella epoca