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scendendo al ponte, sotto le case moderne è ancora vi-
sibile l'avanzo del recinto che chiudeva la città bassa:
i massi sono parallelepipedi irregolari di pietra locale,
che è una specie di travertino, e sono lunghi 6 piedi,
alti 2 1/4 e dai due strati ancora esistenti apparisce che
seguivano il declivo del monte verso il fiume, il quale
sembra che in origine scorresse più dappresso alle mu-
ra. Queste essendo rimaste corrose vennero rinfiancate
nel VII. secolo di Roma con opera incerta. Avanti a que-
sto avanzo si riconosce ancora un residuo dello speco
dell' antico acquedotto di Claudio rivestito di signino,
il quale malgrado l'asserzione del Cassio Corso delle
zfcque T. I. p. 102 traversava in questo punto l'Anie-
ne nella direzione del ponte attuale come avea bene os-
servato il Fabretti De Aquis et Aquaed. Diss. II. Ap-
pressandosi al ponte e volgendo l'occhio a sinistra sul
margine del fiume scorgonsi quattro fori rotondi orizzon-
tali, che servivano probabilmente per scolo della città.
Il ponte è a tre archi ed è moderno; ma rimangono le
vestigia del più antico, che era di massi quadrilateri,
come si ravvisa alla testata ed al primo pilone verso Vi-
covaro, sul quale veggonsi ancora le traccie di un ar-
chetto de' tempi bassi, indizio di qualche risarcimento.
Sull' ingresso poi sono avanzi considerabili di un arco
di opera laterizia bellissima che per argomento di ana-
logia di costruzione può credersi del tempo di Traja-
no: esso probabilmente venne eretto come un monu-
mento che attestasse i grandi ristauri e miglioramenti,
che quell' ottimo imperadore arrecò agli acquedotti spe-
cialmente della Marcia , della Claudia, e dell' Aniene
Nuova. E varcando in questo luogo il fiume si può an-
dare in due ore a Castel Madama, e di là a Tivoli in
poco più di una. La strada per andarvi, dopo il ponte
sale ed è fiancheggiata da belle rupi di una specie di
scendendo al ponte, sotto le case moderne è ancora vi-
sibile l'avanzo del recinto che chiudeva la città bassa:
i massi sono parallelepipedi irregolari di pietra locale,
che è una specie di travertino, e sono lunghi 6 piedi,
alti 2 1/4 e dai due strati ancora esistenti apparisce che
seguivano il declivo del monte verso il fiume, il quale
sembra che in origine scorresse più dappresso alle mu-
ra. Queste essendo rimaste corrose vennero rinfiancate
nel VII. secolo di Roma con opera incerta. Avanti a que-
sto avanzo si riconosce ancora un residuo dello speco
dell' antico acquedotto di Claudio rivestito di signino,
il quale malgrado l'asserzione del Cassio Corso delle
zfcque T. I. p. 102 traversava in questo punto l'Anie-
ne nella direzione del ponte attuale come avea bene os-
servato il Fabretti De Aquis et Aquaed. Diss. II. Ap-
pressandosi al ponte e volgendo l'occhio a sinistra sul
margine del fiume scorgonsi quattro fori rotondi orizzon-
tali, che servivano probabilmente per scolo della città.
Il ponte è a tre archi ed è moderno; ma rimangono le
vestigia del più antico, che era di massi quadrilateri,
come si ravvisa alla testata ed al primo pilone verso Vi-
covaro, sul quale veggonsi ancora le traccie di un ar-
chetto de' tempi bassi, indizio di qualche risarcimento.
Sull' ingresso poi sono avanzi considerabili di un arco
di opera laterizia bellissima che per argomento di ana-
logia di costruzione può credersi del tempo di Traja-
no: esso probabilmente venne eretto come un monu-
mento che attestasse i grandi ristauri e miglioramenti,
che quell' ottimo imperadore arrecò agli acquedotti spe-
cialmente della Marcia , della Claudia, e dell' Aniene
Nuova. E varcando in questo luogo il fiume si può an-
dare in due ore a Castel Madama, e di là a Tivoli in
poco più di una. La strada per andarvi, dopo il ponte
sale ed è fiancheggiata da belle rupi di una specie di