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narra al capo XIV. come Belisario venendo a Roma
scelse la via latina ed entrò per la porta Asinaria.
Passata questa intersecazione della via asinaria col-
la latina, circa 1000 piedi più oltre vedesi in una vi-
gna a sinistra un bel sepolcro di opera laterizia di for-
ma quadrilatera ornato di due mezze colonne di ordine
dorico e di un frontispizio che racchiudevano una spe-
cie di arco o nicchia entro la quale sembra che fosse
la immagine coricata del defunto. La costruzione che
è delle più belle, e lo stile di questo monumento sono
communi a molti altri sepolcri della via latina , e tutti
appartengono al primo secolo dell'impero, e particolar-
mente alla epoca neroniana, quando pare che fosse una
specie di moda lo essere sepolto su questa strada. Non
molti passi dopo incontrasi un tratto piccolo dell'antico
pavimento, tanto più pregevole, che mentre è un testi-
monio di fatto della via, è il solo pezzo visibile, che ne
rimanga fino a Tusculo. Mille piedi più oltre la via di-
scende alquanto il lembo superiore di una convalle che
va a terminare nella valle della Caffarella: ivi è inter-
secata da un' altra strada antica, rimanendone di tratto
in tratto gl'indizii, che va ad unirsi coll'Asinaria, e par-
mi che fosse un tramite fralla Prenestina , la Labicana
e la Latina, e per 1' Asinaria communicava coll' Appia
e coll'Ardeatina.
Risalendo il lembo opposto veggonsi a sinistra am-
pie cave di arena vulcanica, o pozzolana, e poco dopo
a destra rovine di conserve e di sepolcri fra' quali tor-
reggia il masso di uno che può riguardarsi come se-
gnale del punto dove la via latina vien traversata dalla
strada postale moderna di Albano, circa 2 m. fuori della
porta Capena.
Fino al punto in che raggiunge la strada postale,
la via antica sebbene abbandonata, squallida, e deserta
narra al capo XIV. come Belisario venendo a Roma
scelse la via latina ed entrò per la porta Asinaria.
Passata questa intersecazione della via asinaria col-
la latina, circa 1000 piedi più oltre vedesi in una vi-
gna a sinistra un bel sepolcro di opera laterizia di for-
ma quadrilatera ornato di due mezze colonne di ordine
dorico e di un frontispizio che racchiudevano una spe-
cie di arco o nicchia entro la quale sembra che fosse
la immagine coricata del defunto. La costruzione che
è delle più belle, e lo stile di questo monumento sono
communi a molti altri sepolcri della via latina , e tutti
appartengono al primo secolo dell'impero, e particolar-
mente alla epoca neroniana, quando pare che fosse una
specie di moda lo essere sepolto su questa strada. Non
molti passi dopo incontrasi un tratto piccolo dell'antico
pavimento, tanto più pregevole, che mentre è un testi-
monio di fatto della via, è il solo pezzo visibile, che ne
rimanga fino a Tusculo. Mille piedi più oltre la via di-
scende alquanto il lembo superiore di una convalle che
va a terminare nella valle della Caffarella: ivi è inter-
secata da un' altra strada antica, rimanendone di tratto
in tratto gl'indizii, che va ad unirsi coll'Asinaria, e par-
mi che fosse un tramite fralla Prenestina , la Labicana
e la Latina, e per 1' Asinaria communicava coll' Appia
e coll'Ardeatina.
Risalendo il lembo opposto veggonsi a sinistra am-
pie cave di arena vulcanica, o pozzolana, e poco dopo
a destra rovine di conserve e di sepolcri fra' quali tor-
reggia il masso di uno che può riguardarsi come se-
gnale del punto dove la via latina vien traversata dalla
strada postale moderna di Albano, circa 2 m. fuori della
porta Capena.
Fino al punto in che raggiunge la strada postale,
la via antica sebbene abbandonata, squallida, e deserta