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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Antica — Roma: Tipografia delle belle arti, 1838

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https://doi.org/10.11588/diglit.68900#0075
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Foro, Subura 55
Curzio e la fonte di Giuturna, delle quali tornerò a
parlare descrivendo particolarmente il Foro. Ma dopo
che si strinse la pace fra Romulo e Tazio, fu destinata,
secondo Dionisio, a Foro commune ai due popoli riu-
niti, ed allora si abbatterono le selve e colmaronsi i ri-
stagni delle acque: ecco le parole di questo storico in-
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il campo che soggiace al Capitolio, abbattendo la sel-
va nata in esso, e la palude che per essere il luogo
concavo ristagnava per le acque che scendevano dai
monti in gran parte colmando, stabilirono ivi il Foro
del quale anche oggidì i Romani fanno uso : e le adu-
nanze tenevano, trattando di affari publici nel tem-
pio di Falcano , che sovrastai dappresso al Foro.
Questo fu dopo quella destinazione designato col nome
di Fo rum Romanum, e di Fo rum per eccellenza, no-
me non ancora dimenticato.
La valle, che divide dal Celio l’Esquilino-Oppio,
quella che separa questo colle dalle frastagliature che
vanno pure sotto la denominazione di Esquilino, ed il
solco che separa l’Esquilino-Oppio dall’Esquilino-Cispio
ebbero insieme il nome di Subura , del quale così
Marrone ragiona lib. IV. §. 46. 48, mostrandone la
prossimità al Celio ed alle Carine e le origini del no-
me : In Suburanae regionis parte princeps est Coelius
mons .. . Eidem regioni attributa Subura, quod sub
muro terreo Carinarum : in ea est Argaeorum sacel-
han sextum. Subura lunius scribit ab eo quod fuerit
 
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