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Nibby, Antonio
Roma nell'anno 1838: descritta da Antonio Nibby (Parte 1): Moderna — Roma: Tipografia delle Belle Arti, 1839

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https://doi.org/10.11588/diglit.68898#0029
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Chiese

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tìtolo era la Diaconia, così chiamandosi un ospizio, do-
ve dai diaconi regionari] alimentavansi le vedove, i pu-
pilli, e i vecchi poveri della regione: l’oratorio an-
nesso a tale ospizio , diverso in origine dalle chiese ,
dove particolarmente la distribuzione facevasi, ritenne
solo il nome di Diaconia, del quale nel nono secolo era-
no insignite ventiquattro chiese di Roma, secondo che
in Anastasio si leggono in varii luoghi citate. Finalmen-
te mi resta dir qualche cosa di que’ luoghi sacri che
Oratorium ed Oraculum negli scrittori ecclesiastici la-
tini troviamo nominati come particolarmente in Ana-
stasio può osservarsi, e che in greco si dissero Ευζτ'ζ;-
pioy Concilio Calced: e Eusebio lib. Vili,
cap. XII. Con tale denominazione intendevano un luo-
go o camera, ora isolata, ora attinente a fabbriche ed
a chiese, dove non si celebravano sagrifìcii, non si am-
ministravano sagramenti, non si leggevano le scritture,
ma soltanto si orava e si cantavano salmi: Γη oratorio,
dice s. Agostino Epistola CXXI. praeter orarteli et
psallendi cultum, penitus nìliil agatur ut nomini huic
et. opera iugiter impensa concorderei: ed altrove Epist.
CXI.zn oratorio nomo aliquid agat itisi id quod est fa-
ctum, unde et nomen accepit.
Mostrata la nomenclatura delle antiche chiese è tem-
po di passare alla descrizione delle parti determinate
di ciascuna di esse , avvertendo però, che quantunque
chiese esistessero fino dal tempo degli apostoli , come
può riconoscersi da quanto esposi dove del nome Ec-
clesia tenni discorso, ed in Roma chiese publiche sor-
gessero fin dalla epoca di Alessandro Severo come si
trae da Lampridio in Alex. Sev. c. XLIX. pure d’uopo
è riconoscere che sì per l’avversità de’tempi e pel con-
flitto ostinato col paganesimo , sì per lo stato discipli-
nare e liturgico , che a poco a poco si andò formando
 
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