36 Chiese
interno è diviso in tre navi da sei colonne di granito
bigio per parte di ordine jonico. La tribuna come ri-
ferisce il Baglioni p. 66 era stata dipinta l’anno 1589
da Giacomo Rocca scolaro di Daniele da Volterra che
vi avea rappresentato il martirio della santa titolare; ma
nei ristauri fatti sotto Urbano Vili, quelle pitture pe-
rirono. In loro luogo vennero sostituite quelle che og-
gi ivi si veggono, lavoro non di Gio. Domenico Cerci-
ni detto il cav. perugino, scolaro di Guido, come si leg-
ge nella Guida di Pioma, ma di Paolo Gismondi perugino
allievo di Pietro da Cortona per testimonianza del Ti-
ti, dellOrlandi, e del Ticozzi, irai quali il Titi fu con-
temporaneo di quel lavoro: questi oltre la tribuna di-
pinse ancora le storie della nave di mezzo. Sotto Γ al-
tare maggiore racchiudonsi, entro una urna i corpi de’
ss.Ippolito Adria, Maria, e Neone martiri, e parte di quel-
li delle ss. Paolina, Aurelia, Martana, e Nominanda, con
molte altre reliquie, come si può leggere nella storia
del Laurenti, il quale riferisce la epigrafe ivi apposta
dal card. Antonio Barberini l’anno 1636: l’altra parte
i de’ corpi delle ss. Paolina, Aurelia, Martana e Nomi-
nanda furono lo stesso anno riposti sotto Γ altare di s.
Agata. Il quadro della cappella a destra rappresentante
la Madonna co’ss. Benedetto, Guglielmo, e Donato pro-
tettori dell’ordine olivetano della congregazione di Mon-
tevergine fu dipinto da Giuseppe Montesanto l’anno 1750
come accenna il Laurenti.
Molte lapidi esistevano in questa chiesa che ne’ri-
stauri del secolo XV, e XVII. furono smarrite: alcune
di queste erano antiche, altre poi erano moderne, e fu-
rono date dal Martinelli e dal Laurenti nella storia di
questa chiesa. Fra quelle esistenti merita specialmente
di ricordarsi quella del celebre Giovanni Lascari, che
è a destra della porta grande :
interno è diviso in tre navi da sei colonne di granito
bigio per parte di ordine jonico. La tribuna come ri-
ferisce il Baglioni p. 66 era stata dipinta l’anno 1589
da Giacomo Rocca scolaro di Daniele da Volterra che
vi avea rappresentato il martirio della santa titolare; ma
nei ristauri fatti sotto Urbano Vili, quelle pitture pe-
rirono. In loro luogo vennero sostituite quelle che og-
gi ivi si veggono, lavoro non di Gio. Domenico Cerci-
ni detto il cav. perugino, scolaro di Guido, come si leg-
ge nella Guida di Pioma, ma di Paolo Gismondi perugino
allievo di Pietro da Cortona per testimonianza del Ti-
ti, dellOrlandi, e del Ticozzi, irai quali il Titi fu con-
temporaneo di quel lavoro: questi oltre la tribuna di-
pinse ancora le storie della nave di mezzo. Sotto Γ al-
tare maggiore racchiudonsi, entro una urna i corpi de’
ss.Ippolito Adria, Maria, e Neone martiri, e parte di quel-
li delle ss. Paolina, Aurelia, Martana, e Nominanda, con
molte altre reliquie, come si può leggere nella storia
del Laurenti, il quale riferisce la epigrafe ivi apposta
dal card. Antonio Barberini l’anno 1636: l’altra parte
i de’ corpi delle ss. Paolina, Aurelia, Martana e Nomi-
nanda furono lo stesso anno riposti sotto Γ altare di s.
Agata. Il quadro della cappella a destra rappresentante
la Madonna co’ss. Benedetto, Guglielmo, e Donato pro-
tettori dell’ordine olivetano della congregazione di Mon-
tevergine fu dipinto da Giuseppe Montesanto l’anno 1750
come accenna il Laurenti.
Molte lapidi esistevano in questa chiesa che ne’ri-
stauri del secolo XV, e XVII. furono smarrite: alcune
di queste erano antiche, altre poi erano moderne, e fu-
rono date dal Martinelli e dal Laurenti nella storia di
questa chiesa. Fra quelle esistenti merita specialmente
di ricordarsi quella del celebre Giovanni Lascari, che
è a destra della porta grande :