216 Chiese
da altri appellato II, narrando la cura che mise quel pa-
pa a ristaurare i quattro ospizii di già esistenti aggiun-
ge che ne fondò un quinto nel luogo chiamato in Pia-
tana, che potesse contener cento poveri, e vi riceves-
sero il vitto giornaliero : è naturale supporre che vi ag-
giungesse pel loro uso una chiesa, e questa è appunto
quella di s. Eustachio, la quale mentre non si ricorda
mai ne' documenti de’ tempi antecedenti si ricorda in
quelli della fine dello stesso secolo Vili, e nel primo
periodo del IX. particolarmente dall’anonimo di Mabil-
lon. Essere stata già collegiata nell’anno 998 lo dimo-
stra il placito pubblicato dal Mabillon e dal Muratori,
tenuto in quell’anno in presenza di Gregorio V papa ,
e di Ottone III imperadore fra Ugo abbate di Farfa ed
i preti di questa chiesa circa le due chiese di s. Ma-
ria, e di s. Benedetto nelle prossime terme alessandri-
ne, chiese che vennero dal capitolo de’preti rifiutate ai
monaci. Sotto papa Celestino III. venne riedificata, ed
a quella epoca appartiene il campanile : un documento
se ne ha nella lunga lapide esistente in chiesa affissa
al muro, già riferita dal Galletti Inscr. Rom. Gl. I. n.
54; nella quale si dice che l’anno 1196, sesto di papa
Celestino III. nella domenica in che si canta Modicum
fu dedicata questa chiesa co’tre altari che racchiudeva
dallo stesso papa coll’assistenza di Ottaviano vescovo di
Ostia, Gallozza vescovo di Porto , Giovanni vescovo di
Albano, Pietro arcivescovo Aggerense, Anastasio Capu-
taquense, Niccolò Forosemproniense e Sabarisco Baden-
se, e quindi si enumerano le reliquie poste nell’altare
maggiore, e quelle riposte sotto lo stesso altare nella
urna, in conchina. Tutta quella funzione venne esegui-
ta per le cure dell’arciprete Saccoccia con grandissima
pompa. I corpi allora posti nella urna sono quelli de’
martiri s. Eustachio e Teopista sua moglie , Agapito e
da altri appellato II, narrando la cura che mise quel pa-
pa a ristaurare i quattro ospizii di già esistenti aggiun-
ge che ne fondò un quinto nel luogo chiamato in Pia-
tana, che potesse contener cento poveri, e vi riceves-
sero il vitto giornaliero : è naturale supporre che vi ag-
giungesse pel loro uso una chiesa, e questa è appunto
quella di s. Eustachio, la quale mentre non si ricorda
mai ne' documenti de’ tempi antecedenti si ricorda in
quelli della fine dello stesso secolo Vili, e nel primo
periodo del IX. particolarmente dall’anonimo di Mabil-
lon. Essere stata già collegiata nell’anno 998 lo dimo-
stra il placito pubblicato dal Mabillon e dal Muratori,
tenuto in quell’anno in presenza di Gregorio V papa ,
e di Ottone III imperadore fra Ugo abbate di Farfa ed
i preti di questa chiesa circa le due chiese di s. Ma-
ria, e di s. Benedetto nelle prossime terme alessandri-
ne, chiese che vennero dal capitolo de’preti rifiutate ai
monaci. Sotto papa Celestino III. venne riedificata, ed
a quella epoca appartiene il campanile : un documento
se ne ha nella lunga lapide esistente in chiesa affissa
al muro, già riferita dal Galletti Inscr. Rom. Gl. I. n.
54; nella quale si dice che l’anno 1196, sesto di papa
Celestino III. nella domenica in che si canta Modicum
fu dedicata questa chiesa co’tre altari che racchiudeva
dallo stesso papa coll’assistenza di Ottaviano vescovo di
Ostia, Gallozza vescovo di Porto , Giovanni vescovo di
Albano, Pietro arcivescovo Aggerense, Anastasio Capu-
taquense, Niccolò Forosemproniense e Sabarisco Baden-
se, e quindi si enumerano le reliquie poste nell’altare
maggiore, e quelle riposte sotto lo stesso altare nella
urna, in conchina. Tutta quella funzione venne esegui-
ta per le cure dell’arciprete Saccoccia con grandissima
pompa. I corpi allora posti nella urna sono quelli de’
martiri s. Eustachio e Teopista sua moglie , Agapito e