350 Chiese
colorito in un pilastro, di contro all’altar di s. Carlo’/
per mano di Gio. de* Vecchi. II quadro posto dietro al
ciborio, e che risponde entro il coro, è una copia della
Madonna, detta della gatta, eseguita da uno scolare di
Giulio Promano, il cui originale trovasi nella galleria de-
gli studj in Napoli. Il nominato coro fu edificato dopo
la metà del secolo XVI., stantechè per lo avanti trova-
vasi nella nave di mezzo , come si disse in principio.
Le pitture nella volta della tribuna sono affreschi di
Niccolò Trometta da Pesaro; il Quadro di s. Giacomo
della Marca, e di s. Francesco, è di Odoardo Vicinel-
li; l’altro col B. Gio. de Pardo è di Francesco Berto-
si. Quivi si vede il bel deposito di Gio. Battista Savelli
morto nel 1498; e in terra una semplice pietra ricor-
da la sepoltura di Sigismondo Conti da Fuligno, secre-
tarlo di Giulio II. il quale fece condurre da Piaffaello la
celebratissima tavola, conosciuta col nome della Madon-
na di Fuligno; tavola dipinta nel 1512, e che rimase
fino al 1565 sull’altar maggiore di questa chiesa, da dove
suor Anna, sorella al detto Sigismondo, la fece togliere
e recare a Fuligno nella chiesa unita al monastero ove
era ella monica. Quivi rimase fino all’invasion francese,
e dopo ritornata da Parigi, dove la portarono i vinci-
tori , fu posta nella celebre pinacoteca vaticana. Nei
pilastri di faccia all’altare veggonsi gli amboni per can-
tarvi su la epistola ed il vangelo : essi sono lavorati in
marmo con ornati di mosaico , ed appartennero alla
chiesa antiea, come lo mostra la loro gotica forma.
Dopo Paltar maggiore, andando verso la nave mi-
nore a sinistra , incontrasi Γ altare di s. Giuseppe , fat-
to erigere da Giulia Arrigoni, con architettura quasi
simile in tutto a quello di s. Carlo; un divoto nel se-
colo XVII. lo adornò con bei marmi. Ivi, stando a quel
che narra il Vasari, eravi un affresco di Giottino, rap-
colorito in un pilastro, di contro all’altar di s. Carlo’/
per mano di Gio. de* Vecchi. II quadro posto dietro al
ciborio, e che risponde entro il coro, è una copia della
Madonna, detta della gatta, eseguita da uno scolare di
Giulio Promano, il cui originale trovasi nella galleria de-
gli studj in Napoli. Il nominato coro fu edificato dopo
la metà del secolo XVI., stantechè per lo avanti trova-
vasi nella nave di mezzo , come si disse in principio.
Le pitture nella volta della tribuna sono affreschi di
Niccolò Trometta da Pesaro; il Quadro di s. Giacomo
della Marca, e di s. Francesco, è di Odoardo Vicinel-
li; l’altro col B. Gio. de Pardo è di Francesco Berto-
si. Quivi si vede il bel deposito di Gio. Battista Savelli
morto nel 1498; e in terra una semplice pietra ricor-
da la sepoltura di Sigismondo Conti da Fuligno, secre-
tarlo di Giulio II. il quale fece condurre da Piaffaello la
celebratissima tavola, conosciuta col nome della Madon-
na di Fuligno; tavola dipinta nel 1512, e che rimase
fino al 1565 sull’altar maggiore di questa chiesa, da dove
suor Anna, sorella al detto Sigismondo, la fece togliere
e recare a Fuligno nella chiesa unita al monastero ove
era ella monica. Quivi rimase fino all’invasion francese,
e dopo ritornata da Parigi, dove la portarono i vinci-
tori , fu posta nella celebre pinacoteca vaticana. Nei
pilastri di faccia all’altare veggonsi gli amboni per can-
tarvi su la epistola ed il vangelo : essi sono lavorati in
marmo con ornati di mosaico , ed appartennero alla
chiesa antiea, come lo mostra la loro gotica forma.
Dopo Paltar maggiore, andando verso la nave mi-
nore a sinistra , incontrasi Γ altare di s. Giuseppe , fat-
to erigere da Giulia Arrigoni, con architettura quasi
simile in tutto a quello di s. Carlo; un divoto nel se-
colo XVII. lo adornò con bei marmi. Ivi, stando a quel
che narra il Vasari, eravi un affresco di Giottino, rap-