506 Chiese
Da quanto rilevasi da una lapide posta nell’ inte-
riore della chiesa da man sinistra entrando, sembra che
dopo l’edificazione di Belisario la fabbrica caddesse in
mina e venisse rialzata a spese de’devoti. Essendo essa
una parrocchia antica unita a quella di s. Marcello, Gre-
gorio XIII. la separò e la''concedette ai PP. crociferi
così detti da una croce di argento che portavano in
petto dal destro lato, i quali la tennero fino al ponti-
ficato d’ Innocenzo X. , che sopprimendo la loro reli-
gione, diede la chiesa e l’abitazione congiuntale ai chie-
rici regolari ministri degl' in fermio iustituiti da s. Ca-
millo de Lellis, i quali ivi posero il loro noviziato e vi
sono dimorati fino al 1 339, allorché passarono nella pros-
sima chiesa de’Ss. Vincenzo ed Anastasio, da dove par-
tirono i chierici regolari minori di s, Lorenzo in Lu-
cina per prendere il loro luogo in s. Maria in Trivio’
I detti PP. crociferi verso l’anno 1573 ristoraro-
no tutta intera la chiesa, come ne fanno lede le iscri-
zioni postevi in fronte, servendosi all’uopo dell’architet-
to Giacomo del Duca, il quale ornò la facciala in bas-
so con quattro pilastri jouici di travertino, ed in alto
fecevi de’bizzarri ornamenti, secondo era il suo stile
fantastico, quantunque avesse appreso l’arte alla scuola
di Michelangiolo; nell’interno mantenne l’ordine stesso
del di fuori, ma non per questo si scordò le solite stra-
vaganze. I PP. ministri degl’ infermi quando presero
possesso del luogo Io ristorarono e l’abbellirono assai
e ciò fu nel pontificato d’Alessandro VII.
La chiesa ha una sola nave con quattro cappelle
senza sfondo, ed il cappellone maggiore nell’estremità
superiore. Il pavimento è di puliti marmi, le pareti so-
no ricche di stucchi messi ad oro, e la volta co’suoi
peducci è tutta dipinta colle storie di Maria Vergine,
condotte da Antonio Gherardi da Rieti, ed il Titi di-
Da quanto rilevasi da una lapide posta nell’ inte-
riore della chiesa da man sinistra entrando, sembra che
dopo l’edificazione di Belisario la fabbrica caddesse in
mina e venisse rialzata a spese de’devoti. Essendo essa
una parrocchia antica unita a quella di s. Marcello, Gre-
gorio XIII. la separò e la''concedette ai PP. crociferi
così detti da una croce di argento che portavano in
petto dal destro lato, i quali la tennero fino al ponti-
ficato d’ Innocenzo X. , che sopprimendo la loro reli-
gione, diede la chiesa e l’abitazione congiuntale ai chie-
rici regolari ministri degl' in fermio iustituiti da s. Ca-
millo de Lellis, i quali ivi posero il loro noviziato e vi
sono dimorati fino al 1 339, allorché passarono nella pros-
sima chiesa de’Ss. Vincenzo ed Anastasio, da dove par-
tirono i chierici regolari minori di s, Lorenzo in Lu-
cina per prendere il loro luogo in s. Maria in Trivio’
I detti PP. crociferi verso l’anno 1573 ristoraro-
no tutta intera la chiesa, come ne fanno lede le iscri-
zioni postevi in fronte, servendosi all’uopo dell’architet-
to Giacomo del Duca, il quale ornò la facciala in bas-
so con quattro pilastri jouici di travertino, ed in alto
fecevi de’bizzarri ornamenti, secondo era il suo stile
fantastico, quantunque avesse appreso l’arte alla scuola
di Michelangiolo; nell’interno mantenne l’ordine stesso
del di fuori, ma non per questo si scordò le solite stra-
vaganze. I PP. ministri degl’ infermi quando presero
possesso del luogo Io ristorarono e l’abbellirono assai
e ciò fu nel pontificato d’Alessandro VII.
La chiesa ha una sola nave con quattro cappelle
senza sfondo, ed il cappellone maggiore nell’estremità
superiore. Il pavimento è di puliti marmi, le pareti so-
no ricche di stucchi messi ad oro, e la volta co’suoi
peducci è tutta dipinta colle storie di Maria Vergine,
condotte da Antonio Gherardi da Rieti, ed il Titi di-