s. Maria in Vallicella 513
BAnnunziata, lavoro del Passignani, scolare del Naldi-
ni, e di Federico Zuccheri , il cui stile non è il più
ricercato, nè il più corretto, ma è macchinoso, ricco di
architetture e di abiti popolani. Il quadro della visita-
zione di s. Elisabetta nella cappella che vieti dopo fu
condotto con grazia e venustà non comune dal nominato
Barocci, che lo colorì in Urbino e mandollo a Roma:
è fama, che a s. Filippo Neri inspirasse tanta divozione
questa pittura, che di continuo stava nella cappella ov’è
collocata a fare le sue orazioni. I tre scompartimenti
ad olio che si veggono nella volta sono opere ben co-
lorite di Carlo Saraceni veneziano. La quarta cappel-
la, proseguendo il cammino verso la porta, ha sull’al-
tare un dipinto assai diligente di Durante Alberti, rap-
presentante la nascita di Gesù, e passa per la miglior
opera di tale artista: le tre sante dipinte ad olio sullo
stucco nella volta sono del Roncalli. Nella quinta cap-
pella si vede l’adorazione de’Magi , lavoro di larga e
franca maniera di Cesare Nebbia scolare del Muziano.
L’ultima cappella contiene la presentazione di Cristo
al tempio, eseguita dal cav. d’Arpino, che condusse pu-
re i tre santi per di sopra nella volta.
La sacristia di questa chiesa fu architettata da Paolo
Maruccelli, e riuscì maestosa. La statua di s. Filippo che
ivi si vede sull’altare venne sculta con sommo magistero
d’arte dall’ Algardi , il quale formò anche il busto in
bronzo di Gregorio XV., posto sopra la porta. Il qua-
dro che sta in alto , con Maria vergine in una gloria
d’angioli è opera di Giovan Domenico Cercini di Pe-
rugia , scolare di Guido , alla cui maniera si attenne
con ogni cura. La volta, ov’ è un angiolo colla croce
ed altri putti cogli istrumenti della passion di Gesù, si
reputa una delle opere meglio immaginate e più feli-
cemente eseguite da quel feracissimo ingegno che fu
Pietro Berrettini da Cortona.
BAnnunziata, lavoro del Passignani, scolare del Naldi-
ni, e di Federico Zuccheri , il cui stile non è il più
ricercato, nè il più corretto, ma è macchinoso, ricco di
architetture e di abiti popolani. Il quadro della visita-
zione di s. Elisabetta nella cappella che vieti dopo fu
condotto con grazia e venustà non comune dal nominato
Barocci, che lo colorì in Urbino e mandollo a Roma:
è fama, che a s. Filippo Neri inspirasse tanta divozione
questa pittura, che di continuo stava nella cappella ov’è
collocata a fare le sue orazioni. I tre scompartimenti
ad olio che si veggono nella volta sono opere ben co-
lorite di Carlo Saraceni veneziano. La quarta cappel-
la, proseguendo il cammino verso la porta, ha sull’al-
tare un dipinto assai diligente di Durante Alberti, rap-
presentante la nascita di Gesù, e passa per la miglior
opera di tale artista: le tre sante dipinte ad olio sullo
stucco nella volta sono del Roncalli. Nella quinta cap-
pella si vede l’adorazione de’Magi , lavoro di larga e
franca maniera di Cesare Nebbia scolare del Muziano.
L’ultima cappella contiene la presentazione di Cristo
al tempio, eseguita dal cav. d’Arpino, che condusse pu-
re i tre santi per di sopra nella volta.
La sacristia di questa chiesa fu architettata da Paolo
Maruccelli, e riuscì maestosa. La statua di s. Filippo che
ivi si vede sull’altare venne sculta con sommo magistero
d’arte dall’ Algardi , il quale formò anche il busto in
bronzo di Gregorio XV., posto sopra la porta. Il qua-
dro che sta in alto , con Maria vergine in una gloria
d’angioli è opera di Giovan Domenico Cercini di Pe-
rugia , scolare di Guido , alla cui maniera si attenne
con ogni cura. La volta, ov’ è un angiolo colla croce
ed altri putti cogli istrumenti della passion di Gesù, si
reputa una delle opere meglio immaginate e più feli-
cemente eseguite da quel feracissimo ingegno che fu
Pietro Berrettini da Cortona.