548 Chiese
fitto, una più spaziosa e più alta nel mezzo, due mi-
nori e più basse ne’ lati. Esse vengono divise da due
ordini di dodici colonne ciascuno, le quali sono di
marmi differenti, cioè bigio, cipollino, e bianco, posano
colla base sopra ben alti piedistalli di marmo bigio, ed
hanno capitelli corintii di marmo bianco, salvo le ot-
to presso il presbiterio che son dorati. Tutte queste
colonne, spettanti già ad edificj antichi, sorreggono en-
tro la nave grande, una cornice architravata nel cui fre-
gio veggonsi moltissimi simboli del vecchio e nuovo te-
stamento : di sopra alla cornice s’ alzano le pareti in
pilastri corintii scanalati, lungo le quali sono collocate
entro nicchie le statue di stucco in numero di 10 (ol-
tre quelle de’ santi Pietro e Paolo ai lati della porta )
e sono: a destra, s. Gio. Battista, sopra la porta, santa
Ciriaca , s. Stefano papa, s. Sebastiano papa e s. Ali-
candro; a sinistra, s. Antonio abbate sulla porta, santa
Giusta, madre di s. Silvestro , s. Innocenzo papa, san
Martino papa , e s. Teodoro: tutte queste statue sono
poste in mezzo da due grandi tondi ciascuna ne’quali
sono effigie d’altri santi di bassorilievo in istucco; tan-
to le statue quanto i medaglioni ed i simboli nel fregio
sono tutti lavori stimabili di Paolo Naldini, trattine i
Ss. Gio. Battista ed Antonio abbate che furono eseguiti
da un fiammingo. Il pavimento di questa nave è in mat-
toni con liste di marmo, e nei lati vi stanno collocate
una dopo l’altra le antiche memorie sepolcrali, che nel
passato formavano quasi intero il pavimento della chie-
sa: il soffitto ha uno scomparto semplice di cassettoni
con fregi dorati , e vi si veggono tre arme; la prima
vicino all’ingresso è quella dell’ordine carmelitano, la
seconda è quella del pontefice Pio IV., sotto cui l’ope«
ra fu eseguita, la terza spetta al card. s. Carlo Borro-
meo , a cui spese fecesi il lavoro. All’estremità supe-
fitto, una più spaziosa e più alta nel mezzo, due mi-
nori e più basse ne’ lati. Esse vengono divise da due
ordini di dodici colonne ciascuno, le quali sono di
marmi differenti, cioè bigio, cipollino, e bianco, posano
colla base sopra ben alti piedistalli di marmo bigio, ed
hanno capitelli corintii di marmo bianco, salvo le ot-
to presso il presbiterio che son dorati. Tutte queste
colonne, spettanti già ad edificj antichi, sorreggono en-
tro la nave grande, una cornice architravata nel cui fre-
gio veggonsi moltissimi simboli del vecchio e nuovo te-
stamento : di sopra alla cornice s’ alzano le pareti in
pilastri corintii scanalati, lungo le quali sono collocate
entro nicchie le statue di stucco in numero di 10 (ol-
tre quelle de’ santi Pietro e Paolo ai lati della porta )
e sono: a destra, s. Gio. Battista, sopra la porta, santa
Ciriaca , s. Stefano papa, s. Sebastiano papa e s. Ali-
candro; a sinistra, s. Antonio abbate sulla porta, santa
Giusta, madre di s. Silvestro , s. Innocenzo papa, san
Martino papa , e s. Teodoro: tutte queste statue sono
poste in mezzo da due grandi tondi ciascuna ne’quali
sono effigie d’altri santi di bassorilievo in istucco; tan-
to le statue quanto i medaglioni ed i simboli nel fregio
sono tutti lavori stimabili di Paolo Naldini, trattine i
Ss. Gio. Battista ed Antonio abbate che furono eseguiti
da un fiammingo. Il pavimento di questa nave è in mat-
toni con liste di marmo, e nei lati vi stanno collocate
una dopo l’altra le antiche memorie sepolcrali, che nel
passato formavano quasi intero il pavimento della chie-
sa: il soffitto ha uno scomparto semplice di cassettoni
con fregi dorati , e vi si veggono tre arme; la prima
vicino all’ingresso è quella dell’ordine carmelitano, la
seconda è quella del pontefice Pio IV., sotto cui l’ope«
ra fu eseguita, la terza spetta al card. s. Carlo Borro-
meo , a cui spese fecesi il lavoro. All’estremità supe-