s. Pietro in Vaticano 607
Ai piedi poi della figura di s. Pietro sono questi al-
tri versi :
Sunt haec Eugenii monimenta illustrici quarti:,
Eccelsi haec arimi sunt monimenta sui.
Quanto al merito di quest’ opera convien confes-
sare che è ben poco, ed il Vasari a tutta ragione biasima
il lavoro, e non sa persuadersi come , mentre eranvi
tanti valenti artefici, chi lo commise volesse affidarlo al
Filarete. Gli ornati però di queste porte sono assai buo-
ni e sembra venissero copiati da qualche opera antica :
le giunte fattevi da Paolo V. , sopra e sotto, si ricono-
scono a colpo d’ occhio per la goffezza del disegno:
nel di dentro all’ imposta sinistra si osserva una sto-
ricità esprimente il Filarete e Simone fratello di Do-
natello, che assieme agli scolari se ne vanno a spasso ad
una vigna per ivi far gozzoviglia. Superiormente a que-
sta porta è un bassorilievo in marmo, lavoro del Ber-
nini, nel quale si rappresenta Gesù Cristo che affida a
s. Pietro il suo ovile, opera di beH’effetto. Ai lati delle
porte sono tre lapidi, una presso la porta santa, e con-
tiene la bolla di Bonifacio Vili., per la promulgazione
del primo Giubileo: la seconda tra la porta grande e
quella prossima, esprimente un elogio iti versi compo-
sto da Carlo Magno ad onore di papa Adriano I ; la ter-
za è una donazione di alquanti oliveti, fatta da s. Grego-
rio IL, alla Basilica pel mantenimento delle lampade, e
vedesi collocata fra le ultime due porte a sinistra. Sul-
l’ingresso principale del portico, proprio in faccia alla
porta maggiore, si osserva il musaico di Giotto , com-
messogli dal card. Stefaneschi, a cui costò 2200 fiorini.
Esso rappresenta la navicella di s. Pietro, ed il Vasari
cosi ne parla. « Di mano del quale (Giotto) ancora fu la
Ai piedi poi della figura di s. Pietro sono questi al-
tri versi :
Sunt haec Eugenii monimenta illustrici quarti:,
Eccelsi haec arimi sunt monimenta sui.
Quanto al merito di quest’ opera convien confes-
sare che è ben poco, ed il Vasari a tutta ragione biasima
il lavoro, e non sa persuadersi come , mentre eranvi
tanti valenti artefici, chi lo commise volesse affidarlo al
Filarete. Gli ornati però di queste porte sono assai buo-
ni e sembra venissero copiati da qualche opera antica :
le giunte fattevi da Paolo V. , sopra e sotto, si ricono-
scono a colpo d’ occhio per la goffezza del disegno:
nel di dentro all’ imposta sinistra si osserva una sto-
ricità esprimente il Filarete e Simone fratello di Do-
natello, che assieme agli scolari se ne vanno a spasso ad
una vigna per ivi far gozzoviglia. Superiormente a que-
sta porta è un bassorilievo in marmo, lavoro del Ber-
nini, nel quale si rappresenta Gesù Cristo che affida a
s. Pietro il suo ovile, opera di beH’effetto. Ai lati delle
porte sono tre lapidi, una presso la porta santa, e con-
tiene la bolla di Bonifacio Vili., per la promulgazione
del primo Giubileo: la seconda tra la porta grande e
quella prossima, esprimente un elogio iti versi compo-
sto da Carlo Magno ad onore di papa Adriano I ; la ter-
za è una donazione di alquanti oliveti, fatta da s. Grego-
rio IL, alla Basilica pel mantenimento delle lampade, e
vedesi collocata fra le ultime due porte a sinistra. Sul-
l’ingresso principale del portico, proprio in faccia alla
porta maggiore, si osserva il musaico di Giotto , com-
messogli dal card. Stefaneschi, a cui costò 2200 fiorini.
Esso rappresenta la navicella di s. Pietro, ed il Vasari
cosi ne parla. « Di mano del quale (Giotto) ancora fu la