752 Chiese
Lateranense abbiamo dato già un cenno parlando della
Basilica di s. Giovanni Laterano. Ora però non sarà so-
verchio trattenerne alcun poco separatamente, tanto più
che il detto santuario per l’antichità sua, merita d’essere
conosciuto. Esso oratorio fu eretto da papa Giovanni IV.,
circa l’anno 638, e dedicato a s. Venanzio; nel quale,
in occasione che i barbari infestavano la Dalmazia ,
dond’egli era, fece trasportare di là i corpi di quei
santi martiri che vi si trovavano, cioè Venanzio, Don-
nione, Anastasio, Mauro, Asterio, Settimio, Suppliciano,
Lelio, Antiochiano, Pauliano e Gajano, riponendoli sotto
l’altare, e facendo dipingere a mosaico le loro immagini
e quella di sè stesso, con sotto questi versi:
Martyribus Christi Domini pia vota Johannes
Reddidit antistes santificante Deo·
At sacri fontis simili fulgente metallo
Providus instanter hoc copulavit opus»
Quo quisquis gradiens et Christum pronus adorans
Effusasene preces impetrai ille suas.
Giovanni IV. , peraltro non terminò quest’ opera,
ma rimase compiuta da papa Teodoro suo successore ,
la cui immagine si vede espressa colle altre nella no-
minata pittura di musaico. L’oratorio fu poi ristorato dai
signori Geva nel secolo XVIL, conforme dicemmo par-
lando del battisterio Lateranense, ove si parlò pure
de’depositi che vi si veggono. Una immagine della Ver-
gine santa eh’ ivi si venera fa designare più comune-
mente quest’antico oratorio col nome della Madonna, o
di s. Maria ad Fontes, a causa dell’annesso Battisterio.
La chiesa, o oratorio, di s. Bulina fu posto nel
portico originale del battisterio stesso, profittando de’due
nicchioni, in uno de’quali papa Anastasio IV. nel 1154
Lateranense abbiamo dato già un cenno parlando della
Basilica di s. Giovanni Laterano. Ora però non sarà so-
verchio trattenerne alcun poco separatamente, tanto più
che il detto santuario per l’antichità sua, merita d’essere
conosciuto. Esso oratorio fu eretto da papa Giovanni IV.,
circa l’anno 638, e dedicato a s. Venanzio; nel quale,
in occasione che i barbari infestavano la Dalmazia ,
dond’egli era, fece trasportare di là i corpi di quei
santi martiri che vi si trovavano, cioè Venanzio, Don-
nione, Anastasio, Mauro, Asterio, Settimio, Suppliciano,
Lelio, Antiochiano, Pauliano e Gajano, riponendoli sotto
l’altare, e facendo dipingere a mosaico le loro immagini
e quella di sè stesso, con sotto questi versi:
Martyribus Christi Domini pia vota Johannes
Reddidit antistes santificante Deo·
At sacri fontis simili fulgente metallo
Providus instanter hoc copulavit opus»
Quo quisquis gradiens et Christum pronus adorans
Effusasene preces impetrai ille suas.
Giovanni IV. , peraltro non terminò quest’ opera,
ma rimase compiuta da papa Teodoro suo successore ,
la cui immagine si vede espressa colle altre nella no-
minata pittura di musaico. L’oratorio fu poi ristorato dai
signori Geva nel secolo XVIL, conforme dicemmo par-
lando del battisterio Lateranense, ove si parlò pure
de’depositi che vi si veggono. Una immagine della Ver-
gine santa eh’ ivi si venera fa designare più comune-
mente quest’antico oratorio col nome della Madonna, o
di s. Maria ad Fontes, a causa dell’annesso Battisterio.
La chiesa, o oratorio, di s. Bulina fu posto nel
portico originale del battisterio stesso, profittando de’due
nicchioni, in uno de’quali papa Anastasio IV. nel 1154