ss. Vito e Modesto 761
Questa chiesa sembra che fosse eretta alquanto pri-
&ia del 768, sotto Stefano III. Profanata poscia per un
'Sacrilegio che vi fu commesso iti tempo dello scisma
d’Ursicino contro s. Damaso papa, e rimasta anche de-
serta per lunghissimo tempo, Sisto IV. nel 1477, poco
lontano dalle di lei fondamenta eresse quella che esiste
ancora, sacra a’medesimi santi martiri, e fu anche da lui
fatta parrocchia. Correndo l’anno 1 566, ridotta essa al pun-
to di andare in total mina, la cura delle anime fu tra-
sferita in s. Prassede, e vi rimase unicamente il titolo
di cardinale diacono , postovi da s. Gregorio I. La ot-
tennero in seguito dal pontefice Sisto V. , circa gli
anni 1585, le monache dell’ordine di s. Bernardo , tra-
sferite in fine nel monistero di s. Susanna alle terme
di Diocleziano, e qui in vece loro succedette il procu-
ratore generale dell’ordine Cistercense, dopo dei quale
vi vennero a stare nel 1780 alcuni monaci polacchi.
Il quadro dell’ aitar maggiore con Maria Vergine
ed il Bambino in alto, e sotto s. Bernardo inginocchia-
to è un’ opera creduta da alcuni di Cesare Rossetti, e
da altri un primo lavoro di Pasqualino Marini. Il fatto
sta, che il Titi nelle sue aggiunte dice, che nel dipin-
to si legge il nome deirartefice, cioè Andrea Pasqual
da .Recanati. I due angioli sul frontespizio sono lavori
in istucco del Rusconi. All’altare de’ santi martiri tito-
lari vengono condotti quelli , che sono stati morsi dai
cani rabbiosi, perchè ottengano la guarigione pe’meriti
di essi santi; e si narra che una tal grazia ricevesse D.
Federico Colonna, duca di Palliano nel 1620, per cui
in attestato di gratitudine ristorò la chiesa. La pietra
che in essa si vede da man destra , elevata sopra due
pezzi di colonne , e circondata da una grata di ferro ,
chiamasi scellerata, per essere tradizione che su di es-
sa fossero dai gentili martirizzati i cristiani.
Questa chiesa sembra che fosse eretta alquanto pri-
&ia del 768, sotto Stefano III. Profanata poscia per un
'Sacrilegio che vi fu commesso iti tempo dello scisma
d’Ursicino contro s. Damaso papa, e rimasta anche de-
serta per lunghissimo tempo, Sisto IV. nel 1477, poco
lontano dalle di lei fondamenta eresse quella che esiste
ancora, sacra a’medesimi santi martiri, e fu anche da lui
fatta parrocchia. Correndo l’anno 1 566, ridotta essa al pun-
to di andare in total mina, la cura delle anime fu tra-
sferita in s. Prassede, e vi rimase unicamente il titolo
di cardinale diacono , postovi da s. Gregorio I. La ot-
tennero in seguito dal pontefice Sisto V. , circa gli
anni 1585, le monache dell’ordine di s. Bernardo , tra-
sferite in fine nel monistero di s. Susanna alle terme
di Diocleziano, e qui in vece loro succedette il procu-
ratore generale dell’ordine Cistercense, dopo dei quale
vi vennero a stare nel 1780 alcuni monaci polacchi.
Il quadro dell’ aitar maggiore con Maria Vergine
ed il Bambino in alto, e sotto s. Bernardo inginocchia-
to è un’ opera creduta da alcuni di Cesare Rossetti, e
da altri un primo lavoro di Pasqualino Marini. Il fatto
sta, che il Titi nelle sue aggiunte dice, che nel dipin-
to si legge il nome deirartefice, cioè Andrea Pasqual
da .Recanati. I due angioli sul frontespizio sono lavori
in istucco del Rusconi. All’altare de’ santi martiri tito-
lari vengono condotti quelli , che sono stati morsi dai
cani rabbiosi, perchè ottengano la guarigione pe’meriti
di essi santi; e si narra che una tal grazia ricevesse D.
Federico Colonna, duca di Palliano nel 1620, per cui
in attestato di gratitudine ristorò la chiesa. La pietra
che in essa si vede da man destra , elevata sopra due
pezzi di colonne , e circondata da una grata di ferro ,
chiamasi scellerata, per essere tradizione che su di es-
sa fossero dai gentili martirizzati i cristiani.