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« Berenice » (R. Pinacoteca di Bologna), dalie chiome scure, dalle ma-
niche bianche, — lo Strozzi amava molto la bianchezza dei lini,
li accarezzava con una sua tecnica speciale, — dalla veste scar-
latta, dal braccialetto ornato di gemme rosse e bianche, si scosta
poco dal tipo delle donne strozziane e, senza le forbici, non
sapremmo che è Berenice. Certo a questa è superiore la gras-
soccia « Berenice » del Castello Sforzesco.
Due ritratti dello Strozzi sono in questa sala: l’uno il « Ri-
tratto d’UOniO » (Barone Michele Lazzaroni, Roma) eseguito COn bella pen-
nellata larga e succosa, degna del Velasquez. Questa tecnica ci
prova, che tale opera è della maturità dell’artista. Dallo sfondo
animato, quasi tempestoso, sotto i capelli scuri il viso rubicondo
rosseggia sulla veste di raso bianco: il manto è scarlatto. Magni-
fico lo Strozzi ritrattista, — lo vedemmo a Palazzo Vecchio —
sempre pieno di carattere e di forza. Così è qui.
Si hanno tutti i motivi di ritenere suo il « Ritratto virile »
(Sig. Harry Kent, Londra) su sfondo scuro l’interessante testa di vecchio,
dal bavero bianco sulla veste nera; il particolare di una statuetta
ce lo fa supporre uno scultore. Come sempre, l’autore è gran-
dioso, anche in questo ritratto, che è pur lontano da quei ca-
polavori, che sono « Il Cavaliere di Malta » di Brera, e « Fran-
cesco Erisso » della Pinacoteca di Vienna. Basterebbe a ricono-
scere lo Strozzi la individualità, che egli dà alle mani nei ritratti
— mani così personali da farcele ricordare nei loro particolari,
con l’evidenza stessa dei volti.
E vediamo l’influenza del primo Strozzi sul suo scolaro,
anzi sul garzone della sua bottega, Antonio Travi, detto il Sordo
da Sestri (1613-1668), in quest’unica opera qui esposta e con
sicurezza attribuitagli da O. Grosso. È certo la migliore delle opere
del Travi nelle figure, che abitualmente egli dipingeva con ma-
nierata convenzionalità. Il Travi non fu un artista grande, non un
artista completo. Dopo che ebbe aiutato Goffredo Waals, pae-
sista coloniese, ed ebbe eseguito figure per i suoi paesi, si spe-
« Berenice » (R. Pinacoteca di Bologna), dalie chiome scure, dalle ma-
niche bianche, — lo Strozzi amava molto la bianchezza dei lini,
li accarezzava con una sua tecnica speciale, — dalla veste scar-
latta, dal braccialetto ornato di gemme rosse e bianche, si scosta
poco dal tipo delle donne strozziane e, senza le forbici, non
sapremmo che è Berenice. Certo a questa è superiore la gras-
soccia « Berenice » del Castello Sforzesco.
Due ritratti dello Strozzi sono in questa sala: l’uno il « Ri-
tratto d’UOniO » (Barone Michele Lazzaroni, Roma) eseguito COn bella pen-
nellata larga e succosa, degna del Velasquez. Questa tecnica ci
prova, che tale opera è della maturità dell’artista. Dallo sfondo
animato, quasi tempestoso, sotto i capelli scuri il viso rubicondo
rosseggia sulla veste di raso bianco: il manto è scarlatto. Magni-
fico lo Strozzi ritrattista, — lo vedemmo a Palazzo Vecchio —
sempre pieno di carattere e di forza. Così è qui.
Si hanno tutti i motivi di ritenere suo il « Ritratto virile »
(Sig. Harry Kent, Londra) su sfondo scuro l’interessante testa di vecchio,
dal bavero bianco sulla veste nera; il particolare di una statuetta
ce lo fa supporre uno scultore. Come sempre, l’autore è gran-
dioso, anche in questo ritratto, che è pur lontano da quei ca-
polavori, che sono « Il Cavaliere di Malta » di Brera, e « Fran-
cesco Erisso » della Pinacoteca di Vienna. Basterebbe a ricono-
scere lo Strozzi la individualità, che egli dà alle mani nei ritratti
— mani così personali da farcele ricordare nei loro particolari,
con l’evidenza stessa dei volti.
E vediamo l’influenza del primo Strozzi sul suo scolaro,
anzi sul garzone della sua bottega, Antonio Travi, detto il Sordo
da Sestri (1613-1668), in quest’unica opera qui esposta e con
sicurezza attribuitagli da O. Grosso. È certo la migliore delle opere
del Travi nelle figure, che abitualmente egli dipingeva con ma-
nierata convenzionalità. Il Travi non fu un artista grande, non un
artista completo. Dopo che ebbe aiutato Goffredo Waals, pae-
sista coloniese, ed ebbe eseguito figure per i suoi paesi, si spe-