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DellaVolpaia, Eufrosino; Ashby, Thomas [Hrsg.]
Le piante maggiori di Roma dei sec. XVI e XVII: riprodotte in fototipia (Appendice 2): La campagna romana al tempo di Paolo III: mappa della campagna romana del 1547 di Eufrosino della Volpaia ; riprod. dall'unico esemplare esistente nella Biblioteca Vaticana — Roma, 1914

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https://doi.org/10.11588/diglit.25720#0035
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III. - Indice e illustrazione delle leggende della nostra carta

19

Capodiferro, figli del sopraddetto Lello di Paolo Gocio
(id. not. .'107 ap. J. M. 103, v. A. R. cit.).

Nel 1526 il Capitolo rivendette il fondo al Card. Pucci,
che lo cedette a Nicola Jacovacci (A. V. Reg. Ili, Div.
Cam. Clem. VII, 77 D. C.).

Nel 1564 (25 Sett.) fu venduto con Colonnella a Camillo
e Giacomo d’Ariccia da Tarquinio e Marzio Iacovacci ; i
confini erano : Pratolungo di S. Giovanni Laterano, S. Ba-
silio di S. Maria Maggiore, Casalvecchio di S. Pietro in
Vincoli, ed un Casale (Pietra aurea) per metà dell’ Ospe-
dale del Salvatore e per metà di Nicola figlio minore di
Lorenzo Iacovacci (AST. prot. 1522 C. Saccoccia, 604).
Nel tempo di B. fu di Giovanni Battista della Riccia :
sembrerebbe sbagliata quindi la notizia del T, VII, 29, che
gli Iacovacci lo vendessero ai Savelli. Ma nel 1660 fu
un’ altra volta di S. Pietro. Cat. A. X, 10. Più tardi venne
nelle mani dell’ospedale di S. Giacomo, del Cardinale di
York, e della Casa Torlonia (T. HI, 44). Negli editìzi del
Casale moderno è compreso un rudero romano, nonché
una torre medioevale (P. B. S. R. III, 99).

s. Pratolungo.

Nel 1026 e 1030 la badessa di Ss. Ciriaco e Nicolò in
Via Lata concesse dei prati in Pratum longo (AVL. HL.
51, 56). Qui era, come pare, la domusculta di S. Cecilia
(D. C. 485 sgg.).

Al principio del secolo xv appartenne alla chiesa di
San Marcello (Monumenta Ordinis Servorum S. Mariae,
Bruxelles, 1899, III, 220, ap. Fedele R. S. R. XXIX, 200,
n. 4).

Nel 1479 fu venduta dalla Camera Apostolica al Capi-
tolo Lateranense (D. C. 488). Cat. A. X, 14. Una parte
però appartenne, per quanto pare, ai Serlupi, poiché nel 1562
(13 Nov.) Gianfìlippo Serlupi affittò a Giovanni il Casale
detto Pratolungo, cioè quella parte che sta dopo il Ponti-
cello (A. Cap. C. Saccoccia f. 730v, D. C.).

s. Torre uergata.

Nel 1423 (1 Gennaio) il Capitolo Lateranense comprò
dai figli di Stefano Bubalo de Cancellieri per la metà, dai
figli di Lorenzo Guarcellona, da Sabba Cola, e dal canonico
Vaticano Antonino, della suddetta famiglia, per l’altra metà,
il Casale di Corte Vetere e la metà di Torre Vergata (A.
Col. XXX, 26 ap. T. VII, 30).

Nel 1425 lo stesso Capitolo locò il Casale Turris Ver-
gatae et Corteveteris a Lorenzo Buti (ACL. Antonio di
Lodovico Bianchi f. 98 ap. J. B. 828).

Per la Cortevetere v. pure Fedele in R. S. R. XXIX
(1906) 195, il quale del resto sembra che non abbia colto nel
segno identificandola con Casalvecchio (ih. 201, n. 2): ha più
ragione il T. (1. c.) mettendola fra le tenute di Casal Mo-
nastero e Pratolungo. Non credo che si possa identificare
colla domusculta di S. Cecilia (v. Pratolungo). La torre fu
ancora in piedi al tempo di Alessandro VII (Cat. A. X, 14),
ed è segnata pure nella carta annessa all’ed. 11 del De Aquis
del Fabretti, incontro alla p. 90. Ne esistono ancora ru-
deri al punto segnato colla quota altimetrica 36, a s. del
Casale di Pratolungo (che è omesso nella nostra carta, seb-
bene vi sia una torre medioevale), ma dall’altra parte del
fosso. Il nome deriva dall’alternazione di fascie di pietre di

diversi colori, costruzione caratteristica del medioevo: vedi
la descrizione del quarto di Torrigata (che ha lo stesso
significato) nel N. M. I, 255.

s. Magugliano fiume.

Il nome Maguliano si riscontra già nell’anno 1030 come
un confine di Pratolungo (AVL., HL. 56: cf. 69, 153, 165,
250, Stevenson in B. A. C. VI (1878) 237 ; D. C. 487).

Nel 1081 si trova la forma Mega (A Pa. 1. in R. S. R.
XXXI, 280), v. pure Cavazza p. 259. Un Casale « Magulia-
num » figura fra le possessioni di S. Lorenzo fuori le mura
nella bolla dTnnocenzo IV del 1244 (R. S. R. XXVI, 398).
È ora chiamato fosso di Marco Simone.

d. Casale.

Sarà il Casale dei Cavallari, un poco prima del 9° chil.
della strada moderna, che è di costruzione originariamente
medioevale: la torre indicatavi è sparita. Qui è segnata
una strada che porta fino al Casale dei Cavalieri (vedi
Boc. 75v).

d. S. Eusepio.

La carta c’insegna che il nome di S. Eusebio non appar-
tiene alla torre che ora lo porta, ma bensì alla torre diruta
che sta mezzo chilometro ad 0. di essa, edifìzio medioe-
vale abbastanza bene conservato, con resti di un recinto
quadrato (v. Carta dell’I. G. M. Torre Cervara). Questo
casale fu acquistato nel .1547 (12 Die.) dai Celestini di
S. Eusebio (A. Cap. C. Saccoccia 236 ap. L. S. S. IV, 111).

d. Di Campo Martio.

Questa è la torre ora impropriamente chiamata di S. Eu-
sebio, costruita con materiali antichi (P. B. S. R. Ili, 103).
Il vero nome sarebbe Torre Rossa (iV. A. I, 398).

Nel A. R. I, 115, n. 4, è citato un istrumento di per-
muta del 1335 (10 Febbr.) fra l’ospedale di S. Spirito ed
il monastero di S. Maria in Campo Marzio, ove è detto che
esistettero due Casali congiunti in luogo detto Bolgari,
ultimamente comprati da Niccolò Nasi (ASP. t. II, n. 35).

Che la tenuta appartenesse al monastero di S. Maria in
Campo Marzio è chiaro anche dal B., dal Cat. A. X, 18, e
da A. M. I, 258.

d. C(asale) S. M(ari)a in uia lata.

Secondo la leggenda, fu durante il pontificato di Aga-
pito II (944-955) che fu fondato il monastero di S. Ciriaco
da Marozia, la quale donò ad esso un podere chiamato Bo-
lagà, insieme con altre terre (Cavazza p. 251). v. AVL.
HL., 80, ecc.

Nel 1379 (9 Ott.) Giovanni Antonio de Rubeis vendette
a Nicolò Alberini il Casale de Rubeis in loco qui dicitur
Malgari (A. Col. XVIII, 83 ap. T. VII, 39).

Nel 1398 (21 Ott.) Pietro Paolo Novelli dava in garanzia
della dote della sposa Giacoma, figlia di Lorenzo Titoli,
una parte del Casale delti Rosei, fuori Porta S. Lorenzo,
al di là del Ponte Mammolo, una parte del Casale Pol-
laiano (v. sopra: ma forse si dovrebbe leggere Polagaro)
ed una parte del Casale detto « Palazzetto delti Cavalieri »,
i quali due ultimi Casali erano situati pure fuori la detta
porta (ASS. IV, ix, 37 A : D. C.).

Nel 1408 (1 Sett.) le monache di S. Ciriaco locarono a
Ceccho Santo Topposi il Casale detto Molagai per tre anni
(AVL. C. p. 368, v. p. 259).
 
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