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Pistolesi, Erasmo; Guerra, Camillo [Ill.]
Il Vaticano (Band 3) — Rom, 1829

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https://doi.org/10.11588/diglit.8253#0104
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rjS IL VATICANO

il riposo j attitudine frequente ue'bassirilievi. Un genio innalza la coltre o panno, onde il
figliuolo di Eaco possa vedere le belle membra della sospirala amante: ci poggia la destra
ad uno scoglio, e colla sinistra sostiene asta e scudo, e come sopraffatto da stupore, lo
sguardo e la persona indirizza a Tetide. Un putto l'indica a Morfeo, il quale barbato e
alato è nella superior parte, eversa sulla donna il corno de'sogni piacevoli. Dice Ovidio,
cbe Morfeo figliuolo del Sonno e della Nolte è il più esperto di tutti nel prendere le for-
me, il portamento, il sembiante, l'aria, la voce di coloro, eli'egli vuole rappresenta-
re, e da ciò trasse il nome. E da conoscersi altresì, che da non pochi tiensi, che Mor-
feo sia il Dio del Sonno, ma egli n'è soltanto d ministro. Propriamente egli non è, che
uno degli Dei chiamati Sogni, ed il nome di Morfeo, che in origine significa forma o figu-
ra, gli venne dalla principale sua funzione, quale è quella di prendere la forma e la figura
di vari soletti. Oliando Giunone stanca dagli inutili voti, che incessanteinete le rivolgeva
Alcione moglie di Ceice pel ritorno del proprio marito, volle far sapere a quella princi-
pessa che più non viveva il figliuol di Lucifero, spedì Iside al palazzo del Sonno. La Dea
non si rivolse a Morfeo, ma al Sonno soltanto ella partecipò l'ordine della moglie di
Giove. Quel Dio allora, dice Ovidio, svegliò Morfeo, siccome fra i sogni il più esperto
ed abile all'uopo: lo incaricò di eseguire immantinente l'ordine ricevuto5 e Morfeo spiegò
tosto il volo, per recarsi presso d'Alcione; e chi sa che non abbia l'autore del bassori-
lievo col versamento della figura barbata voluto indicare piacevoli sogni si, ma del lutto
analoghi all'amore di Peleo? Una figura nel lato inferiore potrebbe indicare l'Oceano, ed è
in una attitudine quanto difficile, altrettanto guidata da mano maestra. Ed eccomi al terzo
fatto dell'avventura di Endimione addormentato ; e di Diaria innamorata di sue attrattive.
Fu egli il soggetto di moltissime poetiche produzioni, fra le quali meritano d'esser anno-
verate, la favola pastorale di Alessandro Guidi, illustrala da un erudito ragionamento di
Gravina, una festa teatrale di Pietro Metastasio, ed un poetico estemporaneo compo-
nimento di Francesco Gianni. A queste aggiungonsi molti antichi monumenti come una
pittura di Ercolano, un bassorilievo della villa Giustiniani, due altri del museo Capitolino
ed altri del Vaticano. Ma per parlare di quello della sala Borgia, esistente un dì nel palazzo
Randanini, ivi vedesi un alato vegliardo, che siede sopra d'un sasso scabroso5 è desso il
Sonno, o come non ha guari significai, Morfeo. Sotto vedesi Endimione che dorme: un ge-
nio innalza la coltre lieve, onde Diana possa vedere le tornite forme del suo amante: la Dea
è in sulla biga o cocchio, ed è nell'atto di approssimarsi al dormiente garzone figlio di E11 io
e di Calice, e nipote di Giove. Un putto guida i focosi destrieri, ed in luogo di star nella
biga, poggiasi lievemente sul dosso de' cavalli, che sferza e governa a redini sciolte. Al-
tro putto con face in mano è sotto i corridori, ed è in atto di soffermare ad essi il veloce
cammino, come se intendesse esser quello l'istante in cui Diana dee scendere, ed inter-
tenersi con colui, condennato da Giunone a perpetuo sonno. Sorprendente è il movimento
de' due cavalli pronti a correre, ed obbligati a rattenersi in virtù del genio, che con la
face di amore li ritiene in vicinanza di Endimione. Pausania narra eh Vali fu amalo dalla
 
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