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258 IL VATICANO

sorprendere, ove si consideri che Garlomagno avendo tolte da Ravenna le colonne
che stavano in questa basilica, potè prendervi in pari tempo e l'idea della pianta, e
gli artefici atti ad esgnirla. La sua volta è decorata di pitture a musaico , e tutto
l'edificio presenta un non so che di piacevole allo sguardo. Con questo dipinto do
termine alla descrizione del sacro museo, avvertendo, che se tutti gli oggetti avessi
dovuto contemplare, anziché pochi logli di stampa, vi sarebber voluti interi volumi ;
poiché non vi è oggetto per leggiero che sembri, il quale non dia campo a dir di esso
molte cose, non solo rispetto alla forma, al lavoro, ma ancora riguardo all'uso che un
dì serviva, e alle idee che al presente ridesta, tutte relative alla religione ed al culto.

C A M E R A

DUI

P A P I R l

E

SSA vien cosi chiamata da alcune memorie scritte in papiro, che sotto la custodia
de'cristalli sono attaccate alle pareti della medesima. Sì fatti scritti contengono al-
cuni istromenti di donazione, e di contratto stipolati a Ravenna nel sesto secoloj i
quali furon dottamente spiegati da Gaetano Marini archivista e custode della Biblio-
teca (i). L' ornamento principale di questa stanza sono i celebri affreschi dipinti nella

(i) Vo' dare in questa nota una idea adequata dell'o-
rigine , e formazione di sì fatte rane. II papiro, come
ognun sa , è una specie di giunchi o di canne che cre-
scono nelle paludi di Egitto r o nelle stagnanti acque del
A'ilo ; e dalla esterna scorza del tronco se ne forma-
va dagli antichi la carta. Cominciava!) eglino a taglia-
re le due estremità della pianta siccome inutili : mutilato
così il ceppo , il tagliavano in due parti eguali a norma
della lunghezza : separavano dappoi le diverse tuniche le
quali mai non oltrepassavano il numero di venti , e quan-
to più queste avvicinavansi al centro, tanto più linee più
bianche riuscivano. Dopo aver distesi que'fogli, ne taglia-
vano tutte le irregolarità , e quindi li coprivano d'ac-
qua torbida del Nilo , la quale in Egitto serve di colla.
Sul primo foglio in tal modo preparato , un altro ne veniva
pojto di traverso , così che le fibre d'ambedue troncavansi
in angoli retti , e continuando in sì fatta guisa ad unirne
parecchi insieme , formavasi un pezzo di carta, che poscia
si ponea in soppressa; faceasi seccare, pesti vasi a colpi
di martello , e con un dente d' un animale veniva liscia-
to e ripolito. Prima che gli scrittori potessero far uso del
papiro , dovea questo esser preparato nel modo da me detto ;

ma quando voleasi trasmettere alla posterità una qualche me-
moria si avea cura d'ungerlo d'olio di cedro, il quale commu-
nicavagli l'incorruttibilità propria. Savary dice d'aver veduto
alcune foreste di papiro, con cui gli antichi egizi facea-
no la carta , e che il giunco triangolare alto otto o no-
ve piedi, e grosso come un pollice, coronasi, d'una lanu-
ginosa macchia. Slrabonc il chiama biblus , e ne dà una
descrizione atta a farlo conoscere. Il papiro, die' egli,
viene naturalmente dal basso Egitto : io V ho veduto :
è egli un giunco il cui nudo tronco estoltesi all' altez-
za di dieci piedi, e porla alla sommità un lanugino-
so pennacchio. Gli appaltatori che coltivano questo ra-
mo d' industria non lasciano crescere questa pianta se
non se in pochi luoghi a fin d'aumentarne il prezzo , ed
in tal guisa nuocono al pubblico vantaggio. Di fatto in
Egitto il papiro è divenuto assai raro per via di codesta avidi-
tà , e della cura che aveasi di distruggerlo. La maggior par-
te dei viaggiatori che non bau visitato quest'importante parte
d Egitto, non ne hanno parlato ; altri meno circospetti
bau negato 1' esistenza di questa pianta , ed hanno in tal
proposito spacciato delle favole. Il papiro o canna d'Egit-
to è stato chiamato anche A:/ts; dalla provincia ove ere-

tti
 
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