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Dopo la Rivoluzione Francese, sotto il governo di Gioac-
chino Murat, tutte le campane di Napoli furono requisite ed
anche le nostre per coniarne moneta; se non che, mentre le
altre chiese si videro tolti i sacri bronzi, il nostro Santuario ne
fu risparmiato mercè l’interessamento di alcuni possidenti della
Sezione Mercato, i quali però dovettero sborsare al governo una
equivalente somma di danaro. Anche dal governo Borbonico
nel 1815 vennero richieste per il medesimo scopo; ma coloro
che le avevano risparmiate sotto il Francese, seppero far va-
lere i propri diritti anche la seconda volta.
Così le campane del Carmine tanto care al nostro popolo,
perchè rievocano l’eco delle sue vicende tristi e liete, sono an-
cora là a testimoniare della fede e della pietà dei nostri avi, e
per chiamare ancora a raccolta i fedeli, perchè innalzino rin-
graziamenti e preghiere alla loro Regina e Madre del Carmelo.
LE FESTE
Le principali feste che usansi celebrare nel nostro Santua-
rio, sono; quella del SS. Crocifisso, dal 26 al 28 di Dicembre;
delle Quarant’ore dal 5 all’8 Gennaio, e del Carmine dal 14
al 16 Luglio.
La data della festa del Crocifisso ricorda il giorno in cui
Alfonso d’Aragona, entrato trionfalmente in Napoli nel 1442,
venne nel nostro tempio per adorare il divino Simulacro che
volle si collocasse in un nuovo e ricco tabernacolo e si elevasse
più in alto, perchè fosse comodamente venerato dai fedeli.
In seguito, per la protezione assidua che il SS. Crocifisso
ebbe sulla nostra Città, la festa assunse forma ufficiale da parte
dei magistrati, i quali in quella circostanza recavansi solen-
nemente nel nostro Santuario per fare la rituale offerta del ca-
lice e del cero a Gesù Crocifisso, che veniva scoperto alla loro
presenza, mentre le campane della città suonavano a festa
e dalle fortezze tonavano i cannoni in segno di pubblico
giubilo.

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