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Ramusio, Giovanni Baptista
Delle Navigationi Et Viaggi (Band 1): In Molti Lvoghi Corretta, Et Ampliata, Nella Qvale Si Contengono La Descrittione Dell'Africa, & del paese del Prete Ianni, con varij viaggi ... et la Nauigatione attorno il Mondo ... — Venedig, 1554

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https://doi.org/10.11588/diglit.9380#0365

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Hi
DE AMERIGO VESPVCCI LETTERA. IL
Come U nane del Capitano maggiore dette in wiscoglio <&si dperse, di un porto che seopersero, qual chiamerò?
no ld Baid di tutti i santi* c*r come in un altro porto fecero una sorteti ♦
Estami dire le cose per me vide nel secondo viaggio, per quello serenissimo
Re, 8SC per etTere horamai lìracco, ÒC anche perche quello viaggio non si f or*
ni secondo ch'io leuauo elpropolìto, pcrvna desgratia che neaccaddenel
golfo del mare Atlantico , come nel procedo sottobrein'ta intenderà V.S.
m'ingegnerò d'esserbreue. partimmo di'quello portodi Lisbonasei naut
diconseruacon propofìto di' andare à scopn'r vna citta verso l'oriente, che
si diceMelaccha, dellaquale si ha nuoue esser molto n'echa, ÒC che è come el
magazino di' tintele nani, che vengono del mar Gangetico, ÒC del mar Indico, cornee
Cai is camera di' rutti i nauili che pailàno, di' leuante, à ponente♦ ÒC quella Melaccha è più
al leuante che Cai/cut, ÒCin molto più alta parte del mezzo di'» perche Tappiamo che da
in altezza di tre gradi, del nostro polo. partimmo el giorno ♦ i o ♦ di' maggio, 1503. et fossi>
i no diritti alle ìsole del Capouerde, douesmontammo , et pigliammo ogni sorte di rinfre*
Lamento, etilati» 13 .giorni, di qui partimmo a nostro viaggio, nauigando perei vento
siroccco, &£comccl nostro capitan maggior fusse huomoprosontuosoc^bizarro, volse
andareàriconoscerelaSerraLiona, montagna dellaCthiopiaaulìrale, senza tener necek
}ìta alcuna, se non per farli vedere,ch'era capitano di sei nani, contro la volontà di tutti noi
altri capitani. 8£cofì nauigando, quando fummo apresfo la detta terra, furon tantele for*
tunc che ci dettono , ÒC con esse il tempo contrario, che standod viltà di essa ben quattro
giorni, maicilasciò cimai tempo pigliar terra, di modo che fummo forzati di tornare ak
la nostranauigatiohevera, Salariare la detta Serra. ÒC nauigando di qui al Suduelìch'èil.
vento,fra mezzo di, ÒC garbino, quando fummo nauigati ben. 300. leghe per la grandezza-
di quello marciando di già olirà la linea equinottialc, vers'ostro.3.gradi, si diseoperse vna:
terraglie potcuamoeiler lontani allhora da eisa.22. leghe, dellaquale si marauigliammo,8£
notiamo ch'era vnì'sola nel mezzo del mare, ÒC era molto alta cola, ÒC ben marauigliosa del
la natura,perche non era più che due leghe di longo,&£ vna di largo, laqual isola mai non fu
habitata da gcntealcuna. ÒC fu mala isola per tutta l'armata, perche sapra V.S.che per el mal,
consìglio òC reggimento del nostro capitano maggior, si persecjuilasua natie, perchedet*
te con eisa in vn scogh'o,S£ fì apersela notte di san Lorenzo, che e adi dicci d'agolìo, ÒC se ne;
andóà fondi,non saluandosi di esfa cosa alcuna,se non la gente : era nane dÌ3oo.tonelli,neU.
hiqualeandaua tutta l'importanza dell'armata , ÒC come l'armata tutta trauagliasfe in rime*
dìarli, el capitano mi comandò ch'io andalsi con la mia nane alla detta i(oh , à cerchiare vn;
buonsurgidore, douepotessino sin gere tutte le naui, et perche il mio battello armato con
noue mei marinari, era in scruigio %C Aiuto di alleggerir la natie, non volse che lo leualsi, 86
ch'io fussiscnz'etso,dicendomi che melo leuerebbono allìsola.partimmi dell'armata come'
mi comandò p lì'sola senza battello,et con meno la mitade de miei marinari, ÒC fui alla detta
isola3ch era dittante circa.4.!eghe, nellaqualetrouai vnbonissimo porto, doue ben sìcura*
mente poteuano singere tutte le na-ui,^ qui aspettai el mio capitano, ÒC Tarmata ben.S.gior
nisiC mai non vennono, di modo,che lìauamo molto mal contenti, ÒC le genti che m'erano
retiate nella naue,stauano con tanta paura,che non gli poteuo consolare.&£ (landò cosi sot*
tauo giorno vedemo venire vna natie per il mare, 8C di paura, che non ci po tesfe vedere, ci
leuamo con la noslra naue,&C andamo à essa,pensando che mi portasfe el mio batello, ÒC gen-
te, et come ci accollammo, da poi salutata ci disfe come la capitana era ita in fondo, ÒCco?
me la gente s'era saluata, ÒC che il mio battello ÒC gente reslaua con l'armata, laqual s'era ita
per quel mare auanti, che ci fu tanta grauepassione, qualpuo pensare V.S.per trouarci
1000. leghe discollo da Lisbona, ÒC in golfo, et con poca gente ; nondimeno voltato il vi>
so alla fortuna andammo tuttauia innanzi,et tornati all'isola, ci fornimmo di acqua ÒC di le*
gne,con el battello della mia conserita, laqual isola trouammo dishabitata, ÒC teneua molte
acque viue et dolci, infìnitissimi arbori, piena di tanti vccclli, marini, et terreslri, ch'erono
lènza numero;8C eron tanto semphci,che si lasciauon pigliar con mano,8£ tanti ne pigiiam->
moche
 
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