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168

JOLANTA TALBIERSKA

Nel 1656 Della Bella divenne membro dell'associazione letteraria fiorentina Accademia degli Apatisti, e il suo nome figurava
nella lista dei 50 accademici più celebrati dell'anno. Negli anni 1657-1661 1'artista fu impegnato soprattutto nella progettazione dei
costumi teatali per le celebri messe in scena del Teatro delia Pergola, sostenuto dali'Accademia degli Apatisti (disegni del British
Muséum, Castello di Windsor e Uffizi).

Verso la fine del 1661 Stefano delia Bella rimase parzialmente paralizzato. II 9 maggio 1664 alla presenza dei testimoni fece
testamento (pubblicato da P.D. Massar), il 22 luglio mori, venne sepolto il giorno seguente nella chiesa di Sant'Ambrogio. Purtrop-
po nulla si sa delie sorti del suo lascito artistico, passato al fratello Lodovico delia Bella, a parte la serie di 96 lastre trasmesse
aU'arciduca Cosimo de' Medici.

L'autonomia economica di Stefano delia Bella, évidente già alla fine degli anni '40, diede eccellenti frutti artistici, risultato dei
suoi vasti interessi, anche se egli operô principalmente aile dipendenze delia corte medicea e per i suoi bisogni, progettando
scenografie, costumi teatrali, modelli di stoviglie e di mobili, frontespizi, senza contare poi la documentazione degli spettacoli e dei
festival fiorentini. La produzione di disegni, dominante in questo periodo, a parte le commesse per la corte e le messe in scena per
i degli Immobili, fu legata ail'Accademia del Cimento (1657-1667), per la quale il Della Bella elaborô tra l'altro degli studi
naturalistici ed anatomici. L'oeuvre grafica dell'ultimo periodo puô essere divisa in generale in due gruppi. Il primo è dato dai lavori
legati alla corte, il secondo sono invece le acquaforti, mature stilisticamente e tecnicamente e indipendenti dalle commesse ufficiali,
ma anche le incisioni inviate agli editori parigini. Il periodo chiave, quello in cui vennero create tutte le opère, grafiche e disegni,
è compreso tra il 1649 ed il 1661. Dell'inizio degli anni '50 è la bella serie Aquile e Caccia a diversi animali, dove le figure degli
animali, immerse nel rituale délia caccia, vengono modellate alla perfezione e coite nel loro tipico movimento. Degno di nota il
virtuosismo del tratto, che créa sottili gradazioni di nero e di bianco per riprodurre le parti soffici e quelle ruvide délia pelliccia.
I gruppi più importanti sono perô quelli dei paesaggi, spesso con animali, a volte completati da motivi dell'architettura, délia
statuaria e delia mitologia antiche. I paesaggi, nei quali Stefano délia Bella si distaccô nettamente dalla semplice fedeltà topogra-
fica, furono la sua espressione più personale. A parte la bellezza délie composizioni essi sono la dimostrazione di un raffinato
virtuosismo tecnico ottenuto con la differenziazione del tratto e délia punteggiatura, con le perfette morsure e le gradazioni dei toni
(Vedute di Livorno, Grande vedute di Roma, Vedute di Pratolino).

E tuttavia le opère più intriganti di Stefano délia Bella sono le rappresentazioni allegoriche délia morte che porta via le sue
vittime. Queste acqueforti chiuse in un ovale sono infatti eccezionali rispetto all'intera produzione deU'artista. I numerosi schizzi
e studi conservati dimostrano che il tema affascinava in modo particolare Stefano délia Bella. Pare altresi probabile che l'artista
avesse in progetto una serie più lunga, che doveva raffigurare uomini, donne e bambini di diverse età, corne nella classica danza
délia morte. Questa serie di acqueforti ha dato adito a speculazioni sulle circostanze e sull'epoca di realizzazione. Jombert ha datato
il lavoro al 1648, e anche al tri studiosi l'hanno fondamentalmente attribuita al periodo parigino. L'argomento più convincente è la
filigrana francese dell'unica impressione délia Morte con la corona d'alloro (V.92 bis, Uffizi), il che prova che almeno l'inizio dei
lavori sulla lastra risale al periodo di Parigi. Nondimeno le precedenti tirature di prova délie restanti acquaforti furono impressi su
carte italiane, cosa che induce a datare l'opéra sia alla fine del periodo parigino che ai successivi anni fiorentini. Corne risulta dai
disegni, dalle lastre e dalle impressioni annotate che si sono conservati, la serie non fu completata subito. Fu forse la grande peste
di Roma degli anni 1656-1657 che indusse l'artista a riprendere il tema. A parte i perduti affreschi dell'obitorio délia chiesa des
Innocentes a Parigi, ricordati dagli studiosi, non furono certamente estranee a Stefano délia Bella altre rappresentazioni di questo
tema, quali troviamo pure nell'opera di Jan Lievens (l'acquaforte Coniugi che litigano sorpresi dalla morte del 1638). Il tema
macabro, popolare nell'arte del XVI e XVII secolo delia natia Firenze, era ben noto all'artista. I motivi funebri, corne teschi, tibie
e scheletri erano un elemento fisso délie esequie (progetti di G. Parigi, J. Callot, L. Cigoli, J. Ligozzi).

Tentando una sintesi deli'opera di Stefano délia Bella, va sottolineato che corne artista maturo elaborô nella grafica uno stile
personale, anche se persino le prime incisioni, quelle non destinate a Israël Henriet, erano state eseguite con tratti tanto delicati
quanto espressivi, che ricordano dei disegni spontanei a matita о a penna. Questo stile maturô e progredi. Nei disegni si passa da
semplici schizzi a penna a composizioni espressive e complesse, nelle incisioni si va dalla stilizzazione callotiana, attraverso i cieli
di génère e le acquaforti lavate, ai paesaggi ed aile vedute pieni di luce e di aria. Stefano délia Bella fu sia un artista di corte, che
tutta la vita lavoro su commissione, sia uno sperimentatore originale, splendido paesaggista con un eccellente senso dello spazio,
delia composizione e délia prospettiva. Fu un disegnatore géniale, capace di eseguire dal vivo lo schizzo dell'ingresso délie dele-
gazioni diplomatiche, délie solennité di strada e délie parate, fu un progettista ingegnoso ed un osservatore particolarmente acuto.
Basandosi sulla propria esperienza e su quella di altri artisti elaborô una perfetta teenica dell'acquaforte, dal tratto morbido, preciso
e libero. Usô la morsura, il metodo del lavaggio, la variazione délie linee e dei punti, cambiô il tipo di vernice, fece esperimenti
con le impressioni, tutto allo scopo di dare aile sue acquaforti pittoricità e chiaroscuro, elementi che riusci a sviluppare specialmente
nel disegni più tardi e nelle incisioni di paesaggi. Il passaggio dalle linee dure e semplici alla punta delicata, la regolare applicazione
di arrotondamenti alla fine del tratto délia morsura e gli esperimenti con le acquaforti che imitano il disegno lavato furono più
tipiche degli anni tra il 1648-1656. Negli anni '50 si assiste ad un évidente ritorno all'acquaforte di stato rifinita a puntasecca
o a bulino. I tratti, piuttosto brevi ed arrotondati, sono fitti, a strati successivi, e confersicono alla rappresentazione spazio e pro-
fondità. Anche le vernici vennero modificate, a favore di quelle più morbide e viscose, che consentivano tratti e punti dai contorni
più irregolari e, dunque, più pittorici.

Per gli storici dell'epoca di Stefano délia Bella (Baldinucci, Félibien), cosi corne per la maggior parte degli studiosi successivi,
un peso decisivo in tutto questo ebbero la personalità e le realizzazioni di Jacques Callot, la fama ed il prestigio del quale presso
la corte fiorentina erano enormi. Si tratta perô di un'esagerazione, non solo si è dimenticato che Callot doveva alcune soluzioni
teeniche per l'acquaforte proprio aile botteghe florentine, ma si è finito per valutare i lavori degli artisti che eseguivano prevalen-
temente disegni e grafica nel'ottica dcWoeuvre del maestro di Nancy. In ogni caso la figura di Stefano délia Bella, nel contesto di
cosi numerosi campi d'attività, si rivela corne estremamente intéressante per lo studioso.

Tradotto da Danilo Facca
 
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