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Libro Terzo •
H E O R !..
Del Signor Fuluio Mariotelii «
625
A.
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e cagioni delle cose Is-
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e Pmtel!etto,&'che da ambedue le pà£
rila saenzadependéte>tenga il luog©
di rnezo per l'bumana apprensione.Ri
spetco a queste circóstanze io giudico»
che la Theoria si possa conueniente-
rnente rappresentare 111 forma di Don*
na giouane che miri in alto » tenendo
le mani congiunte insieme Copra la te«
sta con le qu .li tega vn compalTo apeC"
to,con le punte riuolte al CieIo,chc sia,
nobilmente vsstita d'azuro* in atto dj
scendeted^Ila sommità d'vna scala co
tutte queste circóftanze significandosi
eminenza, nobiltà,e sublimità»lagior
uentù lignifica agilità» speditezza, at«
dorè, vita* ìperanza» Se allegtezza>c®?
sé alla Theoriaconuenien ti, perche la
notitia dell'ordine delle cagionimene
la mente desta,audace»coatìdente,lie-
ta» pronta» presta»risoIuta,& efficace».
Il colore del vestiméto dimostra,che
come termine vltirno della nostra vifìa
mediante la luce è quello colore, che
apparisee nel Cielo»così termine dell-
intelletto,mediante il diseorso, e l'istes
so Dió,di cui è luogo proprio e propria
so si può apprendere, ne similmente più all'in* '[ fede proporttonata alla natyradi l,ui,,che è n.a«*
'tèli-etto vnita,di lui so,lo, primQ,& infinito: pò- Hura di tutte le cose i'istesib Cielo,.
téntissiiuo pecsestessb,&ess5caci(Iìma cagio- La faccia riuolta in alto, mostrache come:
■ ne del nostro intendere. Talmente che molto sono gli occhi nostri col Cielo, con la luce , e
più repugnante all'edere humano è l'hauer col Sole, cosi è il nostro intelletto con le cose
l'intelletto alieno dalla notitia di Dio, che non celesti»e con Dio. Et perche nell'occhio per la
è l'hauer il senfo lontano dalla notitia del mo- vista v'è l'imitatione del Cielo * hauendo Ior»
to del caldo,del freddo,e d'altri sirnili acciden- be suo circondato di sette pelicole,che rappre*
ti perche .come a queste cose in tutte sensibifi Tentano i sette orbi planetari del Cielo Ȉchi
ricrede senz'alcun opera dell'intelletto, così a rnezo vn globecto duro, che prende il lume da
Dio in tutto intelligibile co l'intelletto- sobito quei circoli maggiori, e minori con diuerse
s'aderisce,senzaalcunaoperatjon-e-dell'esterì© ressessioni,, adissimilitudinedella tetra, però
re,poco prezzato dall'interiore,e stabilito senti possiamo dire,ehe nell'intendere vi sia l'imita*
mento dell'anima.. Et quindi è forsè che f Gre- rioae di Dio,& della Diuinjtà,màtanto in an-
cidisTero Iddio ©gey dal l'i (leda voce Qtew'à» gusto, rappvesentata,quanto tutto il Ciekxnel*.
quasi che sia Iddio al nostro diseorso non akro giro degl'occhi nostri" Ci rappresenta ...
cheprincipio,e pn'maforrna.Eccosiconòscen- La scala ha i suòi gradi distinti vguaìt » Se.
dosi,che la Theoria dalla pratica vico distinfà proportionàti al pado humino » per andar col
in quel modo-che l'intelletto del fca(o,8z l'i co raedesinio motto del corpo-alPinnanzi,; & all'-
siintelligibile dallasensibile,sì puòageuolmé- insù in vn tempo,neliche si mostea, che così.le:,
te dire, che da cinque habiti interiori posti da cose intelligibili hanno ordince proporrion^rL
Arist.nell*E'!-ica■■appartengano.!*Artc,& la Pru- P^E andar diseorrendo di gtado>in grado,dalìè
densa alla Pratticav2& alla Theoria la sàpieaza c0^e vicine, alle lontanes col tempo che ènti-
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