qi6 DESCRIZIONE DI H$Mj£
civili, la venalità de1 fuffragj folita ivi praticarli,
così favella nel fuo Poema .
1<{ec minor in Campo furor efl, emptique Ouirites,
*Ad prcedam flrepitumque lucri Suffragi a vendunt.
Erano dunque i Septi uno fteccato, o recinto
fatto di tavole , o travi fui margine del Campo, a
guifa di mandrà, detti perciò anche Ovile, dove_>
ne'Comizj fi rinchiudevano una dopo l'altra , le
Centurie , e Tribù fuddette, per dare i fuffragj. Dal
Campo a i Septi fi paffava per un ponte, fui quale
rifiedevail Magiffrato, come narra Svetonio, par-
lando di Cefare , dal che argomenta il Nardini, che
per ficurezza delio peccato , acciò non potelfero al-
tri , o faltarvi dentro , ovvero ufcirne , o accodar-
vifi a parlare; fodero li Septi anche cinti di foffa,
e su quella folle il ponte. Oppio, e Cicerone volle-
ro cingerli di marmo , con portici attorno ; ma l'o-
pera non ebbe effetto , ben Pefeguì poi Lepido ; e
finalmente Agrippa diede loro l'ultima perfezione,
con il nome di Septi Giulj, per onorarne Augurio,
ciò dimoiandoci Dione al lib.55.
U Sito de' Septi,dicono il Biondo, ed il Ful-
vio , eflTere flato, dove oggi è Piazza Colonna ; il
Nardini dall'altro canto , vuole , che i Septi prin-
cipiando a pie del Citorio, e feguendo la falda del
Campo , occupaOTero o tutto, o parte di quel fito,
nel quale già fu il Monaftero , detto delle Filippi*
ne ) ed ora vi fono le moderne cafe de' Notari,
dellaprofiima Curia Innocenziana (che fi depri-
verà nel 2. tomo ) vuole ancora il medefimo, che
quelli abbracciafiero buona parte del Palazzo, e_j
Piazza Capranica* Di»
civili, la venalità de1 fuffragj folita ivi praticarli,
così favella nel fuo Poema .
1<{ec minor in Campo furor efl, emptique Ouirites,
*Ad prcedam flrepitumque lucri Suffragi a vendunt.
Erano dunque i Septi uno fteccato, o recinto
fatto di tavole , o travi fui margine del Campo, a
guifa di mandrà, detti perciò anche Ovile, dove_>
ne'Comizj fi rinchiudevano una dopo l'altra , le
Centurie , e Tribù fuddette, per dare i fuffragj. Dal
Campo a i Septi fi paffava per un ponte, fui quale
rifiedevail Magiffrato, come narra Svetonio, par-
lando di Cefare , dal che argomenta il Nardini, che
per ficurezza delio peccato , acciò non potelfero al-
tri , o faltarvi dentro , ovvero ufcirne , o accodar-
vifi a parlare; fodero li Septi anche cinti di foffa,
e su quella folle il ponte. Oppio, e Cicerone volle-
ro cingerli di marmo , con portici attorno ; ma l'o-
pera non ebbe effetto , ben Pefeguì poi Lepido ; e
finalmente Agrippa diede loro l'ultima perfezione,
con il nome di Septi Giulj, per onorarne Augurio,
ciò dimoiandoci Dione al lib.55.
U Sito de' Septi,dicono il Biondo, ed il Ful-
vio , eflTere flato, dove oggi è Piazza Colonna ; il
Nardini dall'altro canto , vuole , che i Septi prin-
cipiando a pie del Citorio, e feguendo la falda del
Campo , occupaOTero o tutto, o parte di quel fito,
nel quale già fu il Monaftero , detto delle Filippi*
ne ) ed ora vi fono le moderne cafe de' Notari,
dellaprofiima Curia Innocenziana (che fi depri-
verà nel 2. tomo ) vuole ancora il medefimo, che
quelli abbracciafiero buona parte del Palazzo, e_j
Piazza Capranica* Di»