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MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE.
20
di nuovo in quelle parti F annata turchescha. Era
intra in strato, et perhò haveano licentià le navi di
Soria venisseno ai llioro viazi in conserva, per esser
in quelle aque, tra Famagosta e le Saline, uno corsaro
chiamato Arsine, con certi navilii. Ilem, el ditto regi-
mento di Nichosia, zoè sier Andrea Venier luogote-
nente et consejeri, havea per bordine di la Signoria
fato de le comprede di orzi, qualli li mandava per la
nave Cadena verso Pisa.
Di Famagosta, di sier Bartolomeo Minio, captia-
mo, di 12 avosto. Come nel numero di le fantarie
sono H, vi si trova assa’ nativi, et come havia fato la
mostra di li stratioti, et alcuni capi. È rimasti n.° 286,
quali sono pochi a la guardia bisogna, perchè tra
F isola di Cypri e la Turchia è uno canal largo poco
più di milia 60, et è spiaza da poder metter in terra
dove se vuole. Et come andava continuando la fa-
brica per lui principiata, che è passa 200 di muro.
Spera fornirlo con sue torre, c una era za facta fino
al cordon, c anche F altra se forniria. La scarpa dii
fosso era facta la metà, con el suo spalto de fuora via
bellissimo ; e al fosso se atende a tajar la rocha di’ è
dentro ; et el dicto fosso sarà longo nel fondo passa
12, et passa 6 da la scarpa lino al fon.lo. Et havendo
el dinaro, se lavoreria el dopio di quello si fa. Et 300
ducati al mese che sono deputati è podio, perchè
quelli tagliano la rocha del fosso, che sono al conti-
nuo 60, veleno ogni mexe ducali 180, et cadaun di
loro taglia passa tre al mexe, e li murari, marangoni
favri, lajapiera et soprastanti mandati da Venetia ve-
leno al mexe ducati 52, e ogni fornaza di calzina
vuol più di ducati 40, le opere manuali et carri ve-
leno al mexe ducali 120, senza altre spese che mai
non inanellano. Et etiam li 300 ducati al mese non li
ha. Rechiedeva fusse scrito al luogotenente dovesse
al luto mandarli. Et che quella terra è in finibus
terree e coni in di turchi c mori, lontana di ogni soc-
corso. Ilem, è mal fornito di bombardieri ; ne ha uno
solo, zoè mais Irò Thomaso da Brexa, qual ha le gote.
Ilem, havìa principiato a cavar quel porto, adeo le ga-
lie di Barato sariano venute tutte 4 in porto a mcter
scala in terra; ma fornito ducati 50 che hebe da
Nicosia, li fo forza levar mano ; rechiedea legnami,
monilion, etc. Et come quello anno era de li bona
quantità di tormenti, e molto più de orzi, e li nuovi
hanno trovato li vechi. Et che le nave di Soria, che
sono retenute per il luogotenente e consejeri con el
consejo di 12, ozi sul tardi havìa fato vela, et la Ca-
dena era carza di orzi di raxon di la Signoria nostra,
moza 12 milia. Qual etiam fra do zorni dovea partir.
7 A dì 8 oclubrio, in collegio, vene lettere di campo
da Marati, ma nulla di conto. Et di sier Piero Marzello
proveditor apresso el ducha di Urbin, qual pareva
quel signor si dolesse di quello di qui ora divulgato
sopra le piaze, danando lui che l’impresa non havìa
bon exito ; et si excusoe dicendo non manchava per
lui ; tende, fo chiamato el suo orator in collegio, et
diteli per el principe nostro non volesse scriver
quello si diceva per le piaze perchè era populo et
vulgo che diceva quello li pareva, ma solum vardassc
a la Signoria nostra la qual havìa grandissima fede
verso quel signor, et che non si mancheria in ninna
cossa, domandasse quel volesse, pur si havesse viteria.
Dicto orator si excusoe dicendo scriverla al suo si-
gnor. Et fo mandato ducati 2000 a Rimano, in man
di Zorzi Franco secretano nostro, per far 1000 fanti
et mandarli in campo ; et fono expediti li contesta-
beli a Rimano.
Da Ravena. Come F impresa di Galiada voluta
experimentar per quel conte di Sojano, era sta disco-
perta ; et che il tratato havia in alcuni lochi di fioren-
tini, non seguite; et di la bona disposition di citadini
de Ravena, offerendosi a patir ogni incomodo per
la Signoria nostra. Et inteso questo, per li padri di
collegio fo scrito una lettera al dicto podestà di Ra-
vena in risposta, laudando quelli fidelissimi citadini ;
la qual lettera fo leta publice a Ravena, con gran
contento di tutti ravenati, la qual feno registrar.
Da Rimano, di Zorzi Francho, secretano nostro.
Come quel signor Pandolfo Malatesta era raduto in
rocha per dubito di foraussiti, et li ha dito farà una
cossa che sara reputa savio, voria cavalchar in servi-
ciò di la Signoria. Et che domino Zuam Francesco de
Capo in Sacco, doctor et cavalicr, olim suo orator qui,
qual fu messo suspecto, cognosuto la verità lo havìa
retolto in gratia, et lo mandava qui per suo amba-
sador ; etiam vi era uno chiamato Malatesta, qual feva
le sue facendo, et pochi zorni da poi in questa terra
morite.
Di campo etiam vene lettere. Come sperava haver
la rocha di Marati ; et il magnifico Piero di Medici
voria andar con el signor Bortelomeo d’ Alviano et
domino Ilannibal Bentivoy avanti al logo eh’ è in la
sumità di le alpe, et di veder di tuor quel passo. Et
che sier Jacomo Venier proveditor nostro non vol-
leva separar le zente, et che havia preso alcuni fanti
inimici andavano per aqua.
Da Brexa. Come sier Zuam Francesco Pasqualigo,
doctor e cavalier, capitanio, era stato a trovar eleolite
di Petigliano, et diteli il voler di la Signoria nostra,
el qual voliera venir qui incognite, per non discon-
zar le so zente di su Ojo.
MCCCCLXXXXVIII, OTTOBRE.
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di nuovo in quelle parti F annata turchescha. Era
intra in strato, et perhò haveano licentià le navi di
Soria venisseno ai llioro viazi in conserva, per esser
in quelle aque, tra Famagosta e le Saline, uno corsaro
chiamato Arsine, con certi navilii. Ilem, el ditto regi-
mento di Nichosia, zoè sier Andrea Venier luogote-
nente et consejeri, havea per bordine di la Signoria
fato de le comprede di orzi, qualli li mandava per la
nave Cadena verso Pisa.
Di Famagosta, di sier Bartolomeo Minio, captia-
mo, di 12 avosto. Come nel numero di le fantarie
sono H, vi si trova assa’ nativi, et come havia fato la
mostra di li stratioti, et alcuni capi. È rimasti n.° 286,
quali sono pochi a la guardia bisogna, perchè tra
F isola di Cypri e la Turchia è uno canal largo poco
più di milia 60, et è spiaza da poder metter in terra
dove se vuole. Et come andava continuando la fa-
brica per lui principiata, che è passa 200 di muro.
Spera fornirlo con sue torre, c una era za facta fino
al cordon, c anche F altra se forniria. La scarpa dii
fosso era facta la metà, con el suo spalto de fuora via
bellissimo ; e al fosso se atende a tajar la rocha di’ è
dentro ; et el dicto fosso sarà longo nel fondo passa
12, et passa 6 da la scarpa lino al fon.lo. Et havendo
el dinaro, se lavoreria el dopio di quello si fa. Et 300
ducati al mese che sono deputati è podio, perchè
quelli tagliano la rocha del fosso, che sono al conti-
nuo 60, veleno ogni mexe ducali 180, et cadaun di
loro taglia passa tre al mexe, e li murari, marangoni
favri, lajapiera et soprastanti mandati da Venetia ve-
leno al mexe ducati 52, e ogni fornaza di calzina
vuol più di ducati 40, le opere manuali et carri ve-
leno al mexe ducali 120, senza altre spese che mai
non inanellano. Et etiam li 300 ducati al mese non li
ha. Rechiedeva fusse scrito al luogotenente dovesse
al luto mandarli. Et che quella terra è in finibus
terree e coni in di turchi c mori, lontana di ogni soc-
corso. Ilem, è mal fornito di bombardieri ; ne ha uno
solo, zoè mais Irò Thomaso da Brexa, qual ha le gote.
Ilem, havìa principiato a cavar quel porto, adeo le ga-
lie di Barato sariano venute tutte 4 in porto a mcter
scala in terra; ma fornito ducati 50 che hebe da
Nicosia, li fo forza levar mano ; rechiedea legnami,
monilion, etc. Et come quello anno era de li bona
quantità di tormenti, e molto più de orzi, e li nuovi
hanno trovato li vechi. Et che le nave di Soria, che
sono retenute per il luogotenente e consejeri con el
consejo di 12, ozi sul tardi havìa fato vela, et la Ca-
dena era carza di orzi di raxon di la Signoria nostra,
moza 12 milia. Qual etiam fra do zorni dovea partir.
7 A dì 8 oclubrio, in collegio, vene lettere di campo
da Marati, ma nulla di conto. Et di sier Piero Marzello
proveditor apresso el ducha di Urbin, qual pareva
quel signor si dolesse di quello di qui ora divulgato
sopra le piaze, danando lui che l’impresa non havìa
bon exito ; et si excusoe dicendo non manchava per
lui ; tende, fo chiamato el suo orator in collegio, et
diteli per el principe nostro non volesse scriver
quello si diceva per le piaze perchè era populo et
vulgo che diceva quello li pareva, ma solum vardassc
a la Signoria nostra la qual havìa grandissima fede
verso quel signor, et che non si mancheria in ninna
cossa, domandasse quel volesse, pur si havesse viteria.
Dicto orator si excusoe dicendo scriverla al suo si-
gnor. Et fo mandato ducati 2000 a Rimano, in man
di Zorzi Franco secretano nostro, per far 1000 fanti
et mandarli in campo ; et fono expediti li contesta-
beli a Rimano.
Da Ravena. Come F impresa di Galiada voluta
experimentar per quel conte di Sojano, era sta disco-
perta ; et che il tratato havia in alcuni lochi di fioren-
tini, non seguite; et di la bona disposition di citadini
de Ravena, offerendosi a patir ogni incomodo per
la Signoria nostra. Et inteso questo, per li padri di
collegio fo scrito una lettera al dicto podestà di Ra-
vena in risposta, laudando quelli fidelissimi citadini ;
la qual lettera fo leta publice a Ravena, con gran
contento di tutti ravenati, la qual feno registrar.
Da Rimano, di Zorzi Francho, secretano nostro.
Come quel signor Pandolfo Malatesta era raduto in
rocha per dubito di foraussiti, et li ha dito farà una
cossa che sara reputa savio, voria cavalchar in servi-
ciò di la Signoria. Et che domino Zuam Francesco de
Capo in Sacco, doctor et cavalicr, olim suo orator qui,
qual fu messo suspecto, cognosuto la verità lo havìa
retolto in gratia, et lo mandava qui per suo amba-
sador ; etiam vi era uno chiamato Malatesta, qual feva
le sue facendo, et pochi zorni da poi in questa terra
morite.
Di campo etiam vene lettere. Come sperava haver
la rocha di Marati ; et il magnifico Piero di Medici
voria andar con el signor Bortelomeo d’ Alviano et
domino Ilannibal Bentivoy avanti al logo eh’ è in la
sumità di le alpe, et di veder di tuor quel passo. Et
che sier Jacomo Venier proveditor nostro non vol-
leva separar le zente, et che havia preso alcuni fanti
inimici andavano per aqua.
Da Brexa. Come sier Zuam Francesco Pasqualigo,
doctor e cavalier, capitanio, era stato a trovar eleolite
di Petigliano, et diteli il voler di la Signoria nostra,
el qual voliera venir qui incognite, per non discon-
zar le so zente di su Ojo.