Universitätsbibliothek HeidelbergUniversitätsbibliothek Heidelberg
Overview
Facsimile
0.5
1 cm
facsimile
Scroll
OCR fulltext
363

MÓCCCLXXXX1X, GtìNNAJQ.

364

voi far 100 lanze tosegate, le qual butano fuogo da
romper ogni eXercito.
Di Astor Bajom di Vergareto, de 18 a la Signo-
ria nostra. Avisa il modo de il prender di Marco di
Santi Et poi de 21 da Gastei Delze scrisse : come di
120 fono presi erano sta tutti lassati excepto tre, et
il conte Checho era lì quasi non fu preso, et à fato
gran tajate da poi a le strade, adeo mal se poi dar
socorso a Bibiena, et si dice inimici veleno far uno
bastione : lauda il Ramazoto, el qual scrisse a la Si-
gnoria etiam lui tuta la verità di la cossa, et ha ri-
scosso 40 mulli, et ditto Astor Bajom conseja andar
per Val di Bagno.
Da l’Averna di 1'Alviano al proveditor Venier,
di 19 a hore 21. Come havea inteso il desastro di
Marco di Santi, si duol non sia sta avisato, dice si
duol etiam inimici habino hauto sto refreschamento,
ma pocho li vaierà ; dimanda danari e farina maxime
per dar a li alemani, et voria 100 mulli di farina
30 mulli di sai, ojo e scarpe, e venendo tal socorso
voi saper un dì avanti per ussirli contra : lui ha 600
fanti e voi danari, altramente restava sollo ; à bon
animo, con gran fatione beve aqua et è senza pane,
e di brieve le verà 200 fanti inimichi.
Di Bibiena di sier Piero Marzolla, di 18 et 19
in zifra. Esser venuto li l’Alviano con Jacomin di.
Val Trompia, sta in Montatone, dice patisse lui mol-
lo per la fame col signor Carlo Orsino, masena
tormento a man, fono uno pan per uno al dì, beve
aqua ; et l’Alviano dice non poter tener più alemani,
et lui proveditor doman andava co] ducha a portar-
li pan e farine e tuor a l’incontro tormento, e il du-
cha voi mandar li cavalli via ; et nostri ozi hanno cor-
so per vai di Arezo e menato via capi 300 zoè de
animali tra grossi e mentiti, gran e vin, che in l’A-
verna non era vino. El conte Ranuzo era a Castel
Fochognano ussite, ma non li bastò l’animo di ata-
charsi ; et si stratioti non fusseno stati così presti
aviano fato mior bulino ; et il ducha averli dito che
per compiacer a la Signoria à scrito al conte Anto-
nio suo fratello si lievi di Castel Delze et vadi ad
Urbino, et comandato a tutti soi comesarii dii stato
suo e secretarii stagino a obedientia dii proveditor
Venier, perchè ha deliberà in caxa e fuor di caxa
non si partir mai di la Signoria nostra. Et è da saper
era di man dii proveditor.
Et in la lettera di Astor Bajom era una poliza de
li presi per nostri, zoè misier Leporeto da Fermo, mi-
sier Zuam Batista da Montepulzano, Bernardo di
Albizi, Morgante fiorentino, uno di Fiesole et altri.
Item, la bandiera dii capitarne Gueriero.

Da Ravena di 21. Nulla di conto. Et di sier
Zuam Paulo Gradenigo dii suo zonzer lì amalato,
le qual non fo tote in collegio.
Da Fuligno di sier Francesco Moreocini el dolor,
andava orator a Napoli, di 12. Come era zonto ivi
con neve e via cativa, quella sera anderà a Spoliti.
Et havea nova il re a dì 5 intrò in l’Aquila, et era
partito e andato a Capistrano per andar in Puja pia-
na ; à scrito a soa majestà per saper dove trovarlo,
anderà prima a Roma. Item, che uno Paulo e Nico-
lò Albanese quelle feste di nadal havia fato de li 500 148
fanti per nome di Zuam Paulo Bajom, zoè a Beva-
gno et uno altro loco, et come alcuni merchadanti
de lì si erano venuti a doler di certa bararia fata per
sier Zuam da Molto q. sier Thimoteo, et come ha-
veano fato ripresaja contra merchadanti nostri.
Da Roma di sier Hironimo Donado doctor ora-
tor et sier Francesco Moreocini doctor sopra nomi-
nato, di 19, hore 3 di note. Ozi terzo zorno zonse
ivi ditto sier Francesco Morexini : li andò contra li
prelati nostri et la fameja dii Cardinal Michiel. Eri
fo in concistorio, et ozi erano stati dal papa, et li
havia exposto latine post pedum oscula la optima di-
sposition di la Signoria, et soa santità mostrò haver
piacer, laudava la Signoria di mandar suo orator a
Napoli, ringratia di le oferte e versa vice si offe-
risse ; dimandò di le cose di Casentino, disse li lo-
chi esser ben muniti, et etiam li disse di la praticha
di l’acordo, et il ducha di Ferara dia a venir a Ve-
necia con li oratori fiorentini : tamen saria mala no-
va per esso papa, pur dicea volea pacifichar Italia
per atender a le cosse dii Turcho. Et era lettere dii
Cardinal di Polonia che turchi havia fato gran danni
e prede e menà via animali ; di Franza nulla havia.
Et cussi prese licentia lui Francesco per partirsi. Et
il re era a Civita di Chieti, come li ha ditto l’orator
suo è lì, et quel zorno havia fato le visitation di car-
dinali ; et il Cardinal San Dionise dice haver di Fran-
za li oratori nostri haver abuto le lettere li mandoe,
et che contra il fiol dii papa non fo altri che li
oratori nostri, et è sta notà questo. Item, havia di
Rodi il Turcho è in aperto bello con Ihoro, per aver
preso 5 toste sue, per danni fatti a quella religion, et
il grana maistro havia munition artilarie et è ben in
bordine.
Da Napoli dii consolo Lunardo di Anseimi, di
12. Come il re intrò in l’Aquila. Qual scrisse con
gran honor, et have in don ducati 6000 da’ aqui-
lani ; poi andò a la Matrice et Danzano ; el Cardinal
di Napoli a dì 7 si partì con le galie per Roma,
abuto tempo contrario : crede sia zonto; et Loyso
 
Annotationen