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MCÓCCLXXXXIX, LUGLIO.
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7ze»i, partito el principe et altri savii mii collega,
solo restai a balotar, et expedir li capitoli porti per
li oratori di Traili, erano soli 15 in collegio, et fono
leti, et aldilo quello havia consejà sier Piero Mar-
zelo stato provedador li, et cussi a bossoli e balote
a parte a parte fono expediti quasi ad vola.
Da poi disnar fo consejo di X, con zonta di col-
legio etc.
A dì 18 lujo. In collegio. Vene el conte Filippo
di Rossi, sento apresso il principe, versò gran parole,
dicendo era in bordine per cavalchar, pur li man-
chava qualche cavalo : voi page et mior conduta an-
dando in Brexana, voi recuperar li soi castelli in Par-
mesana. Li fo risposto bone parole.
Vene P orator di Urbim, e mostroe una lettera
dii suo signor, che li 100 homeni d’arme, è ubligato,
era in bordine per mandar in Frinì, et che il resto
ch’è 150 homeni d’arme eliam li leniva per questo
anno, sichè quando piace a la Signoria poi cavalchar,
et domino Zuam Battista Carazolo è il Ihoro capo,
qual desidera cavalchar presto, licei non habino auto
za molti mesi danari etc.
Vendi tre provedadori sora la exation di danari :
sier Hironimo Zorzi el cavalier, sier Alvise Venier e
sier Lorenzo di Prioli, aricordano fosse mandati de-
bitori a palazo i idoli per le comissarie, et cussi fo
ordinato il comandamento fazino. Ilem, aricordò si
facesse exalori per li officii che inanellavano, et disse
de molti erano andati in rezimenti quali erano grossi
debitori di la Signoria.
Da Zara, di vedovi di 9. Come turchi erano in
Bossina, et esso sier Francesco Venier conte, andava
con li syndici, sono lì, vardando la Urana nova, No-
vegradi et Nadino. Ilem, vociano si tolesse console
a soldo nostro, et quel Zuam conte di Corbavia che
faria assà profilo in Dalmatia. Ilem, haveano posto
le guardie a Tenina, loco dii ducha Zuam Corvino,
362* licei li habitanti non volevano, pur fono contenti fino
si sappi il voler dii Ihoro signor. Ilem, dimandono
certe altre monition, copi, etc., come par in le lettere.
Di Anlivari di sier Piero Tiepolo, podestà, a dì
20 zugno. Avisa il bisogno di. quella terra ; et che
turchi veniva a’ nostri danni, et hanno fato 4 spia-
nacle, una per Albania, una per Valachia, una per Un-
garia et una per la Valona.
De li judici di Antivari, di 22. Pregano la Si-
gnoria si aricordi di quel loco, et è longa lettera,
ma si jactano assai.
Di Breza, di vedovi, di 16. Ricevuto lettere dii
sussidio cristiano, hanno ditto a quelli citadini, di-
cono tarano, ma voi chiamar il suo consejo.
I biavii di M. Sanuto. — Tom. II.
In questa matina, in collegio, fo letouno aricordo
savio di Basilio da la Scuola, zercha le artilarie bi-
sogna per campo, et che franzesi usa antiguarda, ba-
taja e retroguarda.
Ilem, fo balotà uno arzentier per i arzenti sa-
rano posti in zecha, et fono balotadi do soli : primo
Zuam di Marin dii banche di Pixani, ave 18 et 4 di
no et rimase, 1’ altro fu Zuam Agostini dal banco,
ave 10 et 12.
Ilem, fo scritto, intervenendo sier Marco Bolani
eh’ è tutto suo, in Sicilia, a Vieimo. debi ve-
der di far compreda de’ fermenti per far biscoti per
1’ armada.
È da saper, tutto sto tempo el tormento e farine
era sta abondantia in questa terra, al presente el fer-
mento cresseva, et tamen per la Signoria nostra non
era sta fato compreda alcuna per li provedadori di le
biave, che sempre è il consueto poi San Piero far
qualche compreda, sichè potrà esser carestia, et è da
proveder.
Ilem, fo ordinato dar 3 page al conte Filippo de
Rossi, et eliam li fo donato li zanetti portò con si
sier Zuam Badoer di Spagna.
Da poi disnar fo consejo per consultar molle
cosse, et partono su zente d’ arme. Io non fui ; vene
lettere da mar.
A dì 19 lujo. In collegio. Fo leto le lettere eri
venute da Trani di sier Alvise Contarini, governa-
dor, di 11. Come quelli di Trani, inteso turchi veni-
va contra la Signoria, haveano strazà uno S. Mar-
cilo di una chiesia, et poi eliam un’ altro sora una
caxa, non sa chi sia stato, voria licenlia di darli taja,
tamen consultato parse ad alcuni non la dar al pre-
sente. Ilem, scrisse, si trazeva fermenti per la via
dii castello, senza pagar cossa, in danno di la Signo-
ria ; et mandava lettere di Corphù d’importantia.
Da Corphù, di sier Antonio Moro baylo, et ca-
pitano, di 2. Mandoe la depositici! di uno citadin
de lì, venuto da Constatinopoli, qual referisse in sti-
mano questo : che a di 24 l’armata ussì, va a Tenedo,
dove il capitano dia aprir il mandato dove debi an-
dar, la qual è di velie 350, zoè 100 galie, 19 nave a
la quara, 3 galeaze, 90 palandarie, el resto schierazi
et feste fino a la stima, la qual vien a Corphù contra
P opinion di Embraj bassà, et porta legnami grossi
80 milia et menudi 60 milia ; disse voi far uno pon-
te al Butintro, dove sarà la persona dii Signor, et
distenderà la tenda, et farà do bastioni ; et in lo exer-
cito terestre è il Signor in persona, et el bilarbei el
qual era 4 zornate lontan di Corphù, in certo loco
; qual lo nomina, et vien al Butintro come ho ditto.
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7ze»i, partito el principe et altri savii mii collega,
solo restai a balotar, et expedir li capitoli porti per
li oratori di Traili, erano soli 15 in collegio, et fono
leti, et aldilo quello havia consejà sier Piero Mar-
zelo stato provedador li, et cussi a bossoli e balote
a parte a parte fono expediti quasi ad vola.
Da poi disnar fo consejo di X, con zonta di col-
legio etc.
A dì 18 lujo. In collegio. Vene el conte Filippo
di Rossi, sento apresso il principe, versò gran parole,
dicendo era in bordine per cavalchar, pur li man-
chava qualche cavalo : voi page et mior conduta an-
dando in Brexana, voi recuperar li soi castelli in Par-
mesana. Li fo risposto bone parole.
Vene P orator di Urbim, e mostroe una lettera
dii suo signor, che li 100 homeni d’arme, è ubligato,
era in bordine per mandar in Frinì, et che il resto
ch’è 150 homeni d’arme eliam li leniva per questo
anno, sichè quando piace a la Signoria poi cavalchar,
et domino Zuam Battista Carazolo è il Ihoro capo,
qual desidera cavalchar presto, licei non habino auto
za molti mesi danari etc.
Vendi tre provedadori sora la exation di danari :
sier Hironimo Zorzi el cavalier, sier Alvise Venier e
sier Lorenzo di Prioli, aricordano fosse mandati de-
bitori a palazo i idoli per le comissarie, et cussi fo
ordinato il comandamento fazino. Ilem, aricordò si
facesse exalori per li officii che inanellavano, et disse
de molti erano andati in rezimenti quali erano grossi
debitori di la Signoria.
Da Zara, di vedovi di 9. Come turchi erano in
Bossina, et esso sier Francesco Venier conte, andava
con li syndici, sono lì, vardando la Urana nova, No-
vegradi et Nadino. Ilem, vociano si tolesse console
a soldo nostro, et quel Zuam conte di Corbavia che
faria assà profilo in Dalmatia. Ilem, haveano posto
le guardie a Tenina, loco dii ducha Zuam Corvino,
362* licei li habitanti non volevano, pur fono contenti fino
si sappi il voler dii Ihoro signor. Ilem, dimandono
certe altre monition, copi, etc., come par in le lettere.
Di Anlivari di sier Piero Tiepolo, podestà, a dì
20 zugno. Avisa il bisogno di. quella terra ; et che
turchi veniva a’ nostri danni, et hanno fato 4 spia-
nacle, una per Albania, una per Valachia, una per Un-
garia et una per la Valona.
De li judici di Antivari, di 22. Pregano la Si-
gnoria si aricordi di quel loco, et è longa lettera,
ma si jactano assai.
Di Breza, di vedovi, di 16. Ricevuto lettere dii
sussidio cristiano, hanno ditto a quelli citadini, di-
cono tarano, ma voi chiamar il suo consejo.
I biavii di M. Sanuto. — Tom. II.
In questa matina, in collegio, fo letouno aricordo
savio di Basilio da la Scuola, zercha le artilarie bi-
sogna per campo, et che franzesi usa antiguarda, ba-
taja e retroguarda.
Ilem, fo balotà uno arzentier per i arzenti sa-
rano posti in zecha, et fono balotadi do soli : primo
Zuam di Marin dii banche di Pixani, ave 18 et 4 di
no et rimase, 1’ altro fu Zuam Agostini dal banco,
ave 10 et 12.
Ilem, fo scritto, intervenendo sier Marco Bolani
eh’ è tutto suo, in Sicilia, a Vieimo. debi ve-
der di far compreda de’ fermenti per far biscoti per
1’ armada.
È da saper, tutto sto tempo el tormento e farine
era sta abondantia in questa terra, al presente el fer-
mento cresseva, et tamen per la Signoria nostra non
era sta fato compreda alcuna per li provedadori di le
biave, che sempre è il consueto poi San Piero far
qualche compreda, sichè potrà esser carestia, et è da
proveder.
Ilem, fo ordinato dar 3 page al conte Filippo de
Rossi, et eliam li fo donato li zanetti portò con si
sier Zuam Badoer di Spagna.
Da poi disnar fo consejo per consultar molle
cosse, et partono su zente d’ arme. Io non fui ; vene
lettere da mar.
A dì 19 lujo. In collegio. Fo leto le lettere eri
venute da Trani di sier Alvise Contarini, governa-
dor, di 11. Come quelli di Trani, inteso turchi veni-
va contra la Signoria, haveano strazà uno S. Mar-
cilo di una chiesia, et poi eliam un’ altro sora una
caxa, non sa chi sia stato, voria licenlia di darli taja,
tamen consultato parse ad alcuni non la dar al pre-
sente. Ilem, scrisse, si trazeva fermenti per la via
dii castello, senza pagar cossa, in danno di la Signo-
ria ; et mandava lettere di Corphù d’importantia.
Da Corphù, di sier Antonio Moro baylo, et ca-
pitano, di 2. Mandoe la depositici! di uno citadin
de lì, venuto da Constatinopoli, qual referisse in sti-
mano questo : che a di 24 l’armata ussì, va a Tenedo,
dove il capitano dia aprir il mandato dove debi an-
dar, la qual è di velie 350, zoè 100 galie, 19 nave a
la quara, 3 galeaze, 90 palandarie, el resto schierazi
et feste fino a la stima, la qual vien a Corphù contra
P opinion di Embraj bassà, et porta legnami grossi
80 milia et menudi 60 milia ; disse voi far uno pon-
te al Butintro, dove sarà la persona dii Signor, et
distenderà la tenda, et farà do bastioni ; et in lo exer-
cito terestre è il Signor in persona, et el bilarbei el
qual era 4 zornate lontan di Corphù, in certo loco
; qual lo nomina, et vien al Butintro come ho ditto.
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