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1215
majestà, ila volente Deo à voluto recuperar il suo
duchato di Milan, et per opera divina più presto che
fiumana za quasi à finito di ricuperar, unde è sta
esso signor Lodovico dii pecato suo Temerità ; et che
al presente siamo insieme con la cristianissima ma-
jestà, et per tanto si potrà et la sua cesarea majestà
il roy et la Signoria nostra atender a l’impresa cen-
tra infideli, come sempre la soa majestà cesarea a
teneris annis ha in cuor di voter far, sichè saremo
di questo voler ben disposti. Et damò sia preso che
al dito orator li sia pagà le spexe, et donà una veste
di veludo negro, et mandalo la copia di tal risposta
in Pranza et a Roma, acciò la mandino a li electori
de l’imperio ; et sier Polo Barbo el consejer volse
una zonta et cavar certe parole dicendo : si la soa
majestà havesse saputo la cativa natura dii signor
Lodovico lo haria ripreso, et cussi in favor di la sua
opinion andò in renga; li rispose sier Domenego Tri-
vixan, el cavalier savio dii consejo noviler electo, rin-
gratiò il consejo di haverlo electo, dannò F opinion
dii Barbo dicendo volea poner dii suo in ogni parte.
Or iterum parlò sier Polo Barbo con gran colara,
danando li muodi dii Trivixan di averlo cargà ; or li
rispose sier Lunardo Loredana procurator savio dii
consejo, et andò le parte ninna non sincere, una di no
di quella dii Barbo fo 23 di quella di savii 174, et
fu presa.
Et li capi dii consejo di X volevano far lezer
certe scripture dii marchexe di Mantoa deliberate
per il Ihoro consejo, venir et averzer la materia al
pregadi, ma la Signoria et li savii di una man et
di F altra parse di no, et chiamono el consejo di X
con zonta di savii per revochar el nihil actum fuit.
Et da poi licentiato el pregadi vene lettere di
Trani et Otranto molto desiderate per saper nova
da mar et tutta la terra era in moto. Vene una voce
a Rialto Farmacia dii Turcho esser brusata, tutti co-
reva a San Marcho, adeo non si poteva passar per
marzaria, li putì andava Gridando per la piaza Mar-
co, Marco, et per la strada si dicea come zonta l’ar-
mada di Pranza con la nostra, era sta preso Camalli
con 12 fuste, et il resto di F armada asedià in Por-
tolongo. Or li savii andono in caxa dal principe dove
fo leto le lettere, et nulla era, tamen li putì non re-
stava con una bandiera in man di San Marco sopra
la piaza cridar etc. Et fo fato fuogo a Rialto, et sonà
campano in canarejo, et altrove eh’ è signal la terra à
un buon popolo et bon voler, et tutti sta in expecta-
tion da mar non stimando le cosse di terra.
A dì 6 septembrio. In collegio vene mollo a bo-
na bora, senza aspetar ìi cavalieri era ordinato lo an-
1216
dasseno a condor a la Signoria, F orator dii re di
romani, perhò che eri li fo portà il veludo negro a
donar, et ordinato a Piero Pender non li togli nulla,
è qui con 8 boche, et perhò vene a udir la risposta,
qual leutali per Gasparo, dimandò la copia, et ge la
fo data, et poi disse: illustrissimo principe non acade
comemorarmi fi benefìcii fati al ducha di Milan,
et F amicitia di vostra Signoria col re mio sacratis-
simo, eliam la bona volontà di sua majestà contea
turchi, et inteso quello à fato il ducha di Milan, pre-
go la Signoria vostra rispondi in altra forma ; et il
principe li disse questa esser la nostra risposta ; lui
disse el re mio non potrà far de mancho di recupe-
rar quello è sotto il suo imperio, seguirà assai
morte, danni, etc. El principe sapientissime rispose:
soa majestà, siamo certi, ponerà questo voler contra
infideli ; poi F orator disse, serenissimo principe, io
ho lettere di far quitation per haver hauto in co-
mission da la cesarea majestà di mandar quel resto
el dia haver da la Signoria vostra quando el fo in
in Italia ; li fo risposto nui fecemo alhora gran spexe
più di la portion nostra, pur si consejeria; el cussi fo
acompagnato fino a la barcha per nui savii ai ordeni,
dove trovarne fi patricii, 4 cavalieri, quali lo acompa-
gnò a caxa. Questo orator è picolo, parla saviamente
et con gran gravità in vulgari sermone, era vestito
di raso negro, et ne F uscir di F audientia trovò do-
mino Urbani di Alba et li disse volerli parlar.
Vene el dito domino Urbana, orator di Monterà,
stato alcuni zorni qui amalato, ringratiò la Signoria
di visi tation mandate, dimandò di nove di turchi ; fi
fo risposto per el principe nulla esser fin hora con
certeza, et lui disse vox populi vox Dei, et fi fo leto
la risposta fato a F orator cesareo : ne dimandò la
copia per mandarla al Magontino et a fi duchi di Ba-
viera, et fo lì data.
Vene F orator di Pranza, al qual fo lecto la ri-
sposta predicta, poi ditto da mar non era altro salvo
il zonzer di l’armata francese ; lui disse serenissimo
principe sarà bon socorso, è sopra più di 300 fioli
di duchi et baroni, et ne cognosse lui 200 à de in-
trada li padri trenta milia scudi a F anno, et li fioli
sono andati su ditta armada per la fede, sichè pro-
mete victoria.
Da Brexa, di rectori, di 4. Come erano stati da
Ihoro li deputati di la città, et haverli exposto ber-
gamaschi et cremaschi mandano oratori a la Signo-
ria per haver li magistrati de li lochi noviler presi,
eliam Ihoro voi mandar : li hanno risposto non bi-
sognava mandar, perchè la Signoria à bon animo
verso di Ihoro.
MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE.
1215
majestà, ila volente Deo à voluto recuperar il suo
duchato di Milan, et per opera divina più presto che
fiumana za quasi à finito di ricuperar, unde è sta
esso signor Lodovico dii pecato suo Temerità ; et che
al presente siamo insieme con la cristianissima ma-
jestà, et per tanto si potrà et la sua cesarea majestà
il roy et la Signoria nostra atender a l’impresa cen-
tra infideli, come sempre la soa majestà cesarea a
teneris annis ha in cuor di voter far, sichè saremo
di questo voler ben disposti. Et damò sia preso che
al dito orator li sia pagà le spexe, et donà una veste
di veludo negro, et mandalo la copia di tal risposta
in Pranza et a Roma, acciò la mandino a li electori
de l’imperio ; et sier Polo Barbo el consejer volse
una zonta et cavar certe parole dicendo : si la soa
majestà havesse saputo la cativa natura dii signor
Lodovico lo haria ripreso, et cussi in favor di la sua
opinion andò in renga; li rispose sier Domenego Tri-
vixan, el cavalier savio dii consejo noviler electo, rin-
gratiò il consejo di haverlo electo, dannò F opinion
dii Barbo dicendo volea poner dii suo in ogni parte.
Or iterum parlò sier Polo Barbo con gran colara,
danando li muodi dii Trivixan di averlo cargà ; or li
rispose sier Lunardo Loredana procurator savio dii
consejo, et andò le parte ninna non sincere, una di no
di quella dii Barbo fo 23 di quella di savii 174, et
fu presa.
Et li capi dii consejo di X volevano far lezer
certe scripture dii marchexe di Mantoa deliberate
per il Ihoro consejo, venir et averzer la materia al
pregadi, ma la Signoria et li savii di una man et
di F altra parse di no, et chiamono el consejo di X
con zonta di savii per revochar el nihil actum fuit.
Et da poi licentiato el pregadi vene lettere di
Trani et Otranto molto desiderate per saper nova
da mar et tutta la terra era in moto. Vene una voce
a Rialto Farmacia dii Turcho esser brusata, tutti co-
reva a San Marcho, adeo non si poteva passar per
marzaria, li putì andava Gridando per la piaza Mar-
co, Marco, et per la strada si dicea come zonta l’ar-
mada di Pranza con la nostra, era sta preso Camalli
con 12 fuste, et il resto di F armada asedià in Por-
tolongo. Or li savii andono in caxa dal principe dove
fo leto le lettere, et nulla era, tamen li putì non re-
stava con una bandiera in man di San Marco sopra
la piaza cridar etc. Et fo fato fuogo a Rialto, et sonà
campano in canarejo, et altrove eh’ è signal la terra à
un buon popolo et bon voler, et tutti sta in expecta-
tion da mar non stimando le cosse di terra.
A dì 6 septembrio. In collegio vene mollo a bo-
na bora, senza aspetar ìi cavalieri era ordinato lo an-
1216
dasseno a condor a la Signoria, F orator dii re di
romani, perhò che eri li fo portà il veludo negro a
donar, et ordinato a Piero Pender non li togli nulla,
è qui con 8 boche, et perhò vene a udir la risposta,
qual leutali per Gasparo, dimandò la copia, et ge la
fo data, et poi disse: illustrissimo principe non acade
comemorarmi fi benefìcii fati al ducha di Milan,
et F amicitia di vostra Signoria col re mio sacratis-
simo, eliam la bona volontà di sua majestà contea
turchi, et inteso quello à fato il ducha di Milan, pre-
go la Signoria vostra rispondi in altra forma ; et il
principe li disse questa esser la nostra risposta ; lui
disse el re mio non potrà far de mancho di recupe-
rar quello è sotto il suo imperio, seguirà assai
morte, danni, etc. El principe sapientissime rispose:
soa majestà, siamo certi, ponerà questo voler contra
infideli ; poi F orator disse, serenissimo principe, io
ho lettere di far quitation per haver hauto in co-
mission da la cesarea majestà di mandar quel resto
el dia haver da la Signoria vostra quando el fo in
in Italia ; li fo risposto nui fecemo alhora gran spexe
più di la portion nostra, pur si consejeria; el cussi fo
acompagnato fino a la barcha per nui savii ai ordeni,
dove trovarne fi patricii, 4 cavalieri, quali lo acompa-
gnò a caxa. Questo orator è picolo, parla saviamente
et con gran gravità in vulgari sermone, era vestito
di raso negro, et ne F uscir di F audientia trovò do-
mino Urbani di Alba et li disse volerli parlar.
Vene el dito domino Urbana, orator di Monterà,
stato alcuni zorni qui amalato, ringratiò la Signoria
di visi tation mandate, dimandò di nove di turchi ; fi
fo risposto per el principe nulla esser fin hora con
certeza, et lui disse vox populi vox Dei, et fi fo leto
la risposta fato a F orator cesareo : ne dimandò la
copia per mandarla al Magontino et a fi duchi di Ba-
viera, et fo lì data.
Vene F orator di Pranza, al qual fo lecto la ri-
sposta predicta, poi ditto da mar non era altro salvo
il zonzer di l’armata francese ; lui disse serenissimo
principe sarà bon socorso, è sopra più di 300 fioli
di duchi et baroni, et ne cognosse lui 200 à de in-
trada li padri trenta milia scudi a F anno, et li fioli
sono andati su ditta armada per la fede, sichè pro-
mete victoria.
Da Brexa, di rectori, di 4. Come erano stati da
Ihoro li deputati di la città, et haverli exposto ber-
gamaschi et cremaschi mandano oratori a la Signo-
ria per haver li magistrati de li lochi noviler presi,
eliam Ihoro voi mandar : li hanno risposto non bi-
sognava mandar, perchè la Signoria à bon animo
verso di Ihoro.
MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE.