MCCCCLXXXXIX, SETTEMBRE.
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Or dimorando et aspetando che la provenza si Mie-
tesse più fresca, et che ’l sol fosse con nui, levato il
crocefisso, et per dar la trombeta, zonse misier
Andrea Loredan che era a Corphù con 11 gripi et
4 caravelle, insieme con Simon di Greci ; montato su
la pope la magnificentia di misier li disse ste formai
parole : magnifico misier Andrea haveti fato gran
male a partirve da Corphù, ma za che seti venuto
a tal bora montati su che navilio et legno ve piaze,
et fati da valentuomo ; di che dicto misier Andrea
rispose:'magnifico zeneral ho voluto ancor mi venir
a participar de sta gloria : che è di fato, perchè fu
dà la trombeta, ditto misier Andrea montò su la
nave Pandora, et lo suo canzelier, noto era Marcho
di Santi, Simon di Greci non montò, perchè andò a
tuor le arme sul gripo et non arivò a tempo, fato li
trincheti a la nave Armerà et Pandora a le qual era
termina, la nave grossa inimicha fato lo simile, lo
capitano di le nave et conserve, benché dicto capi-
tano se intrigò con una galia grossa, fato velia el
capitano di le galie grosse dal trafego, di qual era
la setimana, fate, con gran spironi in li fianchi, velie,
le altre principiato a bombardar et investir le do
nave nostre prima, ut supra. Al vostro honor tutte
nave galie grosse, salvo che ’l capitano del trafego
et misier Vicenzo Pollani et lo capitano de la barza
con el Brocheta, et do altri barzoti candioti deteno
a l’orza e luntanosse come inimici et rebelli del suo
stato, di che combatero soli li nostri 8 legni in
tutta F armata inimicha per quasi un bora. La nave
Armerà et Pandora incadenade con le do nave
grosse inimiche se pose focho in una d’ esse, ita che
tre se ne brusorno, le do nostre et la più granfia del
Turche, V altra se salvono ma mal conditionada, el
capitano di le nave intrò et ussì, ma dissi el prese
uno schierazo, la nave Brocheta andò a fundi, ma
scapolò assai homeni el patron et altri ; vero è el
capitano dii trafego se à porta virilmente, ma mejo
misier Vicenzo Polani per mia fè è stato uno mira-
colo esser in mezo di 100 galie et fusi e per una
bora, et sempre combater et schapolar. Pensi vo-
stra magnificentia se le galie grosse tutte 17 fusse
intrate quel saria seguito per Dio immortai senza
bota di spada se haria conseguito immortai victoria ;
consideri non tanto vostra magnificentia ma ognun-
que altra persona in che termene si trova et basse
trovato la magnificentia di misier, io non lo voglio
scriver per non poterlo, et non atristar più vostra
magnificentia, vedendosi da suo’ propri esser tradito
non lui ma tutto il dominio venetiano et più tutta
la cristianità, tutta 1’ armata ad una voce enfiavano
I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II.
et cussi Gridano apicheli apicheli, et per Dio li seria
podio male a quel meritano, ma dovendo apichare
se apicheria di 4 quinti di 1’ armata nostra. Diria,
ma non oso, magnifici patroni, so sapeti la natura mia,
che in sto viazo mai m’aveti trovà in una busia, nè 478
mai me trovarè, ne pensati eh’ io tema altro che
Idio e lo mio honore ; io non ve scrivo in zifra, ma
pre Hironimo Cesoto scrive che la ruina di la nostra
terra è sta sti propri zentilhomeni, scomenzando
da li primi a li ultimi; questa impresa era più fazile
che romper do navilii che si se presentavemo, mai
aspetavano ma fugivano le tre parte de Ihoro, sico-
me haveano principiato a fare; potria ben dire, o
Idio non ha volesto, dicho che sta volta 1’ à potuto
più sti ribaldi, etc. Non parlo a passione, ma ben a
raxone, et cussi Dio me ajuta. Or non più haveria
ben che dire, ma anderia massa in suso: 1’ è più
zorni che qualche colonna se inchinava, etc. Data la
trombeta de ricolta tornassemo al Iodio, primo le
nave et galie grosse che erano andà solazo in mare
se ne siete la note, simililer nui se metessemo in
mar.
Adì. 13 ditto. Pur in mar su le volte, circum
circa al Frodano dove era 1’ armata turchescha, le
nave nostre erano disperse, 1’ è parechii zorni che il
capitano di le nave à mostrato etc. A hore 4 de
dì zonse tre caravelle da Veniexia.
A dì 14 ditto. Pur sempre su le volte. Ma la
magnificentia di misier insieme con li magnifici pro-
vedadori deliberò dover redurse al Zante, et in quel
Iodio redurse tutta 1’ armata insieme, sì per for-
nirse d’aqua come a proveder per Lepanto et Cor-
phù, atento che quel magnifico zentilhomo misier
Andrea Loredam se habi partito et lassato quelli
lochi etc. Perhò spazò tre galie a la volta del mare,
zeccando la nostra armata, et trovata imponerli
dovesse de fato venir el Zante.
Item, il danno nostro seguito è sta grande per
dicto disordine, ma più per haver perso tanto uni-
versa! bene, le do nave grosse brusate senza scampo
de homeni fino qui, et la nave Brocheta ma scapolò
parte de li homeni, et lo danno de lo inimico è sta
pocho a quel aspectava, la sua nave più grossa con
tutti li homeni et con quel ladro di Carnali brusati,
tamen Carnali non si brasò, un’ altra naveta a fondi,
do schierazi graditi cargi de munition, vituarie,
tre altri legni, et 1’ altra nave granfia assai mal con-
ditionata, et più, ma fina qui non posso zertifichar
unum est sono rimasti una nave et tre galiaze,
el resto per mia fè non è da temer, tamen vedendo
seguir le cosse che è seguite me faria temer una bar-
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tesse più fresca, et che ’l sol fosse con nui, levato il
crocefisso, et per dar la trombeta, zonse misier
Andrea Loredan che era a Corphù con 11 gripi et
4 caravelle, insieme con Simon di Greci ; montato su
la pope la magnificentia di misier li disse ste formai
parole : magnifico misier Andrea haveti fato gran
male a partirve da Corphù, ma za che seti venuto
a tal bora montati su che navilio et legno ve piaze,
et fati da valentuomo ; di che dicto misier Andrea
rispose:'magnifico zeneral ho voluto ancor mi venir
a participar de sta gloria : che è di fato, perchè fu
dà la trombeta, ditto misier Andrea montò su la
nave Pandora, et lo suo canzelier, noto era Marcho
di Santi, Simon di Greci non montò, perchè andò a
tuor le arme sul gripo et non arivò a tempo, fato li
trincheti a la nave Armerà et Pandora a le qual era
termina, la nave grossa inimicha fato lo simile, lo
capitano di le nave et conserve, benché dicto capi-
tano se intrigò con una galia grossa, fato velia el
capitano di le galie grosse dal trafego, di qual era
la setimana, fate, con gran spironi in li fianchi, velie,
le altre principiato a bombardar et investir le do
nave nostre prima, ut supra. Al vostro honor tutte
nave galie grosse, salvo che ’l capitano del trafego
et misier Vicenzo Pollani et lo capitano de la barza
con el Brocheta, et do altri barzoti candioti deteno
a l’orza e luntanosse come inimici et rebelli del suo
stato, di che combatero soli li nostri 8 legni in
tutta F armata inimicha per quasi un bora. La nave
Armerà et Pandora incadenade con le do nave
grosse inimiche se pose focho in una d’ esse, ita che
tre se ne brusorno, le do nostre et la più granfia del
Turche, V altra se salvono ma mal conditionada, el
capitano di le nave intrò et ussì, ma dissi el prese
uno schierazo, la nave Brocheta andò a fundi, ma
scapolò assai homeni el patron et altri ; vero è el
capitano dii trafego se à porta virilmente, ma mejo
misier Vicenzo Polani per mia fè è stato uno mira-
colo esser in mezo di 100 galie et fusi e per una
bora, et sempre combater et schapolar. Pensi vo-
stra magnificentia se le galie grosse tutte 17 fusse
intrate quel saria seguito per Dio immortai senza
bota di spada se haria conseguito immortai victoria ;
consideri non tanto vostra magnificentia ma ognun-
que altra persona in che termene si trova et basse
trovato la magnificentia di misier, io non lo voglio
scriver per non poterlo, et non atristar più vostra
magnificentia, vedendosi da suo’ propri esser tradito
non lui ma tutto il dominio venetiano et più tutta
la cristianità, tutta 1’ armata ad una voce enfiavano
I Diarii di M. Sanuto. — Tom. II.
et cussi Gridano apicheli apicheli, et per Dio li seria
podio male a quel meritano, ma dovendo apichare
se apicheria di 4 quinti di 1’ armata nostra. Diria,
ma non oso, magnifici patroni, so sapeti la natura mia,
che in sto viazo mai m’aveti trovà in una busia, nè 478
mai me trovarè, ne pensati eh’ io tema altro che
Idio e lo mio honore ; io non ve scrivo in zifra, ma
pre Hironimo Cesoto scrive che la ruina di la nostra
terra è sta sti propri zentilhomeni, scomenzando
da li primi a li ultimi; questa impresa era più fazile
che romper do navilii che si se presentavemo, mai
aspetavano ma fugivano le tre parte de Ihoro, sico-
me haveano principiato a fare; potria ben dire, o
Idio non ha volesto, dicho che sta volta 1’ à potuto
più sti ribaldi, etc. Non parlo a passione, ma ben a
raxone, et cussi Dio me ajuta. Or non più haveria
ben che dire, ma anderia massa in suso: 1’ è più
zorni che qualche colonna se inchinava, etc. Data la
trombeta de ricolta tornassemo al Iodio, primo le
nave et galie grosse che erano andà solazo in mare
se ne siete la note, simililer nui se metessemo in
mar.
Adì. 13 ditto. Pur in mar su le volte, circum
circa al Frodano dove era 1’ armata turchescha, le
nave nostre erano disperse, 1’ è parechii zorni che il
capitano di le nave à mostrato etc. A hore 4 de
dì zonse tre caravelle da Veniexia.
A dì 14 ditto. Pur sempre su le volte. Ma la
magnificentia di misier insieme con li magnifici pro-
vedadori deliberò dover redurse al Zante, et in quel
Iodio redurse tutta 1’ armata insieme, sì per for-
nirse d’aqua come a proveder per Lepanto et Cor-
phù, atento che quel magnifico zentilhomo misier
Andrea Loredam se habi partito et lassato quelli
lochi etc. Perhò spazò tre galie a la volta del mare,
zeccando la nostra armata, et trovata imponerli
dovesse de fato venir el Zante.
Item, il danno nostro seguito è sta grande per
dicto disordine, ma più per haver perso tanto uni-
versa! bene, le do nave grosse brusate senza scampo
de homeni fino qui, et la nave Brocheta ma scapolò
parte de li homeni, et lo danno de lo inimico è sta
pocho a quel aspectava, la sua nave più grossa con
tutti li homeni et con quel ladro di Carnali brusati,
tamen Carnali non si brasò, un’ altra naveta a fondi,
do schierazi graditi cargi de munition, vituarie,
tre altri legni, et 1’ altra nave granfia assai mal con-
ditionata, et più, ma fina qui non posso zertifichar
unum est sono rimasti una nave et tre galiaze,
el resto per mia fè non è da temer, tamen vedendo
seguir le cosse che è seguite me faria temer una bar-
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