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1309

MCCCCLXXXXlX, SETTEMBRE.

1310

burchìela grossa vi era assai forzieri, et do altre
apresso pur grosse eravi provisionati et balestrieri,
et a dì 5 a una torre chiamata Vologno lontan di
Belazo mia 12 a bore 19 arivoe, et quelli dii lago
inteso andò a ditta torre molti homini del paese in
assai burchiele per retenir ditto signor Lodovico et
tuorli il suo, deli una bataja a la torre nella qual era
il fradelo dello explorator nostro, referissc questo, et
fono morti di questi paesani tre, et ritornello a casa.
Et quella sera a hore una di note partì il signor Lo-
dovico con il suo, et andò a Morbegno mia 4 lontan
de lì fra terra, dove stete quella note, è loco sicuro,
licei non sia murato et apresso el Lambro fiumara
che corre assai et aqua grossa non vi si poi passar a
guazo : et se quelli di lago tre hore avanti fosseno
venuti che si partisse di Belazo lo prendevano ; et el
venere avanti zorno si partì da Morbegno, et andò a
Tyram terra grossa et forte dii ducato di Milan, et
507 li vene bon numero di tedeschi contra, et zonse il
sabato a Tyram al levar'dil sol, eh’è mia 86 da Mor-
begno, sichè camino tutto el venere per non haver
loco altro sicuro di questo, poi la domenega andò a
disnar a Bormio mia 4 da Tyram, dove era firmato
et facea adunanza di tedeschi, lassò fornito Tyram di
artilarie et 300 tedeschi.
Item, referisse, in queste interim, a dì 8, vene
uno trombeta francese, et tolse il possesso per nome
di roy di Belazo, et di un altro castello nominato
Menaso, et andò poi a dì 10 a Bellan, il borgo è
assai bon, ma non à rocha, e Varena et Lecho e le-
vono f insegne regie ; poi il mercore a vale Sasena
dove non è forteza, ma ben passi streti, la Valte-
lina ancor tutta via si leniva per il signor Lodo-
vico fino a dì 12 de l’istante; conclude la prima
terra di ditta valle è Morbegno eh’ è lontan da Ty-
ran mia 86, et questo è quanto à referito.
Dei Milan, di Zuam Dolze secretano, di 13.
Come in execution di nostre lettere, fo da monsi-
gnor di Lignì fino a Como, lo vele volentiera, et
partono insieme dii voler di la Signoria nostra, el
qual mandava Antonio Pelegrin fradelo di Zuam
Bernardo in reame et a Roma per sue facendo, et
condur il fìol dii principe di Salerno. Ilem, li disse
il Cardinal Roani voi ajutar fiorentini, et lui voria
fusseno extrati d’Italia par caxon di Pisa. Ilem, ra-
gionato dii signor Lodovico, disse non ha danari non
havia porta con lui ducati 200 milia, come etiam
cussi in consonai!tia dice domino Bergontio Botta
come li à ditto misier Zuam Jacomo, et\à tutte mo-
licele ; li vene contra esso signor Lodovico 2000 te-
deschi, et ara assai zente, voi romper in Frinì, di che

esso Ligni disse havia avisato monsignor di Beu-
monte in campo nostro. Item, il re Maximiliano è
balordo, è venuti certi Borgognoni contra per ha-
ver soldo lui non li à ditto nulla. Item, la pace tra
il re e sguizari è fata ; et che el Cardinal Ascanio et
Sanseverin vertano salvoconduto dal re di Pranza
di venir per il lago et andar a Roma, di che diman-
dò il consejo di esso secretario, qual nulla li rispose
dicendo non sapea. Ilem, tornò a Milan ; et che mi-
sier Zuam Jacomo havia auto li obstasi dii castelan,
sue figliole et nipoti et doman darà il fìol mascolo,
etiam ha i Pioli in le man di domino Bergonzio Botta,
spera a dì 25 far l’filtrata di ditto castelo; et parlato
in la materia di Codignola, disse misier Zuam Jaco-
mo voria il roy la desse a la Signoria, et che credea
la Signoria desisterla de l’impresa.
Da Spalato, di sier Mann Moro conte, di 5.
Manda una lettera di Sfìgna loco di l’Ongaro: li avisa
Schender bassa dia venir con 20 milia persone so-
pra quelli lochi di Dalmatia a danizar, rechiede li
I sia manda monition et provisto a la terra. Et partite
il principe, vene un orator dii marchexe di Mantoa,
chiamato Guido da Gonzaga, con lettere credenzial
scritte di sua mano data a di il, sotoscrita schiavo
et servidor el marchexe di Mantoa, si mandoe a ri-
comandar etc. Et per non vi esser la Signoria, uno
di savii li rispose bone parole, tamen più non fu ai-
dito, sichè intese il voler nostro, etc.
Da poi disnar, fo pregadi. Fu fato election di 5
savii ai ordeni in loco mio et di colleghi compivano,
et rimase questi : sier Piero da dia da Pexaro fo sa-
vio ai ordeni, q. sier Nicolò da Londra 151, sier 507*
Andrea Surian, fo savio ai ordeni, q. sier Francesco
134, sier Zuam Trivixan, savio ai ordeni, q. sier Ni-
colò procurator 128, et sier Mariti Bon, fo savio ai
ordeni, q. sier Baldisera 131. Ancora fu electo per
scrutinio con pena provedador zeneral in campo, in
luogo di sier Marchio Trivixan, sier Nicolò Fosca-
rini, savio dii consejo, q. sier Alvixe doctor, procu-
tor 125, sier Domenego Trevixan el cavalier, savio
dii consejo 105, sier Marco Zorzi, fo savio a terra
ferma, sier Piero Marzelo, fo provedador in campo,
et sier Hironimo Donado, doctor, vicedomino a Fer-
rara fono tolti, et altri nò; et ditto Foscarini aceptoe.
Da Cremona, di sier Marco Antonio Morexini
el cavalier provedador, di 14. Solicita li sia manda
danari promossi al castelan. Ilem, havia manda quel
messo dii castelan verso Trento, insieme con un
messo dii conte Alvixe Avogaro. Item, monsignor
di Beumonte li mostrò lettere dii Triulzi: come era
venuto il messo di Sondrio et dice il signor Lodovico
 
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