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Sanutus, Marinus; Berchet, Guglielmo [Editor]; Fulin, Rinaldo [Editor]; Barozzi, Nicolò [Editor]; Stefani, Federico [Editor]
I diarii (1496-1533) (Tomo 2): [1.10.1498 - 30.9.1499] — Venezia: Visentini, 1879

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https://doi.org/10.11588/diglit.67588#0239
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MCCCCLXXXX1X, FEBBRAIO.

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no fuora dii suo regno. Item, che il conte Opizim
vene da essi nostri oratori, e fo avanti il re si par-
tisse di Nantes, et li disse : come veniva da parte dii
re; che era venuto uno noncio dii re di romani, vo-
lendo esser in accordo con soa majestà, li promete
libero il duellato di Milan e parte dii stato di la Si-
gnoria e il resto lo- voi lui ; e che il re non li ha ri-
sposto ma aspetava la risposta da la Signoria nostra.
Ilem, si aspetava oratori dal re di romani e si pre-
para alozamenti. Li zenoesi ha auto audientia, à
fato oblatione generai. E Morgante corier è zonto lì
con li zebelini et falconi, li darano al re. Et a dì 21
parlino di Nantes, e a dì 24 zonseno lì con sinistre
vie. E a dì 25, hore do di note, riceveteno nostre let-
tere per Cristofoleto corier ; il re sarà doman.
Di li diti, di primo fevrer, ivi. Come andono dal
re, et solli con sollo exposeno il voler di la Signoria
nostra, e tuto exagerando, et ditoli di le nove dii
Turche, et non poter per hora dar li 100 milia du-
cati. Et voler poner il capitolo che, ussendo il Turcho,
et venir a la sigilation, et ditoli l’amor portava la
Signoria a la casa di Orliens. 11 re udendo, sto’ sospe-
so, disse : saremo con li nostri, arete presto risposta.
Et haveano comunichà poi col Cardinal Vincula, qual
à gran reputation, sarà optimo mestier a questo,
promisse far il tutto con la regia majestà per acor-
dar sta liga.
De li diti, di 4, ivi. Come il Cardinal Vincula li
havia dito esser stato col re, el qual li disse : questi
venitiani non voler far cossa alcuna, et lui Cardinal
ne justifìcó a parte a parte con il Turcho, et si di-
niega li 100 milia ducati, per convegnir far armada
per guarda di la christianità. Il re li disse aspette-
remo li oratori dii re di romani e di re Fedrico, e
forse questi oratori veneti verà più avanti. 11 Cardi-
nal rispose : non hanno altra comissione, et hanno la
sua commission limitada, concludendo piglierano al-
tra forma, si acorderà tutta Italia e tarano liga. Ri-
180 spose il re : non starano in pace do anni. Et il Cardi-
nal disse: fatta questa liga, soa majestà se tirasse zo
di andar più in Italia, e con 300 milia ducati che
spendesseno a l’anno, farano spender a soa majestà
un milion d’ oro per il re di romani. Et il re li dis-
se poi : siate col Cardinal Roan e dite il tutto. Et che
essi nostri oratori furono con monsignor di Ligni,
qual li disse il roy è mal contento di la risposta per
li ducati 100 milia denegati, et più perchè quelli di-
sturba sto adatamento a hora piglierano animo, con-
cludendo non era per venir a conclusioni. Et ozi
erano stati dal Vincula ; li disse haver parlato con
monsignor di Albi, col gran canzelier, con monsignor
l Diarii di M. Sanuto. — Tom. II.

de Busagia e col governator di Bertagna, et steteno
in gran consulto zercha queste materie, justifichando
la Signoria ; et che ’l gran canzelier diceva la Signo-
ria non dovea restar per questa cossa, havendo dal
re si gran paese come è Cremona ; et che dito Car-
dinal disse a li oratori nostri credeva il capitolo del
Turcho non lasserà concluder, perchè sempre si porà
dir non è tempo di romper, il Turcho fa armata ; et
ozi si dia trovar soa signoria col Cardinal Roam.
In questo zorno fo mandato una lettera a sier
Alvise da Molili savio di terraferma, con questa soto
scriptiom : la povertà di pupilli, le vedoe e tutti i
besognosi scrivea come haveano drizata a lui per
esser misericordioso; lo prega non metti decime; et
dice mal di quel Antonio di Mezo exator, et quel
Antonio Chocho à ruinà la povertà ; la qual lettera
mi la mostrò.
A dì 18 fevrer. In collegio vene l’orator dii du-
cila di Urbim, dicendo le oferte havia mandato a far
il suo signor al conte di Pitiano, oferendoli il stato etc.
Et per il principe fo ringratiato.
Vene Jacomo da Nolla secretano dii conte di Pi-
tiano, e mostrò una lettera di| conte, da Ravena di 16,
voria danari per una paga ; et li fo dito eramo conten-
ti. Et fo balotà di darli una paga, et ancora fo balotà
una paga a Michiel Zancho contestabile, va in campo
con 60 homeni, et fu presa.
Vene Zuam Alberto da la Pigna, e mostrò lettere
dii suo signor ducha di Ferrara, di 17. Come havia
fiorentini haver terminato far do oratori vengino a
la Signoria nostra con mandato, li quali zonti a Fer-
rara esso ducha verrà con Ihoro per veder di adatar
le turbatiom presente ; fo ringratiato il ducha dii
bon voler.
Da Ravena di 16. Che il conte voi partir mer-
core, che sarà a dì 20, per Castel Delze ; à fatto dar
come scrisse 200 fanti a Morelo da Crovara. Et esser
ivi venuto domino Morelo di Cortona per nome dii
ducha di Urbin ; avisa il ducha esser zonto a Urbin,
vamiorando, oferisse al conte il stato etc. et 1000 ho-
mini comandati con una paga et meza, et il resto di
le zente a cavallo. Tamen voi di tre page dieno ha-
ver, ne habino una. Ilem, il conte voi doman aviar
li 500 soi provisionati e si farà la mostra, et voi che
a l’Astor Bajom sia ritornàla compagnia et fazi 300
provisionati. Item, è zonto lì Sigismondo di Cavalli,
dice esser pagador. Et ha da Castel Delze, di 15, che
hanno da Pratiego inimici haver cargato le artìlarie
per andar a campo a Bibiena ; lì va Frachasso, Vite-
lozo e il conte Checo, et Paulo Vitelli resta con la
sua guardia. Item, è zonto lì a Ravena Basilio da la
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