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MCCCCLXXXXIX, AGOSTO.

alcuni è dispendi, e diceva mal dii ducba de Milan
e ben di la Signoria. Item, di le cosse di la Miran-
dola, li fratelli si hanno messo in suo barba conte
Antonio Maria, eh’ è in la Mirandola, elicevi è dentro il
primogenito, li altri sono Cuora.
Da Roma, di l’orator, di 6 et 7. Come il papa
mandò per lui a bore 20, e andoe, e li disse volea
mandar qui suo nepote Borgia Cardinal con autorità
di legato a latere, et con libertà scrivi in nome suo
brievi, eie. Vocia passasse al re di Pranza, el qual
partirà fin 8 zorni. Item, li disse di la retention dii
Buzardo qual vocia dac seguctà et fusse lassato, e
il papa dimandò seguctà pec 40 railia ducali. Item,
come havia mandalo via di Roma la moglie dii prin-
cipe de Squilazi, fo boia di ce Alfonso, la qual non si
volendo partir li mandò a die la faria butac pec focza
fuora, et lei volendo danari nulla li ha dato; et dice
voi mandar madama Lucrecia et il principe di Squi-
lazi a Spoleto; et era sta trovà lettere dii ducha di
Bixejo scrivea a la moglie madama Lucrecia andasse
a trovarlo. Item, esso orator havia comunichà al
papa li sumarii mandati.
In questo pregadi fu posto, per li savii dii consejo
e di terra ferma, scriver ai rectori di Verona col se-
nato, zercha il subsidio, nostra intention è pagi so-
lami le ci là e non el teritorio, et cussi sia scri tto in
altri lochi in conformità. Bave 4 di no, el resto di la
parte.
Itevi, fu posto, per li ditti, di far salvoconduto ai
Focher e tulli altri tedeschi merchadanti in questa
terra per anni tre, come haveano rechiesto ; et sier
Francesco Trum savio a terra ferma, andò in renga
e volea in ditto salvoconduto dir mal dii ducha de
Milan et messe de indusiar, non li fo risposto. Andò
le parte una di no, 45 dii Trum, 131 di la parte, e
fu presa.
Item, fu posto per li ditti, che le volte resta a
vender siano tolte in la Signoria, facendo desfichar,
et svodarle, et in termine di zorni 8 chi le voi le pagi
a raxom di 8 per 100, aliler li provedadori al sai
fazi, etc. Bave 8 di no, el resto dii consejo de si, e
fu presa.
Item, fu posto, per i consejeri, cai di XL et ditti
savii, di scriver a 1’ orator nostro in corte pregi el
pontefice voghi dar el vescoado de Cividal di Belun
al reverendo prothonotario, fìol dii conte di Pitiano
góvernador nostro, atento li tempi presenti : et man-
data la parte tre volte, et volendo parlar sier Piero
Vìturi fo capitano a Vicenza, era zà comenzà a ba-
lotar la parte, et non fu lassato per le leze. Bave una
non sincera, 44 di no, 109 di la parte, .et licei vo-

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lesse li cinque sesti a recomandar niun in corte per
raxom de’ benefìzi]’, tamen, la Signoria terminò fusse
presa, et fo di questo comanda grandissima cre-
denza, maxime di le balote di no, etc.
Copia di uno capitolo di una lettera di sier Vetor
Querini, data in Alexandria a di 13 zucjno,
abula per la nave di le noxele zonla a Napoli.
Basse dal Cajero che l’scordo à fato el signor
soldan con el diodar eh’ è focalissilo è vero, e ha lo
mandato a chiamar al Cajero, et tuoi una sua figlia
per mojer, et fa el ditto diodar armirajo grande, e
questo per dubito dell’altro diodar eh’è nel Sayto
che zerchava de tuorli la signoria. Subito che ha in-
teso l’acordo ha reduto arabi assai et altre zenle e 416
viensene alla volta del Cajero, ha molli signori in
suo favore, el signor soldam molto dubita di lui, ha
manda a chiamar tutti li cheseph et sono andà con
zenle assai a la volta del Cajero; e dall’ altra banda
se aspeta el diodar che è foraussito ditto di sopra,
et per esser gran cosse fin pochi zorni par etiam
che ’l signor di Damasco è a Gazara, habi levado
1’ obedientia al soldam. Le cose di questo paese è a
pezor condition le fosse mai; el campo eh’è in Alepo
si aspetta al Cajero avanti le galie, e per esser gran
novitade Idio ne fazi ben in questo paexe che ogni
modo costoro voleno veder la sua rovina.
A dì 14 avosto. In collegio. Vene il rector di
scolari da Padoa di legisti hungaro : e disse come in
loco di domino Bertuzi Bagaroto doctor lezeva, vo-
leva che si balotasse per li scolari secondo l’bordine
hanno. Fo expedilo et scritto lettere ai rectori.
Veneno li merendanti tedeschi a li qual li fo leto
il salvoconduto : ringratiò la Signoria, tamen filman-
done voler fusse azonto etiam da’ nostri subditi in
terre aliene non fi serà fato danno, el cussi fu conzo
per collegio e Ihoro disseno fiora verà più arzenti.
Vene el piovan di San Moisè domino pre Cristo-
folo Rizo con fi parochiani sier Marco Dandolo doc-
tor et cavalier et altri, el etiam alcuni preti di ca-
stello, dolendosi a la Signoria che domino Simon Mi-
chele, fìol di sier Nicolò l’avogador, qual si ha fato
in abito clerical, et per una sua aspetativa voria tuor
certi presbiteradi in le chiesie e privar quelli (ariano
fi officii et non saria in comenda; et aldito ditto sier
Nicolò Mirifici dicendo suo fìol havia auto questi
benefici! per via di Roma e mai fi cederia ; tamen
pieno collegio per la Signoria fo terminà contra il
Mirifici; per non meter tal usanza che presbiteradi
vadi in comenda, el per questo non restò che fe ci-
 
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