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Sanutus, Marinus; Berchet, Guglielmo [Hrsg.]; Fulin, Rinaldo [Hrsg.]; Barozzi, Nicolò [Hrsg.]; Stefani, Federico [Hrsg.]
I diarii (1496-1533) (Tomo 2): [1.10.1498 - 30.9.1499] — Venezia: Visentini, 1879

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https://doi.org/10.11588/diglit.67588#0645
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1261

MCCCCLXXXXlX, SETTEMBRE.

misa vayvoda haveano scripto a li pastrovichii vole- i
seno ben convicinar con Ihoro, li prometea non farli
danno ; et ha mandato esso rector ivi Sebastian da
Veniexia contestabele con alcuni fanti. Item, manda
una lettera dii podestà di Budoa : li scrive, de 25, co-
me turchi erano andati sotto Antivari.
Da Antivari, di sier Piero Tiepolo podestà, di
16. Come dubitava turchi veria sotto quella terra
et si provedesse.
Di campo di provedadori a San Martin apresso
Cremona, a di 7. Come scrisseno per l’altra do cit-
tadini di Cremona doveano venir fuori, et uno di
Ihoro provedadori andar a parlarli, e cussi esso sier
Marco Antonio Morexini provedador andoe con li
balestrieri a cavallo, et feno assà strepito e alozò
quella note molto mal. E par li ditti venisseno fuori,
ma dubitando dii rumor ritornarono in la terra et
da pressa lassono la capa; in la matina poi mandò a
dir questo, sichè esso procurator aspectò et non ve-
nendo era tornato in campo, tamen Ihoro voleano
ritornar a parlarli, ma parse a essi provedadori non
vi ritornar per dignità di la Signoria nostra, e con-
sultato con l’orator di Pranza dovesse esso sier
Marco Antonio andar a Marasco a uno palazo di uno
zentilhomo.... zenero dii conte Vetor da Marti-
nengo, e cussi anderà. Item, misier Cristofal Stanga
cremonese mandò a dir a essi provedadori : come li
governadori di Milan li havia mandato a dir li pre-
vederla di zente, et che misier Zuam Jacomo li ha-
via mandato a dir a essi cremonesi dovesseno far
quello voi la Signoria per esser cussi li pati con la
cristianissima maestà e non volea contrariar, unde
esso misier Cristofal si raccomandava. Et essi prove-
dadori al suo messo li usò bone parole, ringra-
ciandolo.
De li ditti provedadori ivi a di 7, a di una di
note. Come dovendo andar quella note a parlar con
li cittadini di Cremona, esso Marco Antonio Morexini
intese che tre cittadini capi, videlicel uno guelpho
uno gibelin e uno maltraverso, quali haveano 21 per
uno, doveano mandar soi oratori lì in campo nostro,
ne parse star sul suo e non andar come era hordi-
nato. Et in quella hora prima di note vene uno trom-
beta di Cremona con una lettera di governadori, voi
domai) essi provedadori vadino a parlar con alquanti
cittadini sotto Cremona, apresso la terra, sichè diman
anderano con alcuni contestabeli, havendo perhò di
questo prima consultato con il governador e orator
franzese.
Lettera di Cremona a li provedadori nostri sotto-
scritta: gubernatores etprcesidenlespopoli et regiminis

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Cremonce, data a di 7. Avisa come sono ritornati li
oratori Ihoro mandono a Milan, et licet habino por-
tato cosse bone et consultatione, tamen la città era 488 *
inclinata a la illustrissima Signoria nostra per li
boni portamenti la fa a li soi populi ; e però come
fidi al padre si bufavano e voleano certi capitoli;
perhò pregavano essi provedadori doman post pran-
dium si trasferissano lì apresso, perchè voleano tra-
tar cossa con alcuni soi lionesti cittadini, che sarà di
riposo, Ihoro si racomanda.
Da Caravazo, di sier Zuam Antonio Dandolo
provedador, di 6. Come havia ricevuto la nostra let-
tera, ringratia di le laude, et fe lezer a tutti li citta-
dini in palazo, quali ringratiavano la Signoria nostra,
et dicti cittadini scriveano alegrandosi esser venuti
sotto il dominio di la Signoria nostra et era sotto-
scritta consules comunis et hominis Caravagi. Item,
esso provedador avisa a Cassài) era alcuni fanti, ve-
nuti per piar certi stratioti haveano acompagnato il
ducha, unde havia mandato do messi a Milan per
saper di novo, non erano ritornati ; et esser venuto
uno Venturin mandato per il podestà di Crema il
qual havia visto la forteza e il bisogno di reparar,
voria bassar li torioni, lauda quel castelan sier Vi-
cenzo Zorzi, qual non si parte di castello per coman-
damento bave da li provedadori. Item, ha recuperò
archibusi 40, spingarde 3, e ha trovà uno cavai vivo
e uno can eh’ è uno miracolo, che era in la stala dii
castelan cavali 4 e sotto le ruine erano vixi tanti
zorni, spera trovar qualche homo benché è zorni 9
sono lì sotto. Item, voria li bombardieri, balestre
e polvere per il castello preditto.
Di Crema, di sier Hironimo Liom el cavalier,
podestà et capitano, di 6. Come à mandà uno messo
a Pizegeton per intender le cinque burchiele carge
de fanti andò zo per Adda, chi le mandò, et dove è
tornato : disse esser ivi 100 provisionati vechii, et mo
terzo zorno ne vene altri 10 non mandati da niun,
ma tornati a caxa Ihoro, et su le 5 burchiele erano
200 fanti mandati da li governadori di Milan che
sono 12 a Castelnovo sora la bocha di Adda, Iodio
di sier Marchexin Stanga a poner quello a sacho.
Item, che Milan non voi francesi dentro, ma so-
lum intri misier Zuam Jacomo ; et il campo francese
eri era a Binasco mia 10 lontan da Milan tra .Pavia
et Milan, et ozi dovea intrar nel zardino di la terra
propinquo al castello.
Dii ditto, di 7. Come mandò Alexandro di Codi-
gnola caporal di Bertolim da Terni a Pizegeton per
operar si rendino a la Signoria. Et uno Francesco
di Conti primo di quel loco scrive a uno suo nepote
 
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