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Schiaparelli, Ernesto
Una tomba egiziana inedita della VIa dinastia: con inscrizioni storiche e geografiche — Rom, 1892

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https://doi.org/10.11588/diglit.546#0004
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Davanti ad Assuan, e circondata da scogli di granito rosso purpureo che escono
dalle onde azzurre del Nilo, si stende dal sud verso il nord, per meno di un chi-
lometro, la celebre isola che i Greci chiamarono Elefantina dal nome egiziano

jfj^^@ Abu.

Situata allo sbocco delle cateratte di Assuan in ima posizione incantevole ed in
punto importante per la difesa dell'Egitto, di piccola estensione bensì ma fertilissima
in confronto delle terre deserte che la circondano, centro del commercio colla Nubia
e col Sudan, l'isola di Elefantina fu sempre considerata dagli antichi Egiziani come
una delle località più importanti della Tebaide, ed ab antico fu il capoluogo del
primo Nomo dell'Egitto. Elefantina ebbe templi di stupendo lavoro fattivi costruire suc-
cessivamente da vari Faraoni ('), e nel periodo dell'antico impero ebbe una necropoli
che, per ricchezza ed importanza, era inferiore soltanto alla necropoli di Memfì e
pari a quelle delle altre maggiori città dell'Egitto, non escluse Tebe, Panopolis
ed Abido.

La necropoli di Elefantina, sconosciuta fino al 1886, fu in quell'anno scoperta
dal generale Grenfell a mezza costa del versante orientale della catena libica davanti
all'isola stessa e leggermente al nord di essa, ed ha dato già e darà ancora importanti
elementi per la storia dell'Egitto in quell'antico periodo (2). Di essa mi riserbo di

(!) Attualmente sono pressoché distrutti, non rimanendo in piedi che una porta di granito di
Alessandro II: ma la loro esistenza può inferirsi non meno sicuramente da alcuni blocchi di
pietra con cui quei templi erano costruiti, usati poi come materiali nella diga che difende l'isola
ad oriente. Essa pure confermata da recenti scavi del Grébaut, che misero in luce le rovine di un
piccolo tempio della ventesima dinastia costruito con blocchi di calcare di templi più antichi, e fra
i quali osservai alcuni coi nomi di Tntmosi III e di Seti I, con geroglifici di stupendo lavoro e coi
colori ancora perfettamente conservati.

Un piccolo, ma bellissimo, tempio di Amenofi III, che sorgeva sopra un'alta terrazza con gra-
dinate al sud ad nord, fu distrutto fra il 1828 ed il 1845 dal Pascià di Assuan per prenderne i
materiali. Fortunatamente, oltreché dalla Commissione Napoleonica, quel tempio fu disegnato e
copiato con grande accuratezza dal Rosellini in alcune bellissime tavole inedite che esistono nel-
l'Archivio del Museo egiziano di Firenze e che pubblicherò prossimamente.

(e) Vegg. U. Bouriant, Les tombeaux d'Assouon nel Recueil del Maspero, voi. X, p. 181 e seg.,
e Badge nei Proceedings della Società di archeologia biblica, novembre 1887.

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