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XII PRESENTAZIONE

ritoccare, e quelle parole di abbattimento che mi furono più o meno
a ragione rimproverate non potrei neppure oggi attenuarle, quantun-
que non sempre si sia osservato che esse sono sfuggite a un amore
eccessivo. Un piccolissimo « saggio » del modo come oggi penserei
certe parti del libro è in un mio articolo del 1925 (pubblicato più
tardi nelle « Mittheilungen » del nostro Institut fiir Geschichtsfor-
sehung, Innsbruck 1929): TJber die altere Kunsthistoriographie der
Ttaliener; abbozzato su suolo italiano, sulle coste liguri, e almeno in
spirito italiano, doveva servire d'introduzione ad una antologia della
letteratura artistica italiana, che voleva, pubblicare la, Società Editrice
d'Arte a Roma e che è rimasta allo stato di progetto. Nel 1932 ne è
uscita però un'eccellente traduzione italiana (della signora Maria
Ortiz), col titolo L'antica storiografia italiana dell'arte, Palermo,
Ciani.

Accogliete dunque, caro amico, ancora una volta questo libro, in
mancanza di uno migliore, nella sua forma seminuova, in cui esso
è rimasto un riflesso dello spirito del nostro comune e venerato amico
Benedetto Croce; alla sua riuscita si è efficacemente adoperato un gio-
vane studioso che al Croce intimamente è legato, il professor Luigi
Russo, cui vorrei esprimere un ringraziamento ben più vivo di quello
che qui mi è concesso. Di gratitudine non meno sincera sono debitore
al professor Ernesto Codignola, presidente dell'Ente Nazionale di
Cultura di Firenze, che si è incessantemente adoperato per la riuscita
della stampa dell'edizione italiana e, finalmente, al mio eccellente
traduttore, professor Filippo Rossi, pure di Firenze, di quella città
cui mi legano indissolubilmente tanti antichi e cari ricordi.

Vienna, Natale 1931. „

Soramenle ,r , . .,

\ osi i o •). S.

Devo ricordare molte persone che hanno dimostrato il loro inte-
resse per questo libro con aggiunte e correzioni; in primo luogo

E. Steinmann (f) di Roma, già sopra rammentato, e Q. Ctronau di
Vassoi; poi gli altri cari amici della mia giovinezza, J. J. Tikkanen
di Eelsingfors (f), Chr. Tfulsen di Firenze (f), P. Vlemen di Bonn,
e infine alcuni studiosi più giovani, tra cui alcuni miei scolari:

F. Saxl di Amburgo, G. v. Kicszkoicski di Cracovia (f), E. Kauf-
mann di Vienna, K. Vassierer di Oberhambaeh, K. Eberlein di
Rastatt, che mi hanno anche concesso di esaminare dei loro scritti
ancora inediti. A tutti esprimo qui il mio pin vivo ringraziamento.
 
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