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II. - I TEORICI DEL PRIMO RINASCIMENTO

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lidamento delle navate laterali, prossime a rovina, dell'antica chiesa
di San Pietro in Roma. Cosi nello scritto sulla pittura la sua abilità
pratica ci si rivela nei piccoli espedienti, usati ancor oggi, che egli
raccomanda ; l'osservare con occhio socchiuso, per intendere più pit-
toricamente la forma, il giudizio allo specchio ecc.

Nonostante l'evidente ambizione dell'Alberti di diventare il Vi-
truvio moderno, nonostante tutta l'erudizione retrospettiva, della cui
origine dà notizia nel libro II l'elenco degli scrittori (anche greci)
di cui l'autore si è servito, è tuttavia manifesta l'aspirazione a rife-
rirsi al moderno, e a voler influire per mezzo di questo. L'ingenuo
« exemplare » medievale che predomina ancor tanto nel Ghiberti non
si trova quasi più nell'Alberti. Nelle norme topografiche, nell'enume-
razione dei luoghi dove si trova il materiale edilizio si manifesta
spontaneo questo riguardo ai rapporti locali e contemporanei; ma
altri luoghi come la richiesta di prigioni umanitarie, le considera-
zioni sugli ospedali e su altri stabilimenti di utilità pubblica permet-
tono di riconoscere il toscano moderno, per quanto tragga volentieri
esempi anche dalla venerata antichità. Da un sentimento del tutto
moderno è scaturita anche la notevolissima discussione sull'effetto
paesistico dell'edifiizio, con cui concorda ciò che nella Vita è detto
del sentimento della natura nell'Alberti. Quando parla il teorico puro,
ci sentiamo subito nell'atmosfera chiara e sottile del severo classi-
cismo ; ciò che hanno creato le età « di mezzo » è messo da parte con
un gesto di finissimo orgoglio. Il senso dell'unità nazionale non è
qui l'ultimo ad agire; già nell'introduzione egli parla dei «nostri
antichi » (fra i quali egli comprende con particolare accentuazione
anche gli antichi Etruschi) ; ciò lo rende anche ingiusto verso il
grande progresso del tempo degli avi suoi. A ciò si ricollega lo sforzo
che egli fa di sostituire la terminologia greca di Vitruvio con quella
latina. Non è tuttavia suo lo scritto che gli è stato attribuito sui
cinque ordini delle colonne, come ha giustamente dimostrato lo IToff-
mann, ma piuttosto un prodotto dell'età del classicismo maturo, forse
dell'epoca del Serlio. L'Alberti ha però trattato non soltanto della
teoria dell'architettura, ma anche di quelle delle altre due arti sorelle :
gli scritti De pictura e De statua sono fra i più importanti documenti
del primo Rinascimento.

Il primo, che è datato del 1436 ed è perciò la piti antica espressione
teorica del Quattrocento, anteriore anche al Ghiberti, reca in testa
una dedica al Brunellesco, che è un importante documento della
storia degli artisti del tempo. È qui chiarii me li te espresso lo scopo
che l'Alberti persegue nel suo scritto: come il Ghiberti egli vuol
 
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