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II. - LA LETTEIÌATURA DEI CICERONI 545

*n questo campo. La guida del Bocchi fu novamente edita nel se-
colo xvn dal Cinelli (1677), notevolmente accresciuta; poco dopo Fer-
dinando Leopoldo del Migliore cominciò un'ampia descrizione di Fi-
renze, la Firenze illustrata, con diffuse notizie storiche ; ne apparvero
Però solo le prime tre parti, che comprendono il centro della città
(con acqueforti molto brutte). Alla fine del Settecento, la Guida pub-
blicata dall'editore Cambiagi riassume ancora una volta l'antico
aspetto della città. Gli otto volumi dell'Osservatore Fiorentino del
Lastri (2a ed., 1797-1799) contengono una materia molto copiosa ed
importante anche per la storia dell'arte locale.

Le altre città della Toscana , prima l'antichissima
Pisa, poi Siena, soggiacquero presto alla loro potente rivale Firenze
e perdettero quindi del tutto o quasi la loro importanza proprio nei
giorni decisivi del Rinascimento, conducendo da allora in poi la loro
esistenza nell'ombra; esse non posseggono quindi alcuna antica let-
teratura di guide che meriti questo nome. Giulio Mancini ha raccolto
al principio del Seicento materiale concernente la sua patria; ma il
suo manoscritto non fu mai stampato ; e solo alla fine del secolo xvm
Jl padre Della Valle intraprese l'esposizione della storia artistica
della città nelle già citate Lettere Sanesi. Le due guide settecentesche
del pecci (della famiglia da cui uscì Leone XIII) e del Faluschi (1759
e 1784) sono veramente indegne della grande, e un tempo preponde-
rante, importanza di Siena come città artistica, nel loro stesso me-
schino aspetto esteriore. Anche Pisa non possiede nessuna antica lette-
ratura; la sua guida di Pandolfo Titi è del 1751; è ben fatta e inizia
non indegnamente la notevole attività archeologica di questa città così
importante per gli amici dell'antichità. Questa attività culmina nella
già citata Pisa illustrata di Alessandro da Morrona (1787), forse l'o-
pera migliore del suo genere, che in tre poderosi volumi ci dà non sola-
mente un'esposizione documentata della storia dell'arte pisana, ma
anche della topografia della città. Segue il Morrona, ancora al prin-
cipio dell'Ottocento, il diligente Ciampi. Pistoia può vantare anche
essa l'ottima Guida del Tolomei (1821) che reca in appendice anche
le biografie (in ordine alfabetico) degli artisti locali. Lucca possiede
solo nel Forestiere informato del Marchiò (del 1721) una esposizione
di tipo antico, in cui solo un breve capitolo (il 24°) è dedicato alla
topografia artistica.

Non diversamente stanno le cose nelle regioni limitrofe dell' U m -
Oria e delle Marche. Perugia, che ha generato il Pascoli, cro-
nista artistico romano e che in lui ha il proprio Vasari locale, possiede
solo agli ultimi del Settecento una letteratura più ragguardevole; ma

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